In questo modo lo sport tutto ne esce sconfitto, poiché a chi viola le regole non viene inflitta una sanzione superiore a ciò che sarebbe accaduto senza l’illecito. La sanzione dovrebbe aumentare il danno, quindi per quanto successo il Catania meriterebbe di finire fra i Dilettanti.
Per far valere la propria posizione davanti ai Tribunali sportivi il Catania Calcio ha puntato tutto su “l’ampia collaborazione dell’ex presidente Antonino Pulvirenti, riconosciuta dalla Procura Federale in entrambi i gradi di giudizio”. Ma c’è un altro punto su cui i legali della società hanno basato le loro tesi difensive: “La certezza che nessun risultato delle partite contestato è stato alterato”.
Avete sentito bene, non occorre leggere e rileggere: le stesse partite che i dirigenti (tutti inibiti a quattro o cinque anni) si sono tanto impegnati a truccare, per gli avvocati in realtà si sarebbero svolte in maniera regolare e in esse i giocatori del Catania avrebbero meritato sul campo la vittoria.
Una tesi tanto bislacca quanto offensiva per tutti gli appassionati di calcio, quelle persone che anche l’anno scorso hanno speso i propri risparmi per andare allo stadio e assistere a partite alterate nel risultato.
Non si può più prendere in giro la città. Bisogna dire basta con queste responsabilità assunte soltanto a metà: Pulvirenti ha ammesso di essersi adoperato per alterare il risultato delle sei partite contestate, quindi la teoria secondo cui in realtà gli stessi incontri si sarebbero svolti regolarmente è a dir poco ridicola.
La Catania onesta, quella che vuole venir fuori da questo scandalo sportivo a testa alta non può accettare queste prese in giro. Per questo auspichiamo che il Collegio di garanzia del Coni possa finalmente comminare al Catania Calcio una sentenza adeguata al danno d’immagine che questa brutta faccenda ha arrecato allo sport e alla città, infliggendo ai responsabili quelle pene “inflessibili” di cui ha parlato a giugno il presidente della Figc Carlo Tavecchio e di cui tutti, oggi, sembrano essersi dimenticati.