Niente Grexit, sì austerity. Scontro Tsipras-Varoufakis - QdS

Niente Grexit, sì austerity. Scontro Tsipras-Varoufakis

redazione

Niente Grexit, sì austerity. Scontro Tsipras-Varoufakis

martedì 14 Luglio 2015

Raggiunto l’accordo a Bruxelles: aiuti fino a 86 mld, in cambio riforme di ferro

BRUXELLES – L’accordo sul debito greco raggiunto dai leader dell’Eurozona è un piano lacrime e sangue, non solo per le riforme che prevede ma per i tempi serrati imposti ad Atene. Il premier Alexis Tsipras ha ottenuto un piano di aiuti fra 82 e 86 miliardi di euro su tre anni. In cambio il parlamento di Atene deve approvare entro mercoledì riforme sull’Iva e sulle pensioni (già previste dal piano dei creditori che i cittadini greci avevano bocciato per referendum).
 
Un duro colpo per la Grecia è l’inserimento di una proposta tedesca: la richiesta di un fondo di privatizzazioni cioé di beni da alienare per 50 miliardi di euro. Il fondo per metà deve pagare la ricapitalizzazione delle banche greche, svuotate dalla fuga di capitali e depositi degli ultimi mesi. Per l’altra metà deve garantire l’immenso debito pubblico del Paese, ma anche sostenere un piano di sviluppo dell’economia. I beni da alienare però dovranno restare in Grecia, pur sotto la “supervisione” delle istituzioni Ue: un aspetto per cui si è impegnata l’Italia.
 
Ci sono volute 17 ore di negoziato per quello che passerà alla storia come il vertice dei capi di Stato europei più lungo, è stata evitata la Grexit. Tutti i protagonisti della maratona hanno espresso la loro soddisfazione. “Sulla Grecia – afferma Angela Merkel –  è stato approvato il piano A e non c’è nessun bisogno di un piano B”. Soddisfatto il premier greco Tsipras: “Abbiamo lottato duro a Bruxelles, ora lo faremo in Grecia”.  “Non credo sia un accordo umiliante per i greci, e non credo che altri europei perderanno la faccia”, dichiara il presidente della Commissione Ue Juncker. Dal canto suo, il premier italiano Matteo Renzi ritiene che “una rottura sarebbe stata insensata e nella notte si è rischiata la Grexit”.
 
Chi invece è assolutamente contrario all’accordo raggiunto è Yanis Varoufakis, che aveva un piano per il dopo referendum. Ma non è stato appoggiato, anzi Alexis Tsipras ha deciso malgrado il “No” ulteriori concessioni e “ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze greco a NewsStatesman. Duro attacco di Yanis Varoufakis all’Eurogruppo: è totalmente soggiogato dalla Germania, spiega in un’intervista, “è un’orchestra diretta dal ministro Schauble”. “E l’Eurogruppo – prosegue – non è previsto da alcun trattato, ma ha il grande potere di determinare la vita degli europei, di decidere su questioni quasi di vita o di morte”.
Intanto, il voto del parlamento tedesco sul piano per la Grecia è previsto probabilmente per venerdì, secondo indicazioni raccolte dai media internazionali citate dalla Bbc. Il governo tedesco ha bisogno del via libera del Bundestag prima di poter procedere nelle trattative con la Grecia. In ogni caso, sebbene le condizioni dell’accordo sono dure, per il presidente della Commissione Jean Claude Juncker  “non ci sono né vincitori né vinti” e l’accordo non è “né umiliate per i greci, e né gli altri europei perderanno la faccia, è un tipico accordo europeo”. Questo anche grazie al grande lavoro negoziale fatto nella notte, che ha cambiato molto il documento approdato sul tavolo dell’Eurosummit, redatto dall’Eurogruppo.
 


I contenuti dell’accordo in 3 punti. Pensioni, Iva e privatizzazioni
 
Quattro riforme da approvare entro mercoledì tra cui pensioni e Iva. Il ritorno della Troika ad Atene e la creazione di un fondo dove confluiranno asset statali che saranno ‘monetizzati’ per generare 50 miliardi di euro che andranno a ripagare il debito Esm. Sono queste alcune delle condizioni imposte ad Atene per ottenere il terzo salvataggio da 82-86 miliardi. In cambio, si apre ad un “riscadenzamento” del debito.
 
RIFORME. Il Governo greco deve fare approvare entro mercoledì in Parlamento la riforma dell’iva, l’abolizione delle baby pensioni, assicurare l’indipendenza dell’ufficio di statistica, creare il ‘Fiscal Council’ previsto dal Fiscal Compact per controllare i bilanci. Entro il 22 devono passare anche l’adozione del Codice di procedura Civile e la direttiva di risoluzione delle banche (BRRD) che vieta l’intervento degli Stati nelle banche. Nel medio termine deve prevedere misure più dure sul mercato del lavoro come l’introduzione dei licenziamenti collettivi, e l’abolizione della contrattazione collettiva. E deve ‘depoliticizzare’ la p.a.. Le riforme saranno monitorate dalla Troika, che torna ad Atene.
FONDO PER DEBITO. È stato il punto più controverso su cui Tsipras si è battuto fino alla fine, evitando almeno che fosse messo in Lussemburgo. Avrà sede in Grecia e sarà gestito assieme alle istituzioni europee. Ci finiranno asset statali che saranno privatizzati o ‘monetizzati’ in altro modo.
AIUTI. In cambio di queste misure, Atene avrà l’ok al terzo salvataggio da 82-86 miliardi di euro dell’Esm, più un’apertura a ‘riscadenzare’ il debito, ma solo quando tutte le misure saranno attuate. Nel frattempo, le sue esigenze finanziarie (7 miliardi entro il 20 luglio e 5 entro metà agosto) saranno coperte con un ‘finanziamento ponte’ che discuterà l’Eurogruppo.

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