Corte dei Conti: "Ars lacunosa e non trasparente" - QdS

Corte dei Conti: “Ars lacunosa e non trasparente”

Raffaella Pessina

Corte dei Conti: “Ars lacunosa e non trasparente”

sabato 25 Aprile 2015

Nell’adunanza pubblica sui rendiconti dei gruppi rilievi al sito dell’Assemblea. Maurizio Graffeo: “Interverrò nei confronti del presidente dell’Ars”

PALERMO – Bacchettate dalla Corte dei Conti per l’Ars perchè non è trasparente. I giudici contabili hanno accusato i vertici dell’amministrazione dell’Assemblea regionale per le “lacune” nelle documentazioni fornite alla Corte. Per il consigliere istruttore Anna Luisa Carra si tratta di inadempienze “molto gravi”. I rilievi sono stati mossi nel corso dell’adunanza pubblica convocata nella sede di Palermo sui rendiconti dei gruppi parlamentari per il 2014.
L’arringa del consigliere Carra è stata fatta propria dal presidente della Corte, Maurizio Graffeo: “Mi farò carico di intervenire nei confronti del presidente dell’Assemblea perché non si verifichino queste difficoltà”. In particolare, il consigliere Carra ha fatto riferimento alla mancata trasmissione di due delibere del Consiglio di presidenza dell’Ars e al rendiconto del Pid-Cp che non riportava la firma dei vertici burocratici, imputando le lacune alla segreteria generale di Palazzo dei Normanni. Nel mirino della Corte dei Conti finisce anche il sito Internet dell’Ars, dove vengono pubblicate alcune informazioni. Per il consigliere Carra “il sito dell’Ars non è per niente chiaro riguardo al passaggio dei deputati da un gruppo parlamentare a un altro, mancano i riferimenti temporali”. Sul punto, anche il presidente Graffeo è stato netto: “Non si può consentire che la Corte venga a conoscenza dello scioglimento di gruppi parlamentari solo dal sito Internet”. Insomma, i giudici sollecitano l’Assemblea regionale a informare tempestivamente la Corte e a farlo attraverso atti ufficiali.
è stata rinviata a lunedì prossimo la seduta d’Aula a Palazzo dei Normanni che si doveva tenere ieri pomeriggio per incardinare i documenti finanziari, così come era stato stabilito in conferenza dei capigruppo per poi arrivare ad approvare bilancio e legge di stabilità entro fine aprile, termine ultimo per l’esercizio provvisorio.
Invece si sono protratti i lavori in commissione Bilancio per esaminare gli emendamenti alla finanziaria. Fino alla mattina di venerdì si era arrivati solo all’articolo Gov 3 e i lavori in commissione di merito sono stagnati per tutta la giornata.
Per la prima volta ha presieduto la Sala D’Ercole Giuseppe Lupo (Pd), eletto vicepresidente nelle scorse settimane e a lui è toccato il compito di rinviare l’aula alle 10 di lunedì, fissando il termine per gli emendamenti ai documenti finanziari per le 22 dello stesso giorno. Una seduta durata poco meno di un’ora. Durante il fine settimana i lavori della commissione bilancio si protrarranno ad oltranza per cercare di trovare la quadra sugli emendamenti e portare in aula un testo che comunque si dovrà sottoporre al fuoco delle opposizioni.
Il maggiore ostacolo che si sta avendo sono i fondi per i comuni e per i liberi consorzi, erogatori primari di servizi ai cittadini, quali ad esempio l’assistenza ai disabili, la manutenzione delle strade e degli edifici scolastici (anche alla luce delle tragedie che si sono verificate in questi ultimi tempi). Lo scontro è frontale tra maggioranza e opposizione in questo settore, con una minoranza che chiede coperture certe come quelle per i Cupa (consorzi universitari), che consentano di erogare effettivamente i servizi. Peraltro nella lettera di accompagnamento di Baccei allegata alla delibera n. 90 di giunta del 9 aprile sulla copertura finanziaria per il 2015 lo stesso assessore all’Economia scrive che c’è una “accertata impossibilità di trovare apposite coperture finanziarie a carico del bilancio regionale per il concorso al risanamento della finanza pubblica” e questo la dice lunga sulle effettive entrate in bilancio.
Intanto la Procura della Repubblica di Palermo ha depositato l’avviso di chiusura indagine nell’ambito dell’inchiesta sulle spese pazze all’Ars. In tutto erano 97 gli indagati. In questa prima tranche la chiusura di indagine riguarda 14 politici, tutti ex capigruppo dei maggiori partiti nella scorsa legislatura e i quali si profilerebbe dunque il rinvio a giudizio per peculato. “Se dovesse arrivare un rinvio a giudizio mi dimetterei subito da presidente della commissione Affari istituzionali", ha detto, Antonello Cracolici (Pd), nel giorno in cui la Procura di Palermo ha chiuso le indagini sui 14 ex capigruppo dell’Ars della scorsa legislatura, in merito alle presunte ‘spese pazze’ dei gruppi. "Non potrei mai proseguire – ha aggiunto il deputato – una funzione istituzionale. Continuo nel mio percorso di grande trasparenza che ho intrapreso fin da quando mi è stato notificato l’avviso di garanzia. Continuo a pensare che quello che è successo sia frutto di un grande equivoco.

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