Sicilia, aree protette a rischio infrazione - QdS

Sicilia, aree protette a rischio infrazione

Rosario Battiato

Sicilia, aree protette a rischio infrazione

mercoledì 06 Maggio 2015

Nel mirino della Commissione Ue i siti Natura 2000: “Criticità esistenti nelle amministrazioni regionali, in particolare nella Sicilia”. Avviato un fascicolo Eu Pilot, un sistema per sollevare dubbi sulla violazione del diritto dell’Unione

PALERMO – C’è anche la Sicilia tra le regioni segnalate dalla Commissione europea per il mancato rispetto delle aree protette. Un ammonimento che non vale ancora una procedura di infrazione – sarebbe la numero 94 per l’Italia – ma che rappresenta un preciso allarme per la gestione del patrimonio verde nazionale.
La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dalla versione online de l’Espresso. L’Ue ha riepilogato l’intera vicenda, frutto di un lungo carteggio con Roma cominciato già nell’estate scorsa, in un documento di 12 pagine in cui sono riassunte alcune delle principali violazioni relative alla salvaguardia di queste aree protette. Responsabilità che ricadono direttamente sugli enti locali, che in larga parte sono i protagonisti della gestione, e che coinvolgono ad ampio raggio anche altri pezzi importanti delle amministrazioni regionali.
Il fascicolo Eu Pilot, un sistema che permette di sollevare dubbi su profili di violazione del diritto dell’Unione prima dell’apertura della procedura, riassume le molteplici denunce relative alla mancata attuazione in Italia di alcune disposizioni contenute nella direttiva Habitat.
 
Tra le conclusioni leggiamo alcune richieste precise, 21 in totale, da ottemperare per evitare che la procedura segua il suo corso. Il punto primo riguarda l’assicurazione che a livello regionale e nazionale “non siano ammesse deroghe alla Vinca (valutazione d’incidenza, ndr) per determinati progetti piani” ad esempio per i tagli forestali, mentre il secondo chiede che nella procedura di Vinca sia incrementata “la trasparenza”.
 
Al punto tre si richiede che gli enti gestori di rete natura 2000 – 238 siti in Sicilia (dati ministero dell’Ambiente) – siano soggetti “in grado di garantire il pieno rispetto degli obblighi derivanti dalla direttiva”. Sempre in quest’ambito di responsabilizzazione si richiede il rafforzamento del ruolo dell’ente gestore del sito interessato dal piano/progetto nella procedura di Vinca.
 
Altri passaggi riguardano le misure e gli obiettivi di conservazione e il miglioramento delle procedure di raccolta dati e gestione online, nonché un continuo aggiornamento delle informazioni su presenza, distribuzione qualità degli habitat per ciascun sito.
Non osservare questi punti sarebbe molto grave. Anche per questo i servizi della Commissione “invitano le autorità italiane – si legge nel documento – a intervenire presso le autorità regionali competenti al fine di impedire un ulteriore degrado dei siti Natura 2000 interessati”. In particolare si esprime particolare preoccupazione perché i servizi della Commissione “continuano a ricevere informazioni circa le criticità esistenti nelle amministrazioni regionali, in particolare in Sicilia, Calabria, Veneto, Puglia, Abruzzo e Sardegna”.
In allegato ci sono anche tutti gli episodi di possibili violazioni, oggetto di denunce ricevute o trattate dalla Commissione successivamente al luglio 2014, data di apertura dell’Eu Pilot. I casi sono ben nove e proprio all’ultimo punto, alla voce “siti militari”, c’è un passaggio specifico che riguarda la Sicilia. “Sulla base delle informazioni disponibili (si fa riferimento al dossier di Legambiente sulle servitù militari del maggio 2014, ndr) – si legge nella parte conclusiva del documento – sembrerebbe che esercitazioni militari, anche a fuoco, vengono regolarmente effettuate nei siti Natura 2000 in diverse regioni italiane (tra cui appunto la Sicilia, ndr) in assenza di studi e valutazioni di incidenza e spesso senza autorizzazioni degli enti gestori dei siti”.
 

 
Sono otto le aree attentamente monitorate
 
PALERMO – Tra le altre aree finite sotto la lente di ingrandimento dell’Ue troviamo l’Abruzzo, dove le segnalazioni hanno riguardato diverse criticità in merito ai monitoraggi e l’assenza di trasparenza, nonché lacune di coordinamento delle procedure Vinca. Anche il Lazio è monitorato a causa del suo piano di gestione dei rifiuti che non sarebbe stato sottoposto a una valutazione prevista nella direttiva Habitat. In Lombardia il sito in esame è quello delle “Cave danesi” che non avrebbe una adeguata valutazione di incidenza ambientale. In Sardegna il piano di sviluppo aeroportuale dell’aerostazione di Cagliari-Elmas è stato probabilmente approvato senza una Vinca relativa all’adiacente sic “Stagno di Cagliari, saline di Macchiareddu, Laguna di Santa Gilla”. In Campania c’è l’impatto ambientale di diversi impianti eolici ricadenti nel sic “Pendici meridionali del monte Mutria”. Due i siti coinvolti in Toscana che riguardano l’impatto ambientale delle cave di marmo attive nel parco regionale delle Alpi Apuane, e la probabile compromissione della centrale termoelettrica a biomasse in provincia di Siena confinante con il sic “Alto Merse”. Ultimo pezzo riguarda le competizioni motociclistiche che si sono svolte nell’area del Parco Nazionale di Monti Sibilli nel comune di Norcia in Umbria.

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