Più di 4 mld di euro per rilanciare la Sicilia - QdS

Più di 4 mld di euro per rilanciare la Sicilia

Liliana Rosano

Più di 4 mld di euro per rilanciare la Sicilia

venerdì 28 Agosto 2015

Fesr 2014/20: arrivano 3,41 mld che col cofinanziamento nazionale diventano 4. Ma ancora da utilizzare il 40% del Po 2007/13. Michela Giuffrida (europarlamentare): “Ma ora bisogna mettersi a lavorare per spendere”

CATANIA – 3,41 miliardi in arrivo da Bruxelles per la Sicilia. La Commissione europea ha adottato i programmi operativi 2014-2020 per la Sicilia, Basilicata e Veneto. Le tre regioni beneficeranno rispettivamente di 3,41 miliardi di euro, 413 milioni e 300 milioni stanziati dall’Ue attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Con l’aggiunta del cofinanziamento nazionale il valore complessivo dei tre programmi raggiunge circa 6 miliardi.
Le regioni italiane utilizzeranno i fondi disponibili per creare posti di lavoro e rafforzare la loro capacità di ricerca e innovazione, oltre che per supportare l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese (PMI). Gli investimenti contribuiranno ad aiutare le imprese a essere più competitive e lanciare nuovi prodotti sul mercato.
Un secondo settore chiave dei programmi è rappresentato dallo sviluppo dell’agenda digitale: la copertura della banda larga raggiungerà tutta la popolazione e la gamma di nuovi servizi online a disposizione dei cittadini sarà ampliata.
Infine i programmi prevedono misure specifiche che consentano alle regioni di contribuire a raggiungere l’obiettivo europeo di una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, ciò sarà possibile in particolar modo attraverso l’efficientamento energetico, l’uso delle rinnovabili e la riconversione energetica degli edifici pubblici. Inoltre, in Sicilia e Basilicata, notevoli investimenti saranno impiegati per migliorare la raccolta differenziata, il trattamento delle acque reflue e l’approvvigionamento idrico.
In Sicilia, in tutto sono destinati 4,55 miliardi di euro di cui 3,41 miliardi del FESR. Saranno 10.700 le Pmi siciliane che beneficeranno di un sostegno che permetta loro di crescere sui mercati nazionali e internazionali. Ricerca e innovazione saranno rafforzate: la percentuale di imprese che coopererà con centri di ricerca crescerà di quasi il 10%. Sarà dato un forte impulso allo sviluppo della banda larga: l’intera popolazione verrà coperta da connessione a 30 Mbps e il 50% da connessione a 100 Mbps. Un’importante percentuale dei fondi servirà a migliorare l’ambiente e promuovere l’efficienza energetica: il consumo di energia nel settore pubblico sarà ridotto del 10%, l’uso del trasporto pubblico aumenterà dal 14,6 al 19,6%, la raccolta e riciclaggio dei rifiuti passerà dal 13% al 65% e la popolazione servita da un sistema di trattamento delle acque reflue migliorato grazie ai fondi raggiungerà il 90% (ora è al 40%).
“Adesso è proprio il caso di mettersi a lavorare per spendere, e al meglio, un flusso di investimenti che potrebbero davvero rappresentare il punto di svolta per la Sicilia – commenta l’europarlamentare Michela Giuffrida.
“Il programma – continua l’eurodeputata – già parte con ritardo, bruciando un anno di programmazione rispetto ad altre regioni che se lo sono viste approvare da tempo. Ma non è certo il caso di recriminare proprio noi che non abbiamo ancora speso il 40% delle risorse della precedente programmazione e certo non ce la faremo a colmare il divario entro il 31 dicembre 2015. Con buona progettualità e buon governo l’Isola potrebbe finalmente vedere colmati i gap che la condannano ad essere il fanalino di coda, assieme a Calabria e Campania, del Paese.
 
Buon governo, si, perché a fare la parte da leone del programma sono gli enti locali destinatari del 46 per cento del totale stanziato e di 33 azioni dedicate. Con il settore dei trasporti prima di tutto, in una terra drammaticamente divisa a metà da una autostrada interrotta, sempre più confinata nella sua condizione di isola, dove di alta velocità ancora si parla come chimera, e dove i ponti crollano mentre ancora c’è chi non si rassegna a vedere definitivamente archiviato il progetto di quello sullo stretto”.
 

 
700 milioni per i trasporti, 500 per la ricerca
 
Michela Giuffrida, membro della commissione per lo sviluppo regionale, che in Europa ha lavorato molto per l’approvazione del nuovo Piano, afferma che “quasi 700  milioni di euro arriveranno da Bruxelles per i trasporti, 300 in meno della scorsa programmazione, che andranno destinati soprattutto alle ferrovie. Dopo quelli delle infrastrutture, i maggiori investimenti sono destinati alle piccole e medie imprese, per promuoverne competitività, con oltre mezzo miliardo. Se aggiungiamo il quasi mezzo miliardo (con il cofinanziamento) di investimenti che riguardano i settori della ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, – continua Michela Giuffrida – allora è proprio il caso di dire che nessuno potrà avere alibi. Bisogna far partire al più presto la progettualità per arrivare nei tempi alla certificazione della spesa. Oltre un miliardo di euro in totale saranno a disposizione di start up e aziende innovative che così potranno far ripartire l’impresa in Sicilia. Ed evitare l’emorragia di cervelli. Rimpianti o recriminazioni per l’esclusione delle linee di intervento destinate al turismo e ai beni culturali? È vero, ma ricordo che proprio in questo settore nel passato recente è stata incredibilmente rispedita al mittente una montagna di denaro. Adesso i finanziamenti che riguardano questi interventi non saranno diretti ma circa un miliardo arriverà da risorse da investire per innovazione digitale, banda larga, e per le start up che intendono puntare ai beni culturali”.

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