Crocetta riferisce in Aula Ddl province, ancora rinvii - QdS

Crocetta riferisce in Aula Ddl province, ancora rinvii

Raffaella Pessina

Crocetta riferisce in Aula Ddl province, ancora rinvii

venerdì 24 Luglio 2015

Continuano i toni melodrammatici, ribadito l’attaccamento alla poltrona. Ars, nuova seduta fissata per martedì 28 luglio

PALERMO – “Un attacco e un attentato alle istituzioni e alla democrazia”. Così ha esordito il presidente  della Regione giunto con circa un’ora di ritardo a Palazzo dei Normanni ieri mattina per relazionare all’Aula sulla vicenda delle intercettazioni al medico Matteo Tutino (sulle quali il ministro Orlando ha avviato verifiche) e sulla attuale situazione politica. Crocetta non ha praticamente detto nulla di nuovo che non avesse già anticipato i giorni precedenti. Ha ribadito la sua ferma decisione a non dimettersi.
“A tutti è evidente che quella intercettazione non c’è e una bufala non può determinare i passaggi della politica”. Questa una delle sue affermazioni contenute nel suo discorso  durato circa 54 minuti. 
“Non sono attaccato né a poltrone né a carriere future, ma devo difendere il mio onore. Ho subito attacchi di fuoco amico e avversario e insospettabile solidarietà. La deriva populista e demagogica che c’è alla base di questa vicenda per me è irricevibile: è sciacallaggio che non posso tollerare, per tutelare non solo me, ma tutti noi”. Crocetta ha detto di avere vissuto in questi giorni “i momenti più terribili della mia vita. è come se avessi visto un film nel quale l’attacco alla Regione diventa l’attacco alle istituzioni e all’intero popolo siciliano. Mi sono sentito come un lebbroso, vergognandomi di affacciarmi dal balcone di casa per non percepire uno sguardo ostile o un insulto. Visto come complice silente di un attentato ad un membro della famiglia Borsellino. Tutto questo è intollerabile”. La verità, per Crocetta, “è che una parte politica ha voluto usare questa vicenda per fare killeraggio politico”. Il discorso si è concluso con l’invito all’Ars di decidere sulla sua sorte politica. “Vi invito a completare le riforme – ha detto Crocetta –  e, poi, voi e solo voi, potrete decidere la fine della legislatura, senza diktat romani e spinte di poteri occulti. è al Parlamento sovrano che spetta questa decisione, se andare alle elezioni anticipate, che non può però essere presa sulla base di una montagna di menzogne”.
 
A seguire sono intervenuti  i presidenti dei gruppi parlamentari delle opposizioni e della maggioranza più o meno tutti concordi nell’opportunità di terminare questa esperienza di governo anche se non immediatamente.
Ncd ha proposto il voto ad aprile. Crocetta aveva espresso l’intenzione di non replicare alle comunicazioni dei deputati. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha chiuso la seduta e rinviato l’Aula a martedì 28 luglio con all’ordine del giorno la riforma delle province di cui l’Ars ha approvato i primi tre articoli nella seduta di mercoledì scorso. L’articolo 1 del ddl,  riscritto in base ad un emendamento del governo, prevede l’istituzione dei Liberi Consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani e le Città Metropolitane di Palermo Catania e Messina. L’articolo specifica inoltre che gli organi di governo sono scelti con “sistema indiretto di secondo grado”. I territori di Liberi Consorzi e Città Metropolitane coincidono con le attuali Province regionali. Approvati anche gli articoli 2 (Potestà statutaria e regolamento del Libero Consorzio comunale) e 3 (Potestà statutaria e regolamentare della Città Metropolitana). Sempre mercoledì la giunta siciliana ha approvato il disegno di legge per il rendiconto finanziario 2014.

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