Il ministro Poletti: "Nuovo Isee rilasciato in 5 giorni" - QdS

Il ministro Poletti: “Nuovo Isee rilasciato in 5 giorni”

Oriana Gionfriddo

Il ministro Poletti: “Nuovo Isee rilasciato in 5 giorni”

sabato 02 Maggio 2015

Alla Camera si chiarisce che verranno dimezzati i tempi previsti dalla legge

ROMA – Più di 150.000 dichiarazioni acquisite relative all’Isee, secondo i dati Inps al 25 marzo 2015, e solo 5 giorni di attesa, dalla presentazione della dichiarazione sostitutiva unica, per il rilascio delle attestazioni che permettono di accedere a servizi ed agevolazioni. Ad affermarlo è il ministro del Welfare Giuliano Poletti durante un’interrogazione alla Camera, sottolineando come in questo modo vengano dimezzati i tempi massimi previsti dalla norma.
Ed è questa la risposta che il ministro dà dopo le tre sentenze del Tar del Lazio (nn. 2454, 2458 e 2459 del 2015) che avevano dato ragione ad alcune associazioni di disabili, stabilendo che i contributi ricevuti ai fini assistenziali tra cui pensioni di invalidità ed indennità di accompagnamento non devono essere conteggiati nel reddito complessivo.
Di fatto quindi nessuno stop per l’applicazione del nuovo Isee entrato in vigore a gennaio 2015. Come precisato dal titolare del dicastero di via Veneto rispondendo ad un’interrogazione di due deputati del gruppo Pi-Centro democratico: «pensiamo che oggi interrompere questo percorso creerebbe più danni, che vantaggi», e consideriamo sia «necessario continuare ad applicare l’Isee, e a fare un monitoraggio».
Sarà presentato comunque il ricorso al Consiglio di Stato, perché l’esecutivo reputa “il contenuto di merito del decreto e del regolamento di applicazione siano perfettamente legittimi, e che l’inclusione dei trattamenti assistenziali nella nozione di reddito ai fine Isee sia controbilanciata dalla possibilità di ridurre le spese sostenute per l’assistenza personale e collaboratoti domestici, nonché alla franchigie differenziate in base alle condizioni di disabilità”.
Per quanto riguarda le accuse sui tagli alle pensioni di 2mila euro mensili, Poletti replica che il governo, cui “compete” decidere in materia, non “intende procedere su questa direzione”, malgrado le “interessanti elaborazioni” dell’Istituto di previdenza sociale.

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