L'Ars vara tre leggi e va in ferie per 22 giorni - QdS

L’Ars vara tre leggi e va in ferie per 22 giorni

Raffaella Pessina

L’Ars vara tre leggi e va in ferie per 22 giorni

mercoledì 12 Agosto 2015

Ardizzone alla cerimonia del ventaglio: “Esercizio provvisorio anche nel 2016”. La legge sull’acqua votata con 49 sì su 57 deputati in Aula

PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana ha chiuso i battenti per la pausa estiva e li riaprirà il prossimo 2 settembre, concedendo ben 22 giorni di vacanza a tutti i suoi parlamentari. Nel corso della seduta di lunedì scorso il Parlamento siciliano ha approvato tre disegni di legge, quello sul sistema idrico, che in attuazione del referendum privilegia la gestione pubblica senza precludere quella privata, ma con una serie di condizioni che ne regolano la gestione, quello sulla tassa automobilistica regionale e quello, inserito d’urgenza, grazie ad un emendamento presentato dal governo, che contiene misure per il controllo della popolazione dei cinghiali dopo l’attacco mortale di sabato scorso a Cefalù.
La legge sul sistema idrico, che era in corso di approvazione dal dicembre del 2012 ha subito un’accelerazione poiché è stata considerata una delle riforme essenziali del governo Crocetta. La legge è stata votata con 49 sì su 57 deputati presenti in Aula, otto si sono astenuti, nessuno contrario.
Per il testo sulla “gestione del patrimonio faunistico allo stato di naturalità” sono entrati in aula altri due parlamentari e il testo è passato con 52 voti a favore e 7 astenuti. Infine, per il ddl sulla tassa automobilistica regionale i presenti in Aula si sono ridotti a 54, dei quali 51 hanno votato sì. Ordini del giorno relativi ai tre ddl e presentati da deputati di vari schieramenti sono stati accolti dal governo come raccomandazioni.
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha quindi dichiarato chiusa la sessione estiva e ha rinviato i lavori d’Aula a mercoledi’ 2 settembre alle ore 16 per lo svolgimento di attività ispettiva riguardante la rubrica Territorio e Ambiente. Ieri mattina il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, in occasione della cerimonia del ventaglio a Palazzo dei Normanni ha già anticipato che anche nel 2016 si andrà ad esercizio provvisorio. “Ho parlato con l’assessore Baccei – ha detto Ardizzone – entro i termini stabiliti dalla legge ho chiesto di presentare il bilancio per il 2016, nella prima settimana di ottobre. Ma se dovremo aspettare la finanziaria nazionale, mi sembra difficile che possiamo completare la manovra entro la fine dell’anno. Ritengo dunque che andremo all’esercizio provvisorio”. Secondo il presidente dell’Ars inoltre va rivisto l’intero impianto normativo: “La Regione siciliana  – ha detto – contribuisce alla finanza pubblica con un miliardo e 142 milioni di euro, quasi il 50% delle risorse delle risorse destinate Regioni a Statuto speciale”.
 
Sul giudizio di parificazione – ha aggiunto – la Corte dei Conti ha rilevato il comportamento unilaterale da parte dello Stato, sottraendo 250 milioni di euro, solo per citare un atto, in violazione del principio di leale collaborazione, aumentando la quota della compartecipazione sanitaria dal 42 al 49%. per la Sicilia” Ardizzone ha ribadito la necessità di una riforma della pubblica amministrazione. “Dobbiamo snellire le procedure, le imprese non vengono in Sicilia fino a quando avremo procedure lunghe e farraginose”. Ciò non significherà necessariamente ridurre il numero del personale dipendente della Regione, dico solo che ci sono dipendenti che non vogliono lavorare e altri che vanno premiati per il loro lavoro”.
In mattinata anche il presidente della Regione ha incontrato i giornalisti.  “Le leggi approvate mi soddisfano in pieno perché sono venute fuori proprio così come io le volevo”. Ha detto Rosario Crocetta, riferendosi all’approvazione della legge sulle province.  “Non occorre che Renzi e Faraone ci dicano come fare sui rifiuti”, ha aggiunto polemicamente dopo la notizia che il governo ha avviato le procedure per il commissariamento del settore dei rifiuti in Sicilia. “Ho da sempre sostenuto la necessità di un clima di collaborazione tra governo e parlamento – prosegue Crocetta –  di una collaborazione produttiva. Fino a poco tempo fa queste condizioni non c’erano. Oggi invece ci sono”.

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