Beni confiscati: la metà in Sicilia - QdS

Beni confiscati: la metà in Sicilia

Giuseppe Bellia

Beni confiscati: la metà in Sicilia

giovedì 05 Novembre 2009

Diramati dall’Ufficio del commissario governativo, i dati sui sequestri giudiziari operati nei confronti delle organizzazioni malavitose. Su 4.075 solo 1.888 sono stati assegnati dai Prefetti a enti e organizzazioni no profit

PALERMO – 482 aziende confiscate alla mafia, 4.075 immobili sequestrati e 95 beni sgombrati, questi sono i numeri che l’Ufficio del commissario straordinario governativo presenta per quanto concerne la Sicilia nell’ultimo biennio.
Nell’Isola sono stati confiscati il 46% dei beni immobili illeciti sequestrati dall’Autorità giudiziaria, ma alla data del 30 giugno 2009 sono solo 1.888 sui 4.075, quelli consegnati ad enti e associazioni. Per quanto concerne le aziende poste sotto sequestro, il 38% si trova in Sicilia, seguono a distanza Campania (19%) e Lombardia (14%).
Come nasce l’Ufficio commissariale? Quest’organo è stato istituito a seguito di un’iniziativa della presidenza del Consiglio, per garantire la rapida restituzione dei beni confiscati alla collettività e per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali.
Attualmente riveste la carica istituzionale Antonio Maruccia, confermato al suo secondo mandato, con  decreto del presidente della Repubblica firmato il 20 gennaio 2009 .
Il commissario è un’Autorità centrale di coordinamento operativo  delle diverse competenze, amministrative e giudiziarie, voluta al fine di dare continuità all’azione pubblica sui beni confiscati, rafforzando i meccanismi applicativi delle leggi vigenti.
Ecco le competenze che riveste in ambito istituzionale.
L’Ufficio del commissario deve perseguire i seguenti obiettivi: mettere in rete le risorse dell’ Agenzia del Demanio, delle Prefetture, delle Regioni  e degli Enti locali e collegarle alle associazioni e alle cooperative che sono i protagonisti principali della funzione sociale del bene confiscato. In seconda istanza, raccorda la fase del sequestro giudiziario alla fase della destinazione e dell’utilizzo, infine, individua modelli di intervento condivisi da praticare sui territori con continuità amministrativa.
Il commissario ricopre, un ruolo centrale di coordinamento operativo tra i diversi “attori” coinvolti nel procedimento amministrativo, al fine di garantire continuità all’azione pubblica sui beni confiscati e di superare le numerose difficoltà che, ancora oggi, ne ostacolano l’effettivo utilizzo.
Una funzione quella del commissario, di “mediazione istituzionale”, ma anche di stimolo, affinché, il Prefetto, organo deputato al procedimento di destinazione dei beni, si attivi celermente nell’accellerare l’iter degli stessi.
In riferimento alle competenze del Prefetto, è intervenuta l’ultima legge nazionale di riferimento.
L’ultima modifica normativa, con la quale è stata recepita una proposta del commissario, è la legge n 94 del 15 luglio 2009 (art 2 comma 20) “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, che ha riscritto il procedimento di destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali di cui alle legge 575/1965”, con l’attribuzione al prefetto della Provincia dove si trovano i beni o ha sede l’azienda, della competenza ad emettere il provvedimento di destinazione.

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