Giovanni Salvi dalla Procura di Catania a Roma - QdS

Giovanni Salvi dalla Procura di Catania a Roma

Federico Arcidiacono

Giovanni Salvi dalla Procura di Catania a Roma

giovedì 18 Giugno 2015

A Palermo il Consiglio di Stato ha sospeso l’annullamento della nomina di Lo Voi. Sergio Lari promosso procuratore generale a Caltanissetta

PALERMO – Il plenum del Csm ha deciso rilevanti cambiamenti nel corpus della Magistratura, che hanno portato novità per le Procure di Roma, Milano, Napoli e Caltanissetta. Tra i magistrati interessati ve ne sono due operanti in Sicilia: Giovanni Salvi e Sergio Lari. Salvi, attuale procuratore di Catania, è stato nominato procuratore generale di Roma, mentre Lari, procuratore a Caltanissetta, resterà nel capoluogo nisseno ma assumerà anche lui l’incarico di procuratore generale.
Un valzer di nomine e poltrone che a cascata porterà il Csm a bandire altri tre concorsi per la copertura dei vertici delle Procure lasciate ormai vacanti. Ripercorrendo le vicende relative ai neo eletti pg, ricordiamo come Salvi, tra le tante inchieste, possa vantare nel suo curriculum quella sugli eventi di Ustica, come ha voluto ricordare il primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, che gli ha passato il testimone proprio sul caso in questione.
Per quanto concerne il nuovo Pg di Caltanissetta, Sergio Lari, i suoi esordi in Magistratura risalgono al 1975, anno in cui ha iniziato il suo lungo lavoro negli uffici giudiziari siciliani. È stato tra l’altro procuratore di Trapani e aggiunto alla Procura di Palermo, prima di essere nominato nel 2008 procuratore di Caltanissetta. Tra le indagini più importanti che ha diretto, quelle sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Si legano a Lari anche le recenti evoluzioni (arrivate proprio nella giornata di ieri) del caso riguardante la nomina di Francesco Lo Voi a capo della Procura di Palermo. Proprio Lari, infatti, congiuntamente al procuratore di Messina Guido Lo Forte, ha fatto ricorso contro la designazione di Lo Voi. Lari e Lo Forte hanno contestato la scelta dell’Organo di autogoverno della Magistratura, ritenendo di possedere più titoli del collega per guidare l’ufficio inquirente del capoluogo siciliano.
Il Tar del Lazio ha emanato, il 25 maggio, una sentenza in cui annullava la suddetta nomina, ma lo stesso Lo Voi, fiancheggiato dal Csm, ha impugnato il provvedimento del Tribunale amministrativo, richiedendo la sospensiva della decisione. Il Consiglio di Stato ha pertanto accettato la sospensione della sentenza, motivando la decisione con la “prevalente necessità di garantire la funzionalità dell’ufficio giudiziario, mantenendo integra la situazione esistente”. Tale considerazione in sostanza è stata fatta anche nelle richiesta di sospensiva presente nell’appello del Csm, che sottolineava “il rischio di una instabilità funzionale” alla Procura di Palermo, nel caso in cui la decisione del Tribunale amministrativo fosse stata messa in esecuzione.
Il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, ha sottolineato quanto contenuto nell’appello, esprimendo “soddisfazione” per la sospensione dell’annullamento, osservando anche lui che “la decisione garantisce la continuità nel prezioso lavoro di guida della procura di Palermo”.
La decisione finale spetta al Consiglio di Stato che si esprimerà in merito il 17 novembre. I giudici romani potrebbero confermare o annullare il pronunciamento del Tribunale amministrativo. Nel caso in cui la sentenza del Tar divenisse effettiva la parola passerebbe nuovamente al Csm, che dovrebbe rivalutare la posizione dei tre candidati.

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