Grande distribuzione, è crisi nera. In vista licenziamenti a catena - QdS

Grande distribuzione, è crisi nera. In vista licenziamenti a catena

Michele Giuliano

Grande distribuzione, è crisi nera. In vista licenziamenti a catena

martedì 05 Maggio 2015

In Sicilia persi nell’ultimo triennio 20 mila posti di lavoro nel terziario: anche l’Auchan nel tunnel. I più grandi marchi in difficoltà da tempo: nell’Isola anche Coop e Carrefour

PALERMO – Sino ad oggi la grande distribuzione è stata vista come l’ancora di salvezza per il mercato del lavoro siciliano e la sua economia. Analisi d’impeto e senza effettivi riscontri statistici e conseguenze socio-economiche: perché se da una parte i supermercati sono stati aperti a frotte in Sicilia, dall’altra però progressivamente i centri abitati si sono svuotati. Quale sia effettivamente il saldo non è mai stato reso noto e si è invece valorizzato di più il dato delle nuove assunzioni nei grandi centri commerciali e affini. Ora però, dopo l’iniziale boom di aperture e assunzioni, anche per la Gdo è arrivato il tempo della crisi.
L’ultimo di una serie numerosa di contraccolpi porta con sé dietro l’ennesima illustre “vittima”, vale a dire il marchio “Auchan”.
 
La prestigiosa catena di ipermercati, che occupa 11.422 dipendenti e ha 51 sedi in Italia, ha avviato le procedure di mobilità per circa 1.500 addetti. I sindacati hanno proclamato per il 9 maggio una giornata di sciopero in tutta Italia e non escludono mobilitazioni prima di quella data. In Sicilia la società conta 1.137 dipendenti in sei punti vendita (Palermo, Carini, Melilli e tre in provincia di Catania) e i posti di lavoro a rischio sono 267.
“Il modo di gestire l’azienda è incomprensibile – dice la segretaria regionale della Uiltucs, Marianna Flauto -. Se Auchan ha registrato perdite, queste sono il frutto di politiche aziendali sbagliate e non possono essere i lavoratori a farne le spese. Tra le ragioni dei licenziamenti, la società indica pratiche di concorrenza sleale, soprattutto al Sud, dove nella grande distribuzione molti operatori economici non applicano i contratti collettivi di categoria nazionale; oppure applicano i contratti part-time mentre il personale lavora full time. Se il mercato è drogato, devono essere potenziati i controlli, non possono essere i lavoratori a farne le spese”.
La Filmcams Cgil ha tirato le somme in Sicilia ed ha indicato numeri davvero allarmanti: nell’isola nell’ultimo triennio ci sono stati ben 20 mila licenziamenti nel terziario. Quella di Auchan è però solo uno dei tanti campanelli d’allarme che in Sicilia sono suonati negli ultimi anni. Figura ad esempio il “Mercatone Uno” che ha già presentato istanza di concordato preventivo. E neanche a dirlo a rischiare più di tutti sono i lavoratori proprio dei tre punti vendita che si trovano in Sicilia.
C’è poi la Coop che oramai da tempo ha iniziato un trend che non ha portato a licenziamenti ma i contraccolpi ci sono stati. Alla fine sono stati attivati nel messinese e catanese i contratti si solidarietà, mentre si sono registrati 62 lavoratori che sono andati in mobilità volontaria e incentivata. Ha poi chiuso il punto vendita di Modica e rischia allo stesso modo anche quello di Ragusa. Di contro si parla di nuove aperture nel palermitano ma ancora di ufficiale non c’è nulla.
Stessa fine anche un altro grande marchio, “Carrefour”: si parla nell’imminenza di 77 licenziamenti.
 

 
I numeri delle aziende, specchio della realtà
 
In questi giorni il colosso “Carrefour” ha dato i numeri per quanto riguarda la sua situazione di crisi e probabilmente sono lo specchio di una realtà diffusa nella grande distribuzione: “La decisione di procedere al licenziamento collettivo – spiega l’azienda in un documento inviato ai sindacati – deriva dalla persistente situazione di crisi in un cui versa l’intera rete aziendale diretta in Sicilia. Le vendite lorde sono diminuite di circa 29 milioni di euro negli ultimi quattro anni. Dal 2010, il numero di clienti è fortemente diminuito con una perdita di 1,4 milioni di clienti e una flessione del 21 per cento”. “Ci batteremo al prossimo incontro con l’azienda – annuncia  Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia – per trovare tutte le soluzioni volte a tutelare i lavoratori. La crisi del settore non può continuare a mietere altre vittime”. Catania è la provincia più colpita dai licenziamenti, considerando che è anche quella con la maggior concentrazione di attività nella grande distribuzione: “Chiediamo alle amministrazioni comunali di fare più attenzione alle richieste di nuove aperture di centri commerciali a Catania valutando bene se vi sono ancora spazi idonei senza alcuna speculazione edilizia e senza favoritismi” ha precisato la Cgil.

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