La raffinazione si riconverte, un modello verde per Gela - QdS

La raffinazione si riconverte, un modello verde per Gela

Rosario Battiato

La raffinazione si riconverte, un modello verde per Gela

giovedì 30 Aprile 2015

A ritmo serrato avanzano i contenuti del protocollo siglato a novembre tra Eni e Regione al Mise. Attivi 13 cantieri con oltre 150 lavoratori, in avvio altri 18 per 275 unità in cig

PALERMO – Da simbolo della crisi della raffinazione dell’Isola a modello green. Il futuro di Gela si è capovolto in pochissimi mesi e lunedì scorso, in occasione dell’incontro alla presidenza della Regione con Rosario Crocetta, l’assessore Bruno Caruso, una delegazione dei sindacati e i rappresentanti dell’Eni, si è aggiunto un ulteriore tassello al protocollo, siglato il 6 novembre al ministero dello Sviluppo economico, per l’area gelese e le attività industriali del cane a sei zampe in Sicilia.
A circa due settimane dall’incontro del 15 aprile, lo stato di attuazione del protocollo Gela continua a prendere forma. “Tutti i partecipanti – si legge in una nota – hanno ribadito il proprio impegno per la rapida esecuzione di tutte le attività previste dal protocollo, di cui confermano la validità e la strategicità”.
 Di cosa si tratta? È tutto scritto in un documento congiunto di sintesi delle attività svolte e programmate.
Eni ha confermato il cronoprogramma relativo alle proprie attività downstream per la riconversione della Raffineria di Gela in green refinery – leggiamo nel documento – e upstream per le attività di esplorazione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Il documento in allegato all’accordo e relativo alla riconversione green contiene tutti numeri del prossimo futuro: realizzazione nel 2016, avvio della produzione nel primo semestre dell’anno successivo per 750 mila ton/anno di biofuels di rigenerazione con tecnologia proprietaria. Le ingegnerie relative alle attività upstream, oltre che procedere “secondo programmi”, hanno precisato dall’Eni, sono state ulteriormente implementate e verranno realizzate a Gela già a partire dal prossimo luglio con l’impiego di 50 unità che inizialmente non erano previste nel protocollo.
Attualmente sono già attivi ben 13 cantieri con più di 170 unità impiegate tra manodopera locale e non locale del diretto (18) e dell’indotto (156). Altri 18 cantieri sono in fase di apertura e consentiranno, già a partire dal mese di maggio, di impiegare ulteriori 270 risorse. Secondo Cgil, Cisl e Uil “questi 18 cantieri impiegheranno 275 unità che, come ribadito anche nel verbale di oggi (martedì, ndr), saranno prelevate dalla lista di disponibilità cosi da porre fine alla cassa integrazione che da mesi consente di vivere a centinaia di lavoratori metalmeccanici”. Numeri che potrebbero ispessirsi ulteriormente con quelli derivanti dalle attività di decommissioning dell’area Isaf (Industria siciliana acido solforico), ma soltanto se il relativo procedimento autorizzativo si chiuderà “con la medesima tempistica dei procedimenti di competenza regionale”. Inoltre, si legge nella nota, tutte le attività di bonifica già autorizzate “sono in corso o completate”.
In fase di predisposizione restano gli accordi attuativi richiesti dal comune di Gela, che potrebbero essere siglati già nei prossimi giorni alla Prefettura di Caltanissetta, che riguardano le opere compensative relative all’allestimento del Museo regione “Eschilo” e alle attività straordinarie e urgenti di dragaggio del porto rifugio di Gela, un cantiere che rientrerà nel progetto complessivo di riqualificazione portuale. Sempre al capitolo “misure di compensazione”, previsto all’articolo 6.2 del protocollo, l’Eni e la Regione stanno procedendo “alla valutazione congiunta dei progetti di rifunzionalizzazione della Diga Disueri, già redatti e trasmessi dal dipartimento regionale Acqua e rifiuti”.
 

 
Un futuro da capoluogo dello sviluppo sostenibile
 
PALERMO – Il caso Gela è ormai passato da esempio per lo studio della crisi industriale siciliana a episodio pilota, e speriamo ricco di puntate future, di una riconversione sostenibile della raffinazione isolana. In altri termini, un modello di recupero e rilancio, con bonifiche annesse, per un importante sito produttivo che si trovava sulla via del tramonto.
La Regione ed Eni hanno confermato di voler creare “un importante polo della green economy e della formazione – si legge sul testo dell’accordo -, centrato sul Safety Competence Center per la gestione di figure professionali che potranno essere utilizzate per il coordinamento e la sicurezza dei siti industriali Eni nel mondo, che si arricche oggi anche delle attività di formazione per il corpo dei vigili del fuoco”.
E non solo. I rappresentanti del cane a sei zampe presenti all’incontro hanno ricordato che, assieme al comune di Gela, sta procedendo l’attività di progettazione degli interventi di efficienza energetica in favore del comune che verranno inseriti all’interno della programmazione più ampia in materia di energie rinnovabili e autosufficienza energetica prevista dal ‘Patto dei sindaci’”.

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