Renzi al Sud. Vi do migreconomics - QdS

Renzi al Sud. Vi do migreconomics

Carlo Alberto Tregua

Renzi al Sud. Vi do migreconomics

mercoledì 10 Giugno 2015

No infrastrutture, ma ospitalità

Renzi è l’ultimo presidente del Consiglio, da vent’anni a questa parte, che non ha in agenda il decollo del Sud: otto regioni, nelle quali vivono venti milioni di persone in un territorio grande quattro decimi di quello nazionale, ove le infrastrutture e il tasso di sviluppo sono un terzo delle otto regioni del Nord.
Da Berlusconi a Prodi, da Monti a Letta, nessun governo ha fatto una vera politica per l’integrazione del Meridione nel Paese, quanto a tasso di sviluppo ed a benessere.
Né Centro Destra, né Centro Sinistra, né Ulivo, né cespugli si sono mai posti seriamente la questione meridionale, antica fin dal momento in cui il Sud è stato annesso al Piemonte ed al resto dell’Italia. Anzi, al tempo dei Borboni il tenore di vita medio dei meridionali era perfino superiore a quello dei settentrionali.
Tutti costoro non hanno fatto come Helmut Kohl che dal 1989 ha investito risorse enormi nella Ddr, che oggi è al livello della ex Germania Ovest.

Probabilmente senza volerlo, la liberalizzazione dell’immigrazione proveniente dall’Africa, ha messo in moto di fatto una nuova attività che, giorno dopo giorno, diventa più importante anche in termini economici: migreconomics.
Si tratta di tutte le funzioni che ruotano attorno al processo cominciato con i migranti, i quali stanno arrivando in numero sempre più elevato, tanto che si stima, alla fine di quest’anno, possano superare la soglia di duecentomila.
Il Governo ha stanziato fra trenta e trentacinque euro al giorno pro capite per l’ospitalità, la ristorazione e l’assistenza, che miriadi di cooperative costituite ad hoc o già esistenti stanno approntando, perché i disperati che arrivano devono essere sostenuti, alloggiati ed a loro bisogna dare un minimo di igiene.
Si stima che il Governo alla fine dell’anno avrà speso direttamente oltre un miliardo e indirettamente sostenuto spese per la Marina, che li va a prendere, per le Forze dell’ordine che li devono controllare sul nostro territorio, per Vigili del fuoco, Protezione civile, assistenza sociale, sanità ed altre strutture pubbliche forse un altro miliardo. Due miliardi tondi per la migreconomics.

Frontex, la struttura europea di traghettamento, ha aumentato il suo stanziamento da trenta a novanta milioni, mentre navi tedesche, britanniche e di altri Paesi si affrettano ad andare in prossimità delle coste libiche (a venti o trenta miglia) per imbarcare i poveracci stipati in pericolosissime carrette del mare.
Ma poi li portano nelle ospitali rive del Meridione d’Italia, con una concentrazione notevole in quelle della Sicilia. Le navi traghetto stanno saltando Lampedusa, che viene privata di un apporto economico che in questi anni ha dato un forte supporto alle attività dell’isola. Ma di questo Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, non si lamenta anche se, riteniamo, le piacerebbe farlo.
Il guaio di questa faccenda è che i migranti non vogliono farsi identificare, per paura di essere rimandati indietro o di non potere andarsene, insalutati ospiti, verso i Paesi del Nord e del centro dell’Europa. Cosicchè si è realizzata una situazione paradossale: sul nostro territorio vi sono centinaia di migliaia di migranti, ma solo poche migliaia hanno diritto di asilo politico e quindi incardinati nel nostro sistema-Paese.

È notizia di questi giorni che un signore di 83 anni di Livorno ha messo a disposizione la sua casa ove sono ospitati sette migranti, non sappiamo se bollinati perché hanno ricevuto l’asilo politico oppure anonimi. Una cooperativa si è affrettata a prendere in affitto la villetta e gestirà i servizi relativi, percependo i famosi trenta o trentacinque euro al giorno pro capite dallo Stato.
Data la crisi, suggeriamo a tanti meridionali che possiedono la seconda casa, di metterla a profitto col sistema prima indicato.
Passiamo alla sparata del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha intimato ai sindaci di non accogliere i migranti, pena la riduzione dei trasferimenti. Essa ha sapore di propaganda, perché non ci sono gli strumenti legali atti ad attuare la sua minaccia.
Il Governo continua ad accusare l’Europa di insensibilità, ma intanto Renzi con la migreconomics sta dando una mano al Sud, anziché aprire i cantieri per infrastrutture e sostenere le attività produttive.

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