Giovanni Pizzo: "Strade e ferrovie fronti su cui investire" - QdS

Giovanni Pizzo: “Strade e ferrovie fronti su cui investire”

Melania Tanteri

Giovanni Pizzo: “Strade e ferrovie fronti su cui investire”

sabato 04 Aprile 2015

Forum con Giovanni Pizzo, Assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità

Assessore Pizzo, quello alle Infrastrutture da lei guidato è un assessorato che presenta numerose problematiche. Compresi i problemi logistici che rallentano tutta la macchina. Lei si è insediato a novembre 2014, per cui è presto per tirare le somme, ma non per chiederle qual è il programma che si è dato?
“Conoscevo le problematiche perché conoscevo già la situazione. Il problema è, in generale, quello del ritardo del sistema infrastrutturale. A questo si aggiungano le crisi economiche ed il risultato è quello che conosciamo. Ad esempio, non abbiamo vettori per il trasporto aereo. Siamo riusciti a gestire una dinamica di aeroporti – la Sicilia ne ha sei di interesse nazionale – ma questi non sono supportati da vettori e da rotte internazionali. Abbiamo due aeroporti strategici, quello di Palermo e quello di Catania: sul piano della forma, ci siamo battuti per queste fondamentali infrastrutture, ma questi sforzi non sempre sono stati accompagnati dalla sostanza. L’Aeroporto di Catania, ad esempio, ha una crisi di crescita, cioè difetta in termini di servizi aeroportuali, ha una pista corta e non può accogliere i vettori intercontinentali che non atterrano. Fontanarossa avrebbe bisogno di investimenti molto grossi, ma bisogna vedere se la Sac, la società che gestisce lo scalo, ha le capacità che occorrono per trovare le risorse. C’è stato uno stop alle assunzioni, e questa era una giusta mossa da fare, ma se la prospettiva è di veder raddoppiati i passeggeri, allora questa riduzione porebbe fare aumentare i disservizi. Insomma, è migliorato molto il conto economico, ma occorre trovare investimenti. La quotazione in borsa potrebbe essere una mossa positiva da una parte, ma anche altamente rischiosa, soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui sono molte le aziende nazionali che stanno entrando sul mercato”.
Su quale opera o su quali opere in particolare avete deciso di puntare?
“Innanzitutto sui trasporti interni. Spero che a breve, prima della chiusura della finanziaria, chiuderemo il contratto di servizio con Trenitalia. Un fronte su cui mi sono battuto molto.
Forse già a partire dal nuovo orario di giugno, inoltre, ci saranno nuove coppie di treni che percorreranno la tratta Catania – Palermo in tempi ‘normali’. Trenitalia propone tre ore, speriamo di arrivare a due ore e cinquanta, che poi è lo stesso tempo che impiega il pullman. Solo così si può essere competitivi. I treni fermeranno a Termini Imerese, Enna e Caltanissetta. La scommessa per il futuro è investire molto sui servizi ferroviari sull’asse Palermo, Messina, Catania”.
Le problematiche che dovrete affrontare sono numerose. Immagino abbiate realizzato un programma. Quali sono allora le priorità?
“L’emergenza principale si chiama strada. È una lotta. 49 milioni di euro, che ho inserito in una delibera, dovranno essere finanziati dallo Stato. Li ho levati all’Anas per cercare di investirli sulle strade secondarie siciliane. L’Anas ha 3 mila km di strade da gestire, le province ne hanno 14 mila. Occorre manutenere le strade secondarie danneggiate dall’assenza di manutenzione e oggi, in modo ancora più veloce ed evidente, dai cambiamenti climatici. Le frane sulle strade sono dovute alle colline smottate. In secondo luogo, le ferrovie. Serve investire su questo sistema perché è un sistema di trasporto sostenibile e un investimento che, nel rapporto qualità prezzo, è il migliore, rende di più, è comodo ed ecologico.
Un’altra priorità sono i progetti. Ho voluto a tutti i costi responsabilizzare la Classe dirigente perché studi la programmazione e si metta in moto per progetti concreti, grossi e utili. Concentrarsi su grandi progetti che possono dare valore aggiunto.
Sulle infrastrutture ci sono molti soldi da parte dell’Europa. Mi auguro che sulla nuova programmazione le cose non cambino e che questa possa partire il prima possibile, perché la macchina è lenta a mettersi in moto e non possiamo perdere altro, prezioso, tempo”.
 
Parliamo dell’Ast, che presenta problemi spaventosi. Cosa può dirci a riguardo? Che intende fare la Regione di questa azienda?
“L’Ast rappresenta un problema atavico. È stata utilizzata dalla politica, per fare le tratte meno remunerative e più lontane, per le quali vi è difficoltà di percorrenza. È stata utilizzata volutamente in perdita dalla Classe dirigente di questa Isola. Inoltre, ha troppo personale che, se fosse correttamente utilizzato, per più lavoro ad hoc, sarebbe sufficiente. Il problema è che non c’è più lavoro, anche perché abbiamo aumentato le concessioni ai privati. Stiamo lavorando al nuovo piano dei trasporti perché solo così possiamo modificare e liberalizzare veramente il mercato. In questi anni, non c’è stata programmazione ma un mantenimento della realtà che c’era. L’Ast deve realizzare nuove linee su un mercato liberalizzato. Uno dei nuovi servizi che sta ottenendo è la gestione dell’aeroporto di Lampedusa. Tra un po’ ci sarà la concessione. L’Ast probabilmente concorrerà a gestire i trasporti sostitutivi della Ferrovia dello Stato”.
Quale crede che sia il peso che impedisce alla Sicilia di andare avanti?
“Si perde tempo e non si affrontano le questioni più importanti. Occorre cambiare passo. L’importante, ripeto, è non perdere tempo con questioni inutili. Io, ad esempio, ho una responsabilità, che è quella di spendere al massimo i fondi che abbiamo a disposizione e non posso scontrarmi con incapacità di programmare la spesa. Bisogna agire”.
 

 
Riqualificare i centri storici previsto un bando a breve

Quali sono gli obiettivi che vi siete dati per il 2015?
“Innanzitutto fare la gara del trasporto pubblico locale, in proroga da sempre. Una scommessa culturale da vincere. Abbiamo disegnato i livelli minimi e su questi faremo la gara. Anche se ci sono molte resistenze”.
Da cosa dipende la programmazione e il poter vedere concretizzato quanto messo su carta?
“Dal fatto che la spesa è dispersa su trenta dipartimenti. A breve usciranno due bandi, uno sui centri storici, per ristrutturarli, e l’altro relativo alla riqualificazione dei Comuni più piccoli, da 18 milioni. Tutte le risorse liberate nella vecchia programmazione saranno inserite in quella nuova”.
A che punto siamo con le opere ferroviarie?
“Il passante ferroviario di Palermo è in corso d’opera. Il tratto Cefalu – Ogliastrillo è a buon punto. È stata velocizzata la tratta Licata – Gela – Comiso, grazie ad alcuni fondi Pon nazionali. Stiamo puntando molto sulle città metropolitane, su un servizio più ampio che possa fare più presa nel più breve tempo possibile. Serve che l’investimento attecchisca e il servizio sia remunerativo subito”.
Su quali fondi potrà contare l’assessorato per la programmazione?
“Per avviare la programmazione possiamo basarci sui soldi reali. Alla fine, quelli su cui potremo contare sono quelli dello Sblocca Italia e quelli derivanti dal recupero degli ex Fas. La restante parte dovrà essere investita dell’assessorato, che dovrà convincere l’Europa di avere buoni progetti”.

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