Stato di calamità istituzionale, i sindaci fanno fronte comune - QdS

Stato di calamità istituzionale, i sindaci fanno fronte comune

redazione

Stato di calamità istituzionale, i sindaci fanno fronte comune

mercoledì 22 Aprile 2015

Ieri a Caltanissetta l’Assemblea di AnciSicilia. Orlando: “Difendere i diritti di tutti”

Non avremmo voluto essere qui, ma dinanzi all’indifferenza delle istituzioni regionali e nazionali dobbiamo fare accendere i riflettori sulla condizione della Sicilia, che vive uno stato di calamità istituzionale”. Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’AnciSicilia, aprendo ieri mattina i lavori dell’Assemblea “Per una proposta civica dai territori” che, promossa dall’Associazione dei Comuni siciliani, si è svolta nel Teatro Regina Margherita di Caltanissetta.
Più di 400 tra sindaci, amministratori e semplici cittadini hanno preso parte all’incontro i cui lavori sono stati aperti dal sindaco di Caltanissetta, Giovanni Ruvolo. Tra gli intervenuti il già citato Orlando, Mario Emanuele Alvano, segretario di AnciSicilia, Luca Cannata, vice presidente vicario dell’Associazione e i vice presidenti Paolo Amenta, Salvatore Lo Biundo e Giulio Tantillo. Presente anche Massimo Venturino, vice presidente dell’Ars.
“Questo di oggi – ha spiegato il presidente Orlando – è un vertice dei territori siciliani che vede insieme semplici cittadini e i sindaci che li rappresentano, perché eletti e non nominati. Siamo presenti a Caltanissetta per costruire una risposta concreta a una calamità istituzionale infrastrutturale e umanitaria”.
Tra gli argomenti toccati, anche quello degli sbarchi che in queste settimana stanno interessando le coste siciliane e in tal senso, un contributo e una testimonianza sull’emigrazione e sull’emergenza è arrivata da Adam Darawsha, presidente della Consulta delle Culture del Comune di Palermo. Nel corso dell’Assemblea, inoltre, è stato osservato anche un minuto di silenzio per le vittime del naufragio nel Canale di Sicilia che ha causato circa 800 vittime nella notte tra sabato e domenica.
“Sul fronte umanitario – ha detto il presidente di AnciSicilia – mi preme sottolineare l’assurda scelta dell’Ue che costringe a difenderci e a considerare nemici tutti coloro che scappano da guerre e povertà cercando rifugio nelle nostra terra. La mobilità deve considerarsi un diritto inalienabile ed è per questo motivo che concluderemo  questo nostro incontro recandoci al centro di accoglienza di Caltanissetta per testimoniare il nostro sostegno a tutte quelle persone che arrivano da lontano chiedendo il nostro aiuto”.
“È necessario – ha precisato – creare un corridoio umanitario contro quella criminalità organizzata che incassa soldi dai disperati, che fuggono con l’obiettivo e la speranza di trovare migliori condizioni di vita”.
Riflettori anche sulla crisi infrastrutturale che in Sicilia è esplosa in tutta la sua gravità con la frana di Scillato e la conseguente chiusura del viadotto Himera. Lì ieri mattina, prima dell’Assemblea dei sindaci, 15 primi cittadini hanno manifestato – alcuni anche a dorso di asini – per sollecitare un “immediato intervento”, poiché le infrastrutture in Sicilia “sono tornate indietro di 40 anni”. Insieme ai sindaci, anche i rappresentanti delle 14 associazioni di imprese aderenti al Tavolo permanente regionale per la crescita e lo sviluppo hanno evidenziato l’assenza d’interlocuzione istituzionale e proclamato “lo stato di calamità politica”.
 
Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Coldiretti, Confcommercio, Confcooperative, Confesecenti, Confindustria Sicilia, Legacoop si sono riunite a Palermo per chiedere di affidare alla Protezione civile la realizzazione della bretella per ridurre i disagi causati dal crollo.
“Se ci fermiamo a considerare l’emergenza infrastrutturale – ha affermato Orlando – non possiamo non sottolineare l’ultimo disastro viario della nostra Isola che rischia di mettere in ginocchio la già precaria economia dei nostri territori. Per questo motivo, in attesa che la magistratura accerti le responsabilità, l’AnciSicilia ha deciso di costituirsi parte civile, evidenziando che le attuali condizioni dei comuni siciliani ci costringono a parlare di emergenza a 360 gradi”.
“Per ciò che concerne l’emergenza istituzionale – ha aggiunto – da oltre un anno e mezzo l’AnciSicilia non soltanto difende a gran voce le ragioni dei Comuni ma si presenta adesso compatta per difendere i diritti di tutti i centri della Sicilia, nessuno escluso, contro la crisi di ‘senso’ dell’intera istituzione regionale”.
“Dobbiamo cominciare a lavorare dal basso – ha concluso il presidente di AnciSicilia – amministratori e cittadini insieme, poiché rappresentiamo l’unica frontiera possibile dinanzi all’instabilità regionale per arginare le drammatiche conseguenze rappresentate da numerose emergenze quali quelle relative ad acqua, rifiuti, precari, formazione professionale e attività sociali. Su queste innumerevoli problematiche ognuno di noi farà la propria parte, insieme, per far capire al governo nazionale e regionale che il tempo è cambiato”.

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