Settimana Santa in Sicilia: al limite tra devozione e teatralità - QdS

Settimana Santa in Sicilia: al limite tra devozione e teatralità

Mariaelena Casaretti

Settimana Santa in Sicilia: al limite tra devozione e teatralità

venerdì 27 Marzo 2015

Alla scoperta delle tradizioni: panoramica delle rappresentazioni più caratteristiche organizzate per celebrare la Pasqua. Dalla Madonna Vasa Vasa alla Diavolata, tante le manifestazioni progettate nelle province dell’Isola

CATANIA – Sacro e profano uniti in un intreccio al limite tra devozione e teatralità. Questa in sintesi la settimana Santa in Sicilia. La festa della Pasqua, tra le più importanti dell’anno liturgico, è infatti un susseguirsi di rappresentazioni e processioni che in un’unica sequenza narrativa rievocano e commemorano la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, suggellando, così, il mistero di morte e vita che investe la cristianità attraverso un’intensa e sentita partecipazione popolare.
 
Ogni città si differenzia dalle altre con riti che trovano le loro radici negli usi e costumi locali, ma anche nel proprio patrimonio pagano ereditato dalle dominazioni arabe e spagnole, il tutto svoltosi in uno scenario che lascia trapelare le bellezze paesaggistiche dell’Isola perfettamente a metà strada tra rigore e  drammaticità. Nella lunga sequenza di manifestazioni che caratterizzano le nove province siciliane abbiamo scelto di dare spazio a quelle manifestazioni intrinseche di una forte connotazione emotiva e mistica tale da creare un’atmosfera di dolore, lutto e gioia a cui è impossibile sottrarsi:

Palermo – Nel capoluogo isolano il venerdì santo prevede ben quattro processioni. La prima si snoda da via Alloro ed è quella organizzata dalla congregazione dei Cocchieri che portano in processione la statua del Cristo morto e della Madonna dell’Itria. La seconda processione, che parte dalla via Cassari per percorrere le viuzze della vecchia “vucciria”, è quella dagli artigiani del luogo devoti della Madonna del Lume. La terza processione è organizzata dalla confraternita dei panettieri ed è intestata a S. Maria Addolorata, la cui statua viene vestita come una persona comune. Infine, la processione di S.S. Addolorata della Soledad, organizzata dall’omonima congregazione, che si svolge in piazza della Vittoria.

Enna – Qui i riti della Pasqua risalgono al periodo della dominazione spagnola (XV – XVII sec). A partire dalla domenica delle Palme e fino alla tarda mattinata del mercoledì santo, le quindici confraternite presenti nella città, ciascuna nel giorno e nell’ora stabilita, si recano al duomo per la rituale ora di adorazione dell’eucarestia. Il venerdì santo, in occasione della processione del Cristo morto e dell’Addolorata, oltre duemila confrati incappucciati precedono le due vare mentre il corteo funebre ripercorre tristemente le vie della città rischiarate dalle fiammelle di migliaia di candele.

Catania – Nella provincia catanese, l’evento più caratteristico avviene ad Adrano, dove la domenica di Pasqua si svolge la sacra rappresentazione d’origine medievale della “Diavolata”. In piazza Umberto, piazza cittadina principale, viene preparato un palco in cui si inscena la vittoria del bene sul male, il trionfo cristiano sull’attacco proveniente dagli inferi. Dopo una serie di battaglie e discussioni, l’Arcangelo Michele, rappresentato da un bambino, costringe i diavoli a pronunciare la frase “Viva Maria”.

Ragusa – Nella provincia iblea, a Modica, è noto il rito della “Madonna Vasa Vasa”. Domenica,in mattinata le statue del Cristo e della Madonna vengono portate in processione per le vie del paese e l’Addolorata, che indossa il mantello nero in segno di lutto, inizia subito la ricerca del figlio. L’incontro avviene a mezzogiorno nella piazza principale di S.Domenico, ed è conosciuta con l’espressione di Madonna Vasa Vasa perché le due statue si avvicinano per un bacio.

Messina – Durante la settimana Santa, e precisamente dal mercoledì al venerdì, a S.Fratello, nelle nebrodi messinesi, si ha l’esempio di unione sacro e profano con l’intreccio del dolore per la perdita di Cristo alla fastosità tipica del carnevale. Pastori e contadini si travestono da giudei con costumi costituiti da giubbe rosse e gialle, impreziosite con ricami e motivi floreali. Tali “giudei” distraggono e interrompono più volte il corteo che segue il Crocifisso, distraendo la gente dalla perdita del redentore.

Agrigento – A Delia sono tante le manifestazioni che ricalcano quelle sacre del 1700. Il giovedì santo si ha la processione delle staute del Cristo e delle Vergini fino alla loro separazione e il venerdì santo si ha la rappresentazione della condanna di Cristo e della crocifissione. Dopo aver inscenato la morte di Gesù, il corpo del redentore è posto in un’urna portata in processione e seguita dalla statua dell’Addolorata, dalla banda e dai fedeli.

Siracusa – Il venerdì santo a Canicattini Bagni è caratterizzato da una processione che vede, attraverso l’uso di macchinari, il trasporto della statua dell’Ecce Homo posta su un fercolo in stile gotico, preceduta da uno stendardo nero portato in processione dal contadino che in passato veniva scelto in base alla più grossa quantità di grano offerta al Signore.

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