Sicilia ferma nel numero di hospice - QdS

Sicilia ferma nel numero di hospice

Maria Francesca Fisichella

Sicilia ferma nel numero di hospice

mercoledì 10 Giugno 2015

Nel territorio nazionale è in aumento la presenza di strutture per la somministrazione di cure palliative. A parità di popolazione il Veneto registra un incremento di 7 posti letto

PALERMO – Se nel 2013 sul territorio nazionale gli hospice per la somministrazione delle cure palliative erano in totale 221 e si contavano 2.307 posti letto, dal nuovo rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n.38 del 15 marzo 2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”) emerge che nel 2014 tali strutture sono cresciute di numero, se ne contano infatti 231 e 2551 posti letto, anche questi ultimi, dunque, in aumento.
In tutto questo la Sicilia è rimasta ferma ai suoi 13 hospice, aumentando di dieci unità i posti letto, ovvero giungendo a 126. In Veneto invece, che alla Sicilia si equipara per popolazione, si rileva un incremento nel numero di hospice, che da 21 (nel 2013) diventano 22, e così anche nel numero dei posti letto, che da 185 salgono a 192. E se è vero che rispetto ai dati presentati nella passata edizione del rapporto le strutture residenziali di cure palliative sono aumentate di dieci unità, è pur vero che non risulta ancora realizzato il numero di strutture previste con i finanziamenti messi a disposizione dalla legge 39/99; ma si auspica che, una volte completate le strutture programmate dalle regioni ed ancora mancanti, si possa presupporre che l’offerta residenziale di cure palliative possa essere completa.
Eppure gli hospice rappresentano un tassello fondamentale per l’applicazione della legge. È, infatti, chiaramente espresso nel documento in analisi che “La rete nazionale di cure palliative introdotta dalla legge 38/2010 deve garantire la continuità assistenziale del malato, dalla struttura ospedaliera al suo domicilio; è costituita dagli hospice e dall’assistenza erogata a livello domiciliare, funzionalmente correlati tra loro ed attivamente integrati con le strutture ospedaliere e con le altre strutture residenziali territoriali (….)”.
La rete di cure palliative, infatti, prevede l’erogazione di specifica assistenza nelle fasi avanzate e terminali della malattia e si rivolge alle esigenze di supporto dei malati ma anche dei familiari. è elemento fondamentale delle cure palliative la continuità dell’intero progetto assistenziale individuale; non a caso, il medico di medicina generale ricopre un ruolo importantissimo di coordinamento degli interventi di base e specialistici, erogati a livello ospedaliero e domiciliare, nonché in hospice.
è, però, ancora in via di attuazione l’offerta di assistenza palliativa domiciliare di base e specialistica. Dai dati presenti nel sistema informativo sanitario del ministero della Salute (Flusso Siad) nel 2014, così come nel precedente anno, le Regioni e le Province autonome che hanno inviato informazioni relative all’assistenza domiciliare risultano complessivamente 19 su 21. In questo caso la Sicilia ha assistito in totale (donne e uomini) 2.947 pazienti, di cui 2.538 con stato di terminalità oncologica e 442 con stato di terminalità non oncologica. Sempre sulla base dei dati rilevati dal flusso Siad, rispetto allo scorso anno si registra un aumento del 30 per cento del totale del numero di pazienti assistiti in assistenza domiciliare.
E non ultimo, dal rapporto emerge un aspetto piuttosto interessante per capire a che punto è l’attuazione della legge sui diversi territori.
Le reti di cure palliative, ed in particolare le strutture hospice, svolgono ancora un’attività assistenziale prevalentemente dedicata a pazienti affetti da patologia neoplastica. Inoltre, nelle regioni del centro-nord la provenienza prevalente è la struttura ospedaliera, seguita dal domicilio del paziente con cure palliative domiciliari attive.
Mentre si registrano nelle regioni della Basilicata, Calabria e Sicilia valori più elevati relativamente alla provenienza dell’assistito dal proprio domicilio, in assenza di cure palliative domiciliari attive.

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