Def 2016/18, strategie per recuperare risorse - QdS

Def 2016/18, strategie per recuperare risorse

Raffaella Pessina

Def 2016/18, strategie per recuperare risorse

venerdì 02 Ottobre 2015

Depositato dagli uffici di Presidenza della Regione a Palazzo dei Normanni. L'Assessore Alessandro Baccei: “Responsabilizzare i dipendenti pubblici”

PALERMO – All’Ars nei prossimi giorni sarà di scena il Def 2016/2018 (Documento economico finanziario), depositato dagli uffici della Presidenza della Regione a Palazzo dei Normanni e all’esame della commissione Bilancio a partire da martedì della prossima settimana, giorno in cui l’assessore all’Economia Baccei terrà la sua relazione in commissione. L’obiettivo prioritario del governo regionale è quello di riportare in equilibrio i conti, “destinando già a partire dal 2016 tutti i fondi extra regionali agli investimenti e ponendo le basi per liberare, a partire dal 2018, risorse per investimenti anche dai fondi regionali”, come è scritto nella relazione.
“È indispensabile – prosegue il documento – approvare le disposizioni contenute nel disegno di legge Sblocca Sicilia e mantenersi allineati alle disposizioni della legge Madia e ai suoi decreti attuativi”, nonché “rivedere in un confronto con il governo centrale, i limiti del patto di stabilità per agevolare gli investimenti”. Il tavolo romano serve “per poter operare in parallelo alla definizione della legge di stabilità nazionale con una nuova stretta sulla spesa pubblica”. “Sono già state ipotizzate misure la cui definizione permetterà di coprire il disavanzo previsto per il prossimo anno”. 
In particolare l’accordo con il ministero dell’Economia, influirà sulla spesa del 2016 e prevede diversi correttivi, già anticipati in parte dall’assessore all’Economia Baccei: si tratta di ulteriori interventi di contenimento della spesa che porteranno ad un risparmio fino a 300 milioni di euro, cancellando i costi sanitari che gravano erroneamente sul bilancio regionale; della copertura del disavanzo 2014 in sette anni, anziché in tre anni, con un parziale recupero delle risorse già destinate a tale disavanzo per un valore di 200 milioni di euro, in aggiunta ai 150 milioni del 2015. Cinquanta milioni di euro si otterranno dai diritti di motorizzazione, di cui 40 milioni di recupero somme pregresse e 10 di competenza. Maggiori entrate per 100 milioni circa previste per la regionalizzazione della tassa di circolazione.
Dal recupero dell’evasione pregressa, sull’energia elettrica e i canoni di concessione, si attendono fino a 70 milioni. L’anno della svolta sarà il 2016, come dichiarato dall’assessore  Baccei. “Fino al 2015 – ha detto – ai fini del recupero del debito pubblico, anche i fondi del Fsc sono serviti al risanamento della finanza pubblica, sarà il 2016 l’anno della svolta. Sul fronte della spesa pubblica, l’efficientamento passerà anche da una riorganizzazione della macchina amministrativa e da una responsabilizzazione dei dipendenti pubblici.

Lotta all’Evasione fiscale che è più elevata della media nazionale
Nella relazione viene affrontato il tema dell’evasione fiscale. “Il livello di evasione fiscale in Sicilia è più elevato rispetto alla media nazionale, sia se viene misurato in termini di spesa sul reddito Irpef dichiarato – 145 su 100, la media italiana è invece di 125 su 100 – sia se misurato in termini di numero di contribuenti sul totale della popolazione: in Sicilia il 58,5%, in Italia il 68,9%. Se la Sicilia contribuisse con gli stessi parametri del resto d’Italia, si avrebbe un maggior gettito fiscale complessivo di due miliardi.

Frenare la spesa personale Regione più alta della media nazionale
Nel quadro economico regionale diversa è la situazione per il settore pubblico allargato: a fronte di una spesa pro capite totale nettamente più basso della media nazionale (13.093 contro i 16.466 del resto d’Italia) ha una spesa per il personale più alta (17% contro il 13,5% della media nazionale). Lo spaccato diventa drammatico “se si considerano il gravissimo sbilancio di parte corrente di 3 miliardi di euro, l’utilizzo negli ultimi anni di una parte consistente di fondi destinati agli investimenti per coprire questo buco, una spesa inefficace, in quanto eccessivamente sbilanciata sul costo del personale e non finalizzata allo sviluppo e finanziamenti a pioggia al posto delle opere strategiche per lo sviluppo.

Introitare 200 mln di euro applicando l’Articolo 37 dello Statuto
Previsto anche un diverso sistema di calcolo per fare sì che le aziende che operano in Sicilia, ma con sede altrove, versino l’Ires, come previsto dall’articolo 37 dello Statuto. Questo porterebbe un gettito annuale a regime di circa 200 milioni. Ma la manovra 2016 potrebbe beneficiare anche di entrate straordinarie provenienti dalla vendita di alcuni immobili del patrimonio regionale per circa 150 milioni di euro e la vendita di quote di compartecipazione in società non strategiche, conseguente al riordino delle partecipate.

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