In 6 anni le Pmi siciliane perdono il 50% di margine operativo lordo - QdS

In 6 anni le Pmi siciliane perdono il 50% di margine operativo lordo

Serena Giovanna Grasso

In 6 anni le Pmi siciliane perdono il 50% di margine operativo lordo

giovedì 09 Luglio 2015

Rapporto Cerved e Confindustria: nell’Isola quasi una Pmi su cinque rileva tra il 2007 e il 2013 un Mol negativo . Una riduzione tanto accentuata è da imputare agli anni 2008 e 2012, con contrazioni del 15,3% e 17,5%

PALERMO – La negativa combinazione tra fatturato, valore aggiunto e produttività costantemente in calo e costi medi del lavoro sempre più in crescita ha prodotto conseguenze negative sulla redditività lorda delle piccole e medie imprese meridionali: i margini operativi lordi si sono contratti del 38,6% tra 2007 e 2013, con una flessione maggiore di quella già pesante osservata a livello nazionale (31,5%). Questo è l’allarmante quadro che emerge dal “Rapporto Pmi – Mezzogiorno 2015”, pubblicato lo scorso 12 giugno da Confindustria e Cerved (società che valuta la solvibilità di imprese e persone).
Ma in cosa consiste questo cosiddetto Margine operativo lordo (Mol)? Si tratta di un margine che indica il risultato lordo della gestione ordinaria della società, ossia i ricavi meno i costi, senza prendere ancora in considerazione gli oneri, gli interessi finanziari, gli ammortamenti e le imposte. Come di consuetudine, la situazione siciliana continua a non rallegrarci: infatti, particolarmente critica è la posizione assunta dalla nostra Isola che assiste ad un letterale dimezzamento del Mol nell’arco temporale oggetto della nostra considerazione (-50,2%). Tale netta contrazione è da addebitare in particolar modo all’andamento dell’economia negli anni 2008 e 2012: infatti, si parla di una riduzione del margine operativo lordo pari al 15,3% tra il 2007 e il 2008 e del 17,5% tra il 2011 e il 2012.
Nonostante nel 2013 la contrazione sia più lieve (-3,8%), ancora una volta siamo costretti a denunciare una mancata partenza della nostra Isola, quando già altre realtà meridionali hanno azionato il meccanismo della ripresa: parliamo ad esempio della Basilicata (+8,8%), o della Campania (+6,4%) o ancora dell’Abruzzo (+5,3%), o anche più in generale della situazione media rilevata nel Mezzogiorno (+1,4%).
Ma veniamo all’incidenza di imprese con Mol negativo rispetto all’universo totale di imprese, al fine di verificare la diffusione del fenomeno critico. Naturalmente in Sicilia si rileva una delle più elevate incidenze rispetto al contesto sia meridionale che nazionale: infatti, nell’Isola ammonta al 17,6% la quota di aziende che nel 2013 ha rilevato un margine operativo lordo negativo; si tratta del secondo tasso più elevato nel Mezzogiorno, segue solo dopo la Puglia (18,6%). Mentre la Basilicata è assolutamente in linea con il valore rilevato a livello nazionale (13,9%) e Calabria (13%) e Molise (13,1%) possiedono un’incidenza di imprese con Mol negativo inferiore rispetto a quella riscontrata lungo lo Stivale.
Una tendenza positiva ha riguardato gli oneri finanziari in rapporto al Mol che nel Mezzogiorno si sono complessivamente ridotti tra il 2007 e il 2013, passando dal 31,7% al 30,4%. Il fenomeno è stato favorito dal calo dei tassi di interesse e dal rallentamento del credito, fenomeni che hanno compensato il crollo dei margini lordi. Nonostante la suddetta riduzione, il divario negativo rispetto alla media nazionale è comunque rimasto invariato, pari a circa 9 punti percentuali. Mentre una tendenza opposta è stata rilevata nell’Isola che è passata da un rapporto tra oneri finanziari e Margine operativo lordo pari al 31,7% nel 2007 ad un’incidenza pari al 35,3% nel 2013.
Infine, concludiamo osservando come nello stesso arco temporale considerato sia aumentata la presenza di piccole e medie imprese meridionali con oneri finanziari che erodono oltre la metà del Mol (dal 24,6% al 26,7%), a segnalare una maggiore polarizzazione del sistema. I dati regionali indicano una situazione particolarmente difficile in Puglia (31,6% delle Pmi con oneri finanziari oltre il doppio del Mol), Sicilia (29,7%) e Abruzzo (28,6%), mentre il dato migliore è quello della Calabria (23,9%).

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