Infrastrutture energetiche, eppur si muove - QdS

Infrastrutture energetiche, eppur si muove

Rosario Battiato

Infrastrutture energetiche, eppur si muove

martedì 20 Ottobre 2015

Via libera della Giunta regionale alla sottoscrizione di un accordo con la concessionaria di trasmissione del servizio di rete elettrica: 1 miliardo di euro per un totale di cinque infrastrutture previste all’interno del Piano energetico della Regione siciliana

PALERMO – Le infrastrutture energetiche siciliane sono tornate in cima alle priorità dell’agenda del governo regionale. L’aggiornamento di fine settembre relativo all’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, che sarà consegnato entro il primo semestre del prossimo anno, ha anticipato il via libera della giunta regionale, avvenuto nei giorni scorsi, alla sottoscrizione di un protocollo di intesa tra Regione e Terna, la concessionaria di trasmissione del servizio di rete elettrica, che prevede un miliardo di euro di investimento per cinque elettrodotti da realizzare.
La necessità di aggiornare la rete energetica isolana era evidente e fortificata dai numeri delle differenze infrastrutturali col resto d’Italia. Noi lo avevamo scritto nell’inchiesta del 19 settembre (“Rinnovabili inutili senza la buona rete”), oggi qualcosa si sta muovendo.
Una necessità per l’impatto delle rinnovabili – l’attuale rete non è in grado di sostenere una produzione dalla scarsa programmabilità come quella derivata dal vento e dal sole – e per ridurre il prezzo dell’energia che viene pagato dall’intero sistema paese.
L’intervento principale, in quest’ottica, è senz’altro l’elettrodotto 380 kV Sorgente-Rizziconi. Nei programmi originari sarebbe dovuto entrare in funzione già nel giugno scorso, ma se ne riparlerà nel primo semestre del 2016, come ha scritto Terna lo scorso 30 settembre in una nota ufficiale. Ritardi giustificati perché a febbraio era stato sequestrato l’ormai celebre pilone 40 su disposizione del Tribunale di Messina a causa dei vincoli del piano paesistico non esistenti al momento delle autorizzazioni rilasciate.
L’operatività dell’infrastruttura, pertanto, è stata rimanda di circa un anno come limite massimo, cioè entro giugno del 2016. Si tratta dell’intervento più importante per permettere una maggiore sicurezza della connessione della rete elettrica siciliana a quella peninsulare e favorire “maggiore concorrenza” e “la produzione nella rete siciliana di un maggior numero di impianti da fonte rinnovabile”.
L’impatto dell’investimento, aggiornato ai mesi scorsi, si misura in circa 700 milioni di euro che ha già permesso la sostituzione di 87 chilometri di linee vecchie e 550 piloni. Per ogni anno di ritardo nell’avvio, l’Italia paga circa 600 milioni in più bolletta a causa del differenziale del prezzo dell’energia che in Sicilia è più elevato e viene spalmato sull’intero Paese.
Ma non c’è solo questo. Così come avevamo spiegato in dettaglio nell’inchiesta, sono cinque gli interventi previsti dal dipartimento energia nel rapporto Energia di gennaio e nelle indicazioni contenute nel Piano energetico ambientale della Regione siciliana (Pears).
Tutto confermato nel protocollo apprezzato dalla giunta nei giorni scorsi, e adesso in attesa della firma di Crocetta e di Terna, che prevede l’accelerazione dell’iter dei due elettrodotti a 380 kV tra le stazioni elettriche di Paternò, Pantano e Priolo Gargallo e un altro 380 kV “Chiaramonte Gulfi-Ciminna”.
Due saranno gli altri nuovi impianti: l’elettrodotto 380 kV “Assoro-Sorgente 2” e l’elettrodotto 220 kv “Partinico-Fulgatore”. Inoltre si prevedono interventi “per ridurre il peso delle infrastrutture elettriche esistenti nella provincia di Messina e in particolare nella Valle del Mela (Barcellona Pozzo di Gotto, San Filippo del Mela, Pace del Mela, San Pier Niceto e Condrò)”.
Soddisfazione espressa dall’assessore Vania Contrafatto che ha spiegato che la Regione “avrà il compito di guidare il processo di partecipazione tra i vari rami dell’amministrazione, gli enti locali e i soggetti interessati”.

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