L’aglio rosso di Nubia è l’ingrediente principe di alcuni cibi tipici della Sicilia occidentale, come il pesto alla trapanese, detta anche pasta cu l’agghia e il couscous di pesce, di origine araba.
Nella contrada di Nubia, posta nella fascia costiera di Paceco, di fronte alle isole Egadi, le coltivazioni di questa pianta fanno parte del paesaggio sin dall’antichità e sono così importanti che il piccolo centro viene chiamato in dialetto ‘u paisi di l’agghi, cioè il paese dell’aglio.
In questo territorio, alle pendici del Monte Erice, puntellato da saline e mulini a vento, si produce un aglio dall’aroma e dal sapore intenso. La sua semina avviene tra novembre e dicembre ed interessa i terreni delle campagne dei comuni di Trapani, Erice, Marsala, Valderice e Buseto Palizzolo. Ma questa specie di ortiva, appartenente alla famiglia delle Liliacee, che prende appunto il nome dall’omonima contrada nella quale cresce e si sviluppa, è tipica soprattutto della Riserva Naturale Orientata delle saline di Trapani e Paceco, dove le peculiarità del suolo, la mitezza del clima e la grande quantità di acqua, ne favoriscono la coltivazione. In questo luogo infatti, la giacitura in piano dei terreni, unitamente all’abbondanza dei percorsi viari e dei canali di bonifica idraulica, fa sì che le acque meteoriche vengano eliminate con facilità, non causando problemi di ristagni idrici invernali. Una delle caratteristiche principali dell’ecotipo locale “Aglio Rosso di Nubia”, oltre al colore rosso che lo contraddistingue, è l’alto contenuto di allicina, quella sostanza dal forte odore che si libera dallo spicchio quando viene schiacciato o tagliato, che gli conferisce il suo particolare sapore intenso e diverse proprietà benefiche, tra cui quelle antibatteriche apprezzate anche dagli antichi.
Nell’antico Egitto infatti l’Allium Sativum era venerato come una pianta sacra per le sue virtù terapeutiche e veniva offerto da mangiare agli schiavi impegnati nella costruzione delle piramidi, affinché avessero più resistenza fisica alla fatica. Per i Greci l’aglio era invece un alimento essenziale, utilizzato soprattutto come fortificante e stimolante da assumere prima delle competizioni sportive, dove essi erano soliti primeggiare.
L’aglio a Nubia e dintorni viene raccolto manualmente nelle sere dei mesi di maggio e giugno, quando le foglie sono umide, così da consentire ai bulbi di essere intrecciati. Infatti,una volta raccolto, viene confezionato in trecce molto grandi per poi essere appeso ad essiccare in ambienti asciutti. L’aglio rosso di Nubia fa parte dei presidi Slow food dell’isola, e per esso è in corso la procedura di concessione del marchio di Denominazione di Origine Protetta, che ne attesti la qualità. All’aglio rosso di Nubia e al sale marino di Trapani, un altro dei prodotti di eccellenza del territorio, il comune di Paceco tutti gli anni in estate dedica una sagra, quest’anno in programma dall’11 al 13 settembre, con degustazioni, convegni a tema e visite guidate presso la riserva naturale, durante la quale si potrà apprendere l’arte della raccolta del sale.