Bollo auto, proventi restano in Sicilia - QdS

Bollo auto, proventi restano in Sicilia

Rosario Battiato

Bollo auto, proventi restano in Sicilia

venerdì 25 Settembre 2015

La nuova legge pubblicata sulla Gurs n. 34 del 21 agosto: stimati benefici da 30 milioni per le casse della Regione. Obiettivo primario è stanare l’evasione: il tributo isolano medio è inferiore a quello nazionale

PALERMO – Dal primo gennaio del prossimo anno entrerà in vigore la tassa automobilistica regionale in sostituzione di quella erariale. Lo ha stabilito la legge 11 agosto 2015, n.16 (pubblicata sulla Gurs n. 34 del 21 agosto), che segue il ddl per la regionalizzazione della tassa automobilistica proposto dall’assessore Baccei lo scorso luglio e approvato in giunta anche per sperimentare misure di riscossione più decise e allargate visto che le finanze isolane hanno sempre percepito assai meno di quanto succede nelle altre regioni. Si prevedono nuovi benefici per le casse regionali, secondo stime prudenziali, fino a 30 milioni di euro all’anno (circa cento milioni secondo stime comparative dell’Aci con altre regioni) per il 2016 e il 2017, ma il tema si presenta certamente più complesso soprattutto in riferimento alla capacità della Regione di riscuotere i pagamenti di un tributo che nell’Isola detiene una delle più elevate evasioni d’Italia.
A partire dal prossimo anno, recita l’articolo 3 della legge, le funzioni relative alla “riscossione, all’accertamento, al recupero, ai rimborsi, all’applicazione delle sanzioni, al contenzioso amministrativo sono attribuite alla Regione” che le esercita “tramite apposita convenzione da stipularsi con l’Agenzia delle entrate o con l’Agente della riscossione della Regione ovvero con altro ente pubblico non economico operante e con esperienza pluriennale nel settore”. Non cambierà nulla sul fronte dei pagamenti perché i “soggetti intermediari della riscossione della tassa automobilistica” saranno la società Poste Italiane, gli istituti di credito e gli istituti di pagamento autorizzati dalla Banca d’Italia, previa “apposita convenzione da stipularsi con l’Assessorato regionale dell’economia”. 
La Regione costituirà, gestirà e aggiornerà un proprio archivio regionale delle tasse automobilistiche, acquisendo i “dati trasmessi in via telematica dal pubblico registro automobilistico, dalla motorizzazione civile e dei trasporti in concessione, dal ministero dell’Economia e delle finanze, dalle regioni nonché dai soggetti abilitati alla riscossione e dagli altri soggetti aventi requisiti che consentono il collegamento con gli archivi in forza di disposizioni di legge o regolamento, statale o regionale”.
Il quadro relativo alla riscossione è pessimo ed è riportato nella relazione di accompagnamento del ddl a luglio.
Secondo i dati dell’Automobil Club Italia (fonte ministero delle Finanze) la Regione siciliana incassa come tributo medio per ogni veicolo circa 68 euro contro una media nazionale di 100 euro. Un confronto che evidenzia le difficoltà isolane nella riscossione riguarda Sicilia e Veneto: la prima nel 2012 ha incassato circa 345 milioni di euro a fronte di un parco automobilistico stimato in oltre 4,2 milioni di vetture, mentre la seconda ha raggiunto la cifra di 620 milioni di euro con 3,8 milioni di vetture. “Ancora, per il tributo in esame – si legge nel documento della Regione – dai dati emersi in corrispondenza del dipartimento Finanze con l’Agenzia delle Entrate e la società Riscossione Sicilia, rispetto all’esazione dei tributi iscritti a ruolo e non riscossi per gli anni 2000-2012, si evidenzia la presenza di crediti da riscuotete che ammontano nel periodo considerato a euro 1.274.150.220,69”. Insomma 1,2 miliardi che, depurati da sgravi vari, si riducono a 762 milioni. Peccato che nello stesso periodo “sono state riscosse somme solo per 169 milioni di euro”. Costi insostenibili che si estendono anche alla gestione del servizio che nell’Isola costa all’Agenzia delle Entrate 8,5 milioni di euro mentre la Regione Campania, con un parco veicoli più numeroso di quello della Sicilia, con procedure di aggiudicazione a terzi del servizio, ha costi pari a 3,8 milioni di euro.

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