Stefano Bisi: "Ascolto e confronto i principi dei Massoni" - QdS

Stefano Bisi: “Ascolto e confronto i principi dei Massoni”

Anna Maria Verna

Stefano Bisi: “Ascolto e confronto i principi dei Massoni”

venerdì 30 Ottobre 2015

Forum con Stefano Bisi, Gran Maestro Massoneria Grande Oriente d'Italia

La Massoneria, da alcuni anni si sta aprendo alla società. Perché è difficile per il sentimento popolare capire che è un’associazione come le altre?
“La diffidenza in Italia può avere anche dei motivi storici. La breccia di Porta Pia del XX Settembre 1870 ha posto, di fatto, in conflitto Massoneria e chiesa Cattolica. Quindi, anche se Papa Paolo VI ha dichiarato che il XX Settembre è una data della Provvidenza perché restituisce alla Chiesa soltanto il potere spirituale, forse non tutta la Chiesa cattolica ha respirato questa ventata riconosciuta dal Papa. Un po’ di diffidenza, quindi, nei confronti dei Massoni è comprensibile, anche se le nostre attività puntano all’abbattimento dei muri, che vanno abbattuti per collegare le Istituzioni. La breccia di Porta Pia è una breccia per incontrarsi, per mettere in congiunzione”.
Anche Papa Francesco sostiene che bisogna costruire ponti, non muri. Il concetto non è lontano…
“Anche io ho utilizzato e utilizzo spesso questa immagine. Il ponte è quasi un simbolo massonico perché consente di passare da una parte all’altra per incontrare una persona, ma consente anche di tornare indietro, quindi rappresenta il libero arbitrio.  I regimi dittatoriali invece demoliscono i ponti. Ad esempio a Firenze il ponte di Santa Trinita fu bombardato dai tedeschi in ritirata proprio per ‘tagliare i ponti’, per evitare il collegamento tra le persone. E’ un simbolo efficace e la frase di Papa Francesco, in fondo, è in sintonia con il pensiero della Libera Muratoria Universale”.
Che tipo di azioni mettete in atto per il superamento delle diffidenze?
“E’ importante dire che i 21.714 fratelli che fanno parte del Grande Oriente d’Italia (il massimo storico nella vita di oltre duecento anni del oi) lavorano in oltre ottocento logge presenti in tutti i capoluoghi di provincia d’Italia, ad eccezione di Matera dove presto arriveremo. Si lavora per affinare un metodo, quello del confronto. Da noi – e l’ho detto anche nella lettera che ho inviato al ministro Boschi in occasione della bagarre scatenatasi nell’aula di Palazzo Madama prima del voto sulla riforma del Senato – si parla uno alla volta. Quando qualcuno parla, gli altri ascoltano. Quello dell’ascolto è un metodo che nelle logge s’impara e, se gli uomini che fanno parte di questa nostra comunione imparano ad applicarlo, si dà un contributo anche alla società intera, perché si formano uomini capaci di ascoltare”.
La vostra presenza è più a livello nazionale che territoriale?
“Le logge locali promuovono incontri pubblici. Oltre ad aver organizzato qui a Roma la consueta celebrazione del XX Settembre con presenze esterne anche molto qualificate, il 10 ottobre scorso a Firenze è stato ricordato il 750° anniversario della nascita di Dante con un’iniziativa pubblica a Palazzo Vecchio. A Varese il 16 ottobre a Palazzo Estense ha avuto luogo un altro incontro aperto e a Roma, sempre in ottobre, a Casa Nathan, Centro Polifunzionale del Goi, c’è stata la presentazione di un libro. A Matera in settembre, abbiamo presentato un volume sulla storia della Massoneria in Lucania”.
E’ previsto un confronto con le Istituzioni?
“Noi facciamo proposte di principio, non abbiamo ricette di metodo per salvare l’economia o altro. Ad esempio, quando ero stato da poco eletto Gran Maestro, è stata attribuita l’onorificenza Galileo Galilei (assegnata a non massoni che operano per il bene dell’umanità) al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, proprio per la sua attività di accoglienza. Un massone non ributta in mare chi arriva, soprattutto se si tratta di bambini che trovano, purtroppo, nel nostro Mediterraneo la culla e al tempo stesso anche la bara. Per quanto riguarda i rapporti con le Istituzioni, in occasione delle celebrazioni del XX Settembre c’erano il viceministro Riccardo Nencini, l’ex ministro della Difesa Mario Mauro, e il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani”.
 
Quindi mi conferma che c’è stato un grosso progresso sul piano della trasparenza.
“Sì ma capisco che l’opinione pubblica possa non credere al fatto che esistano delle persone che la sera si ritrovano nei templi massonici, dopo una giornata di lavoro, e decidano di parlare di argomenti filosofici, di vita, di arricchirsi spiritualmente… Il pregiudizio c’è e sarà duro a morire”.
Da quando è Gran Maestro?
“Dall’ aprile del 2014. Il mandato dura cinque anni ed è rinnovabile per una volta. C’è un giorno per le votazioni per il Gran Maestro, ma le singole logge possono votare dal 15 novembre al 15 dicembre di ogni anno. L’organizzazione in Italia esiste dal 1805. Formalmente la data di nascita della Massoneria nel mondo è quella del 1717, quando in Inghilterra si riunirono quattro logge dando vita alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra”.
Ci sono altri gruppi di Massoneria non appartenenti al Goi?
“Sì. Alcuni fanno riferimento ad altre Massonerie estere e altri sono sedicenti gruppi. Le organizzazioni internazionali come la nostra sono l’Obbedienza di Piazza del Gesù e la Gran Loggia Regolare d’Italia. Io rispetto il lavoro degli altri, anche se esse sono numericamente inferiori a noi”.
Non si è mai pensato a qualche forma di aggregazione?
“No, anche se a livello periferico è lasciata la libertà ai fratelli di incontrare gli altri. Io personalmente, a livello nazionale, ho un buon rapporto con i due Gran Maestri di Piazza del Gesù e della Gran Loggia Regolare d’Italia”.
 
Quindi le Istituzioni non s’imbarazzano più ad andare ai vostri incontri?
“No, compatibilmente con gli impegni, arrivano. Per quanto riguarda il rapporto con le Istituzioni spero che con il Senato si giunga a dare esecuzione a un accordo del 1991 affinché all’interno di Palazzo Giustiniani, sede storica del Goi, venga realizzato il Museo della Massoneria. Nel 1911 tutto il palazzo è stato acquistato dal Goi. Vi erano 405 stanze, adesso uffici del Senato. Quegli spazi ci sono stati tolti dal fascismo e non siamo mai stati risarciti dallo Stato repubblicano. Forse siamo l’unica associazione italiana a non essere stata risarcita per i danni subiti. Nel frattempo abbiamo acquistato Villa il Vascello al Gianicolo. Dopo la Liberazione siamo tornati ma, successivamente, il Senato ha avuto bisogno di altri locali per cui è stato stipulato un accordo in cui era previsto che almeno 120 mq del piano terra di Palazzo Giustiniani venissero lasciati a noi per il Museo della Massoneria Italiana. Uno spazio che, attualmente resta ancora inutilizzato”.
Quindi voi rispetto alle Istituzioni proponete idee, metodi senza entrare però nelle dinamiche interne?
“Non è il nostro compito quello di trovare soluzioni tecniche per risolvere problemi vari, lavorare a riforme costituzionali o cercare ricette per l’economia, eppure ogni tanto ci viene attribuito questo o quel complotto. Per esempio la vicenda di qualche giorno addietro sulla salute del Papa che sarebbe fatta derivare da una non meglio precisata questione ‘tosco-massonica’. Come organizzazione non suggeriamo mai di fare in un modo o in un altro perché si verrebbe strumentalizzati. Non è necessario  e non si vuol prestare il fianco a strumentalizzazioni di nessun tipo”.

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