Regione in apnea, siciliani asfissiati - QdS

Regione in apnea, siciliani asfissiati

Carlo Alberto Tregua

Regione in apnea, siciliani asfissiati

sabato 17 Ottobre 2015

Crollano gli appalti, pagamenti bloccati

A Göteborg, in Svezia, c’è il Parco ecologico più grande d’Europa, dove si può lasciare qualunque oggetto che poi verrà riciclato e venduto. In tal modo, il Comune ci guadagna.
Il Parco ecologico è a pochi chilometri dal centro cittadino, facilmente raggiungibile in pochi minuti di bicicletta o con gli efficienti mezzi pubblici. All’interno del Parco i cittadini si recano portando i sacchettini con la propria spazzatura e pagano in base alla tipologia e al peso del materiale conferito. Le persone che vi lavorano sono specializzate nel separare le diverse componenti, fra cui oli, vernici, apparecchiature elettriche, alluminio, legno, plastica, carta e altro, che poi vengono rivenduti diventando un business. Ciò che non è vendibile viene invece inviato all’impianto per la produzione di energia.
Perché la Regione Siciliana non copia questo modello svedese, che funziona perfettamente? Perché presidente, assessori e dirigenti generali non sanno o non vogliono neanche copiare, mentre se adottassero quel modello l’intera Sicilia potrebbe trasformarsi in una sorta di Parco ecologico?

Parliamo del Piano per l’energia: utilizzazione dei rifiuti, sfruttamento di biomasse di scarto, materie per i biocarburanti avanzati, quelli ricavati da microalghe, da residui biodegradabili di rifiuti e da attività industriali e agricole. Questa energia si produce a bassissima emissione di Co2 e i processi sono ben conosciuti e attivi.
La forestazione è un’altra attività che la Regione ha dimenticato. Tenuto conto che vi sono ben 1.600 chilometri quadrati di terreni abbandonati, anche pendici di colline e montagne, la loro manutenzione idrogeologica sarebbe un’azione preventiva contro i disastri che poi puntualmente si verificano dando la colpa alla pioggia (che è incolpevole), ma anche al cemento e all’abusivismo (che sono colpevoli).
Forestare significa impiantare alberi di tre/quattro metri che costano circa 70 euro l’uno. Un milione di alberi costerebbero 70 milioni, una cifra irrisoria rispetto ai 16 miliardi del bilancio regionale e comunque di gran lunga inferiore ai danni che si verificano sul territorio.
Per impiantarli dovrebbero essere usati i 24 mila forestali regionali, di cui si ignora cosa facciano.
 

Poi vi è il disastro del crollo degli appalti, di ben il 75%. Esso ha creato un’enorme disoccupazione nel settore e il diffondersi della conseguente povertà. Perché si sono bloccati gli appalti? Forse perché gli Enti non producono progetti esecutivi; forse perché, disperdendo le risorse in stipendi e sprechi, non ne hanno a sufficienza per le indispensabili opere; forse perché la burocrazia, cominciando a temere per la corruzione, ha bloccato di proposito le procedure. Tutte congetture che hanno un fondo di verità. Il risultato è quel blocco che, invece, deve essere sbloccato. Subito!
E ancora, c’è l’annoso problema dei pagamenti, in ritardo biblico. Per conseguenza, le imprese devono utilizzare il credito bancario, sostitutivo del mancato incasso dei propri crediti. Oppure non pagare a loro volta dipendenti e fornitori.
La sanità gestisce oltre 48 mila persone. Con un esubero di dipendenti regionali di oltre 10 mila unità, l’assessore Gucciardi proclama l’assunzione di 5 mila nuovi addetti, mentre dovrebbe far compilare il Piano aziendale generale e quelli delle singole Asp e Ao per ridurre l’organico di 5 mila unità o, almeno, utilizzare quello proveniente da altre amministrazioni della Regione.

Nella sanità non c’è eccesso di personale sanitario, cioè quello indispensabile per curare i malati. C’è un supereccesso di personale amministrativo, che non doverebbe superare il sei/sette per cento dell’organico, mentre in alcuni casi supera il venti per cento. Tutto frutto di assunzioni clientelari.
Poi c’è la questione dei fondi Ue, che non vengono spesi perché non arrivano al Dipartimento regionale progetti esecutivi redatti secondo le regole europee, ma anche perché la Regione, spendendo miliardi in sprechi, non riesce a cofinanziarli.
Amare la Sicilia significa dire la verità, che non è colpa di chi la riporta ma della verità stessa. Ovviamente, occorre proporre soluzione ai problemi, cosa che il QdS fa regolarmente.
Invitiamo tutta la Classe dirigente a intervenire sulle cose che non vanno, proponendo soluzioni e sostenendo l’ideale Risorgimento Sicilia.

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