Giunta quater debole e riforma consorzi in bilico - QdS

Giunta quater debole e riforma consorzi in bilico

Raffaella Pessina

Giunta quater debole e riforma consorzi in bilico

giovedì 05 Novembre 2015

Si deve presto approvare una norma per rinviare le elezioni del 29 novembre. L’Ars deve decidere se resistere o no dinanzi alla Consulta

PALERMO – Nella seduta di martedì prossimo verranno presentate in Aula la nuova giunta e la composizione delle commissioni legislative dell’Ars. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo riunitasi ieri mattina per programmare i prossimi lavori parlamentari.
 
Nel corso della stessa seduta, l’Aula dovrà approvare anche una norma per il rinvio delle elezioni dei vertici dei nuovi enti locali istituiti con la riforma delle Province, previste per il 29 novembre. Come si ricorderà, la riforma era stata impugnata dal Cdm. “Abbiamo urgenza di approvare una norma che posticipi le elezioni – ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – Bisogna poi decidere se si riterrà opportuno resistere dinanzi alla Corte Costituzionale o procedere alla modifica della legge”.
Tornando alla nuova giunta, sembra che non sia piaciuto a nessuno il nuovo esecutivo Crocetta. Il Movimento Cinquestelle pone qualche dubbio sulla sua durata: “Il nuovo governo è una grande ammucchiata che non riesce nemmeno a soddisfare la voglia di poltrone di tutti – scrivono i deputati del gruppo Cinquestelle all’Ars – Il Crocetta quater è addirittura peggio dei precedenti e non avrà vita lunga”.
Il governatore, nelle giornate precedenti alla composizione del governo quater, ha tenuto una serie di incontri con i rappresentanti dei partiti che si sono mostrati disponibili a sostenerlo. Alla fine, cercando di accontentare tutti, evidentemente non ha accontentato nessuno. Le critiche sono partite, primo fra tutti dal Partito Democratico, che peraltro ha ottenuto il numero più elevato di poltrone, e quindi si sono accodati gli altri: Psi e Sicilia futura dell’ex ministro Totò Cardinale, nonché gli esclusi e i partiti della maggioranza.
 
Il segretario regionale Pd Fausto Raciti ha definito “un errore”, l’esclusione della componente Dem di Giuseppe Lupo. I socialisti hanno già dichiarato di non riconoscersi in una Giunta in cui non hanno trovato spazio, e Sicilia futura è disposta a porsi all’opposizione. Non si esclude un ulteriore rimpasto per aggiustare il tiro entro la fine della legislatura. Così si torna in una situazione di debolezza legislativa, con una maggioranza che deve trovare voti a destra e a manca per approvare i provvedimenti in Parlamento.
 
Sull’attribuzione dell’assessore Vermiglio a quota Ncd è intervenuto Angelino Alfano, che ha dichiarato l’estraneità del suo partito a partecipazioni al governo regionale “sia in forma diretta che indiretta”. “Noi siamo estranei al governo Crocetta e a questa giunta”, ha ribadito Alfano.
 
Durissimo il commento dell’ex ministro Totò Cardinale, leader di Sicilia futura, sulla nuova giunta Crocetta. “I parlamentari che all’Ars  costituiscono la federazione di Sicilia futura sono fuori dalla maggioranza ma fanno comunque riferimento a Renzi, ci riuniremo e decideremo cosa fare. E’ facile però immaginare che in queste condizioni è impossibile entrare nella maggioranza”.
 
Saverio Romano, coordinatore gruppi parlamentari Ala ribatte alle dichiarazioni di Cardinale: “Salvatore Cardinale, artefice e complice del disastro che per la Sicilia ha rappresentato Rosario Crocetta e i suoi governi, deluso dal fatto di non avere un’adeguata rappresentanza di Sicilia Futura nel Crocetta quater, tenta in modo ridicolo di avvelenare i pozzi, attribuendo ad Alleanza liberalpopolare autonomie la nomina di Cleo Li Calzi, neo assessore al Turismo, persona che non conosco. Di Crocetta e dei suoi governi è noto cosa io pensi: tutto il male possibile. A differenza di Cardinale, sponsor di cotanto presidente della Regione sin dalla prima ora”.
Persino il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si è espresso negativamente: “I fatti delle ultime ore confermano l’aggravarsi dello stato di calamità Istituzionale della Regione, ammesso che la Regione ancora esista. Prima finirà questa devastante legislatura e minori saranno i danni sociali, culturali ed economici per la Sicilia".

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