Bonifica, 271 precari “illegittimi” - QdS

Bonifica, 271 precari “illegittimi”

Antonio Casa

Bonifica, 271 precari “illegittimi”

sabato 31 Ottobre 2009

Gli 11 Consorzi hanno creato negli anni un buco di 100 milioni, gli esuberi stimati in 1.000 unità. Il commissario Cosimo Gioia: “La loro assunzione non in regola, vanno licenziati”

PALERMO – Per il commissario straordinario Cosimo Gioia, incaricato di redigere il riordino del settore, la loro assunzione è illegittima. Si tratta di 271 dipendenti precari del Consorzi di bonifica siciliani (attualmente 11, ma in odore di essere ridotti a 4) ai quali non è stato rinnovato il contratto di lavoro. Lo stabilisce una direttiva emanata dal dirigente generale del dipartimento delle Infrastrutture dell’assessorato regionale all’Agricoltura. “Io seguo le norme della legge regionale 45 del 1995 – spiega Gioia al Qds -, questo personale non è stato assunto in maniera legittima”. Gioia dichiara: “è un problema creato dalla politica, se vuole essere risolto ci pensino i politici. So bene che ci troviamo di fronte a 271 padri di famiglia, ma la legge va rispettata e io ho il dovere di farla rispettare”.
Negli anni, il precariato nei Consorzi di bonifica ha assunto grandezze clientelari. Su circa 2500 dipendenti, i precari superano il migliaio. Come sono stati assunti? Nemmeno i sindacati chiariscono quest’aspetto e sull’argomento annunciano una riunione per l’11 novembre, che deciderà sullo sciopero e contestano anche “la mancanza di un vero confronto sulla riforma dei consorzi”.
Il sistema dei Consorzi di bonifica siciliano è al collasso, sia economico che gestionale. Lo ammette Gioia. “Per esempio a Enna – spiega – non hanno le somme necessarie per andare ad aprire le condotte. Appena trasferiamo dei fondi, sono automaticamente prosciugati dai decreti ingiuntivi”. Il commissario straordinario va oltre: “Non si capisce cosa facciano 400 dipendenti a Ragusa, mentre a Catania esistono evidenti carenze in organico. In ambito nazionale, il nostro sistema dei Consorzi di bonifica viene additato quale pessimo esempio di gestione”. Complessivamente, l’esubero dei dipendenti dei Consorzi è stimato nelle mille unità, pari al numero di tutti i precari.
 
Nei giorni scorsi, i lavoratori del Consorzio di Bonifia 2 hanno spedito una lettera al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, sottolineando che “mentre a livello nazionale si esalta “il posto fisso”, la Regione invia una circolare ai Consorzi di Bonifica con la quale si intima il licenziamento immediato di centinaia di lavoratori, che dopo anni di precariato vengono spinti nel baratro della disoccupazione”. “Prima dell’estate in commissione bilancio avrebbe dovuto trovare l’approvazione la legge sullo sviluppo – si legge nella lettera -. La ripetuta mancanza del numero legale ha portato allo slittamento della discussione che, nei fatti, è stata cancellata dall’agenda politica. Eppure i giornali avevano riportato un impegno deciso del presidente dell’Ars a convocare assessore e commissione per verificare i motivi per i quali era saltata la copertura economica”. “Siamo stanchi – conclude la missiva – di andare a bussare alle porte dei “signori del palazzo” che rimangono distanti anni luce dalla realtà che li circonda e confidiamo nella sua saggezza e nella sua autorità”.
Il buco finanziario dei Consorzi è enorme: 100 milioni di euro. “Stiamo continuando il monitoraggio per la vendita degli immobili e, al contempo, ipotizzando l’accensione di mutui per consentire un serio programma di rientro – continua Gioia -. Le difficoltà in cui siamo costretti ad operare sono grandi. Abbiamo accentrato i poteri del contenzioso”. Dopo la riduzione dei Consorzi, dovranno essere nominati i Consigli di amministrazione. In questo modo terminerà il regime commissariale che ha causato l’attuale sconquasso gestionale.
Il lavoro per preparare la bozza di riordino del sistema appare finalmente a buon punto. “Entro il 28 novembre finiremo di presentare il documento alle rappresentanze interessate. Spero di terminare presto il mio lavoro, non oltre la fine dell’anno”, dice Gioia che sembra quasi volersi liberare da un fardello che nessuno, al suo posto, vorrebbe avere.

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