PALERMO – Spiraglio di luce per i giovani imprenditori meridionali, ma i siciliani fanno ancora tanta fatica. É uscito lo scorso 6 agosto il rapporto sul sentiment economico relativo al primo semestre 2015, elaborato da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, dal nome “Osservatorio Giovani Imprenditori”.
Partendo dal clima di fiducia generale sulla salute della propria impresa, questo è in miglioramento. A livello nazionale l’indice raggiunge finalmente quota 100 (valore indicativo oltre il quale il clima di fiducia è positivo), ma è specialmente nel Mezzogiorno che si raggiungono valori superiori rispetto al dato nazionale ed alle restanti aree geografiche (da 94,7 a 101,7).
Tuttavia con riferimento alle singole regioni meridionali, la Sicilia (indice di fiducia pari a 98,9) viaggia alla stessa di velocità di Abruzzo e Molise (entrambe a quota 98,3). Imprenditori siciliani ancora pessimisti quindi, al contrario dei colleghi della Puglia, regione che si caratterizza per il clima economico migliore del meridione (indice di fiducia pari a 104,8). Grazie ad un trend particolarmente positivo (in media +10 punti) anche la Campania ( da 93,3 a 103,7), la Sardegna (da 92,4 a 102,9) e la Calabria (da 86,0a 102,2), presentano un indice di fiducia superiore alla media nazionale.
A incidere sul valore e sulla dinamica dell’indice di fiducia dei giovani imprenditori italiani è innanzitutto il giudizio medio sugli ordini, negativo di -10 punti (differenza tra quanti dichiarano ordini in aumento e quanti dichiarano ordini in flessione), ma in netto miglioramento (era di -29,5 nel periodo precedente, quindi + 19,5 punti).
In Sicilia il giudizio sugli ordini si assesta a -15,1, nel Mezzogiorno invece a -3,7 e in crescita rispetto al semestre precedente (era -38,6). Nello specifico, guardando alla situazione nazionale, la percentuale dei giovani imprenditori con ordini “in crescita” o “in netta crescita” è salita al 23% (al 17% nel semestre precedente). É ancora una volta il Mezzogiorno ad essere protagonista della percentuale più alta d’Italia, che si assesta infatti al 26,8% (era del 15,3%). In calo è poi la variazione della percentuale di giovani imprenditori italiani con ordini in “leggera flessione” ed in “flessione” (-10,7%, da 34% a 23,3%), con nuovamente il Mezzogiorno ( questa volta insieme al Nord Est) a contraddistinguersi per la più bassa quota di imprenditori che dichiarano ordini in flessione: 24,3% (era 41,4%).
Per quanto concerne poi le sensazioni dei giovani imprenditori sull’andamento del credito, è pari al 25,1% la percentuale di coloro che hanno registrato un peggioramento nelle condizioni di accesso al credito. Solo il 10,5% degli imprenditori italiani ha dichiarato un miglioramento delle condizioni di accesso al credito anche se il dato è in ripresa rispetto al quadrimestre precedente (5,8%), mentre il 50,5% dichiara che le suddette condizioni sono invariate. Un giudizio medio ponderato negativo (-17) per l’Italia, ma migliore rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente (-28,9).
Grandi progressi pure nel Mezzogiorno, dove il giudizio medio cresce a -10,7, dai -39,4 registrati nel monitoraggio precedente. Riguardo alla nostra Regione, il giudizio medio è del -24,2. Pesano infatti le opinioni negative (32,9), in maniera rilevante al di sopra della media nazionale (25,1).
Novità di questo numero è poi l’indagine sull’opinione dei giovani imprenditori rispetto ad alcune innovazioni introdotte dalla riforma del lavoro del governo Renzi incentrata sul Jobs Act. Uno sguardo è stato dato in particolare agli effetti sulla flessibilità in entrata ed in uscita.
A livello nazionale si registra un miglioramento dei giudizi sulla flessibilità in entrata (giudizio medio 17,0), sebbene nel Mezzogiorno è da notare la quota negativa del -11. Ben oltre invece la media nazionale, in termini positivi per una volta, è la Sicilia dove il saldo medio dei giudizi sulla flessibilità in entrata si assesta a quota 31,5. Per quanto riguarda invece i giudizi sulla flessibilità in uscita, mentre a livello nazionale e siciliano si registrano quote rispettivamente del -14,9 e del -18,7, nel resto del Mezzogiorno le opinioni sono di molto più negative (ben -82,4).