L’odissea degli studenti pendolari tra ritardi e treni soppressi - QdS

L’odissea degli studenti pendolari tra ritardi e treni soppressi

Giorgia Lodato

L’odissea degli studenti pendolari tra ritardi e treni soppressi

mercoledì 01 Aprile 2015

I fuorisede denunciano i problemi quotidiani con i mezzi pubblici. Spesso le difficoltà sono anche all’interno delle città

CATANIA – Esami saltati, ritardi a lezione, richiami e inviti alla puntualità da parte dei docenti. Viaggi scomodi in cabine sporche, in mezzo alla confusione, a volte in piedi per tutto il tragitto. Sono i problemi che denunciano gli studenti universitari fuorisede, che ogni giorno si svegliano circa tre ore prima dei fortunati colleghi ‘cittadini’ per iniziare la loro odissea quotidiana.
“A volte i treni vengono cancellati, altre volte portano ritardo – racconta Federica, che frequenta la specialistica all’Università di Catania e ogni giorno arriva da Messina. Si potrebbero migliorare la puntualità, la manutenzione e la pulizia: con i treni viaggiano tantissime persone e penso che tenere l’ambiente pulito sia fondamentale per il corretto funzionamento del servizio”.
Federica Giannone viaggiava da Ragusa: “Ho molto sofferto l’essere pendolare perché venivo con l’autobus e, soprattutto i primi anni, il servizio non eccelleva. Non c’erano corse ogni ora e soprattutto il lunedì e il venerdì, essendoci molta confusione, si rischiava di viaggiare scomodamente. Spesso per evitare questo stress me ne andavo prima saltando le lezioni o restavo a Catania durante il weekend”.
Con il tempo l’organizzazione è migliorata e molti studenti sono riusciti a conciliare gli orari delle lezioni con quelli dell’autobus, anche se la situazione restava stancante. “L’essere pendolare non pesa se si ha un mezzo proprio; alcuni amici venivano da Ragusa con la macchina e si trovavano benissimo, a parte la guida dentro Catania che è più caotica rispetto a quella di Ragusa”.
“Non c’è differenza tra chi utilizza spesso i mezzi, come gli studenti che viaggiano quotidianamente, e chi li usa sporadicamente – dice Fabrizio Parla che frequenta Scienze Politiche ed è rappresentate degli studenti nel CdA dell’Università di Catania – niente sconti e niente agevolazioni. I rimborsi ci sono per chi vince la borsa di studio e questo dipende dai Comuni”.
Ma le difficoltà sono anche dentro la città: è stato richiesto di ripristinare un servizio navetta per la cittadella universitaria, interrotto perché all’Università costava troppo. “Si sta cercando una soluzione che sia conveniente per le ditte, l’Università e gli studenti”.
Giosuè Malaponti, Presidente del Comitato Pendolari, usa regolarmente il treno e anche per lui a volte sorgono dei problemi: “La puntualità dipende dai giorni. Capita di arrivare in stazione e sentire la solita tiritera dei cinque-dieci minuti, che diventano cinquanta prima della comunicazione ufficiale: ‘treno soppresso’. Mancando la storica figura del capostazione è necessario che l’azienda trovi un modo per comunicare in tempo questi imprevisti”.

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