Leoluca Orlando risponde a Roberto Maroni: "Non saremo complici di genocidio" - QdS

Leoluca Orlando risponde a Roberto Maroni: “Non saremo complici di genocidio”

redazione

Leoluca Orlando risponde a Roberto Maroni: “Non saremo complici di genocidio”

lunedì 08 Giugno 2015

Il Presidente dell'Anci Sicilia si scaglia contro il governatore lombardo che ha intimato ai sindaci lombardi di non accogliere più migranti

PALERMO (askanews) – "Noi sindaci non vogliamo essere considerati complici del genocidio in corso nel Mediterraneo. Ed è per questo motivo che oggi a Berlino, per rispondere all’invito ufficiale del Parlamento tedesco, il Bundestag, illustrerò il contenuto della Carta di Palermo, approvata lo scorso marzo, al termine del convegno internazionale `Io sono persona’, sulla mobilità umana internazionale". Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, attaccando con durezza la presa di posizione di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, che ha intimato ai sindaci lombardi di non accogliere più migranti per non incorrere nel taglio dei trasferimenti regionali.

"Voglio ricordare – ha aggiunto Orlando – che nel 2011 fu siglato un accordo tra Stato, Regioni e Anci per fronteggiare l’emergenza Nord Africa con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa per dare un aiuto concreto a chi soffre e a chi è costretto a lasciare la propria terra d’origine per fuggire a guerre, soprusi e violenze. Adesso, con l’assurda presa di posizione di Maroni, ci ritroviamo con dichiarazioni e intenti di tutt’altra specie che ci lasciano di sasso non solo per la durezza ma per la totale mancanza di umanità".

"A nome dei comuni siciliani come presidente dell’AnciSicilia – ha concluso Orlando – voglio confermare la cultura dell’accoglienza delle comunità siciliane che, in contrasto con gli egoismi europei, determinano una soffocante complicità e un vero e proprio genocidio. Se l’Ue non vuole continuare ad essere complice di questa strage degli innocenti, deve prendere in considerazione la Carta di Palermo, che prevede l’abolizione di quello che è diventato un vero e proprio strumento di tortura: il permesso di soggiorno. E’ ora che gli Stati europei si rendano conto che verranno considerati responsabili e complici di questo genocidio come gli italiani e i tedeschi nei riguardi degli stermini nazifascisti".


Anche il il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, parlando a Skytg24 è intervenuto sulla questione dei migranti: "Strutture come le caserme possono essere utilizzate sul modello di hub regionali per l’accoglienza dei profughi. Sono soluzioni che non vanno però bene nel medio periodo perchè poi bisogna puntare sulla diffusione sul territorio".
Secondo Chiamparino "anche per favorire l’inserimento degli immigrati, è necessaria la loro diffusione sul territorio. Ci sono diversi esempi positivi che potrei citare – ha aggiunto – alcuni portati avanti anche da sindaci leghisti".
 
In pieno accordo con Maroni si è dichiarato (in un’intervista a Repubblica) il neo governatore della Liguria, Giovanni Toti: "Il governo deve smetterla di frignare sui profughi. Ha ragione Maroni, scriverò con ferma cortesia ai prefetti e poi a tutti i sindaci della Liguria per bloccare gli arrivi: l’avrei già fatto ma non è ancora arrivato il decreto che ufficializza la mia elezione a governatore".

"Purtroppo noi governatori non siamo dotati di poteri autonomi, ma la conferenza Stato Regioni dovrebbe intervenire – ha aggiunto – . Subito dopo i ballottaggi Maroni, Zaia e io abbiamo fissato un incontro a Venezia, per allineare le politiche delle nostre regioni. Un blocco che è innanzi tutto amministrativo, sui temi dei migranti, certo, ma anche sull’omogeneità fiscale, la cooperazione tra amministrazioni. Ed è anche un blocco politico.
Il blocco del Nord sarà un laboratorio politico del centrodestra, dove Forza Italia e la Lega Nord allargheranno le loro alleanze.
E non parlo solo di partiti ma anche di associazioni".

E i migranti? "Li riportiamo a casa. Se l’Ue e l’Onu non se ne occupano, allora il govenro deve smetterla di frignare e deve agire: con un blocco navale e poi allestendo sulle sponde dell’Africa campi profughi per aiutarli. L’Italia farà la sua parte insieme all’Onu e agli stati del Mediterraneo".

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