Bandiere blu, Sicilia sul fondo d'Italia - QdS

Bandiere blu, Sicilia sul fondo d’Italia

Rosario Battiato

Bandiere blu, Sicilia sul fondo d’Italia

mercoledì 13 Maggio 2015

Soltanto cinque riconoscimenti all’Isola (con quasi 1000 km di costa), che guadagna Tusa ma perde Ragusa e Marsala. La Liguria domina la classifica con 23 località segnalate, seguita da Toscana e Marche

PALERMO –  Ci sono 280 spiagge italiane ad aver meritato il riconoscimento delle Bandiere Blu 2015. A dispetto di una delle coste più lunghe d’Italia la Sicilia si piazza soltanto decima nella classifica dei riconoscimenti che ha premiato 147 comuni e 66 approdi turistici. Un magro bottino per un grande patrimonio costiero che ha evidenti difficoltà a rispettare le regole della sostenibilità e della qualità delle acque richieste dalla Fee (Foundation for environmental education).
L’Italia si aggiudica il 7% delle bandiere blu assegnate a livello internazionale, registrando una crescita rispetto allo scorso anno che “dimostra, nonostante le ridotte risorse economiche, la volontà di tanti comuni di non mettere al secondo posto l’attenzione per l’ambiente”, ha spiegato Claudio Mazza, presidente della Fee Italia.
 
La grande protagonista della prossima estate sarà Liguria che ha visto piantare ben 23 bandiere con 3 nuovi ingressi. Seguono la Toscana con 18 località e le Marche con 17. In Campania si arriva a 14 bandiere grazie anche a un nuovo ingresso; stesso discorso per la Puglia che arriva ad 11.
 
Nel secondo gruppo troviamo l’Emilia Romagna che si conferma a quota 9, stesso risultato dello scorso anno, l’Abruzzo che passa da 10 a 8; anche il Veneto ne prende 8 (con un nuovo ingresso) così come il Lazio, la Sardegna (2 nuovi acquisti). Bisogna attendere il terzo gruppo per trovare la Sicilia con cinque bandiere. Il risultato non è negativo soltanto per le poche segnalazioni, ma anche perché rispetto allo scorso anno perde due postazioni per guadagnarne soltanto una, piazzandosi appena davanti alla Calabria con 4, al Molise con 3, al Friuli Venezia Giulia con 2, alla Basilicata con 1.
La tendenza nazionale positiva, 7 comuni in più considerando 11 nuovi ingressi e 4 uscite, non è seguita dalla media siciliana che invece ha visto ben 2 località in meno, Ragusa e Marsala, in cambio e l’accesso di Tusa (Lampare) in provincia di Messina. Le confermate sono Ispica (Ciriga, Santa Maria del Focallo), Lipari (Acquacalda, Canneto, Vulcano Spiagge Termali, Vulcano spiaggia Gelso), Menfi (Lido Fiori Bertolino, Porto Palo Cipollazzo) e Pozzallo (Pietre Nere, Raganzino).
Le altre località che hanno conquistato il prezioso vessillo sono: Capaccio (Campania); Terracina (Lazio); Borghetto S.Spirito, Taggia, S.Margherita Ligure (Liguria); Cannobio (Piemonte); Castellaneta (Puglia), Castelsardo, Sorso (Sardegna), Rosolina (Veneto). Le sconfitte, invece, sono Silvi e Rocca S. Giovanni (Abruzzo).
Quali sono i criteri che hanno portato la stragrande maggioranza delle spiagge isolane fuori dal prestigioso riconoscimento? Si passa “dall’assoluta validità delle acque di balneazione”, che devono avere una qualità ‘eccellente’, ai ben noti drammi ambientali dell’Isola: efficienza della depurazione,  raccolta differenziata alle aree pedonali, piste ciclabili e spazi verdi, fino alla dotazione di tutti i servizi sulle spiagge. Alla fase di valutazione, portata avanti dalla Giuria nazionale, hanno collaborato diversi enti: i ministeri dei Beni culturali e delle Politiche agricole, gli assessorati regionali al Turismo, il Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia costiera, l’Ispra e i sindacati balneari.
Le Bandiere Blu non servono soltanto a censire la qualità della gestione delle coste ma sono anche un grande stimolo turistico: secondo una ricerca interuniversitaria realizzata dagli atenei di Urbino e di Perugia “per il 94% dei comuni ci sono vantaggi per il rafforzamento dell’immagine” e “’l’88% ha riscontrato un aumento di soddisfazione da parte dei turisti”.

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