Corsi di formazione, la ricetta del nuovo governo Crocetta - QdS

Corsi di formazione, la ricetta del nuovo governo Crocetta

Michele Giuliano

Corsi di formazione, la ricetta del nuovo governo Crocetta

domenica 08 Novembre 2015

Il neo assessore regionale all’Istruzione detta l'agenda: “Accelerazione dei bandi 2015 e riforma in aula”. Puntare sul sistema dei voucher formativi e su un nuovo catalogo di offerte

PALERMO – Con l’avvento del terzo assessore regionale in altrettanti anni di governo, la formazione professionale si accinge ad avere una nuova impronta in questo difficilissimo momento. Ed il neoassessore Bruno Marziano sembra avere già le idee chiare su quali siano oggi le emergenze di questo settore: “Serve un’accelerazione dei bandi per l’accreditamento degli enti e l’avvio dei corsi – sottolinea Marziano -. Da queste iniziative passa la ripresa delle attività per i formatori. Anche in questo caso esistono difficoltà legate al reperimento delle risorse che devono garantire almeno un triennio e al rilancio dell’intero settore, sulla base delle regole che sono state definite in questi anni”. Dunque un obiettivo a breve termine, concreto, sul quale però il nuovo assessore potrà fare effettivamente poco per accorciare i tempi.
Ci sono dei termini da rispettare per l’approvazione dei progetti, la loro pubblicazione e il decreto di finanziamento. Gli addetti ai lavori restano convinti che prima della prossima primavera nessun corso potrebbe mai partire ed effettivamente l’esperienza degli anni passati è stata sempre questa. Marziano però sta già pensando anche all’obiettivo a medio termine che ha intenzione di portare a termine (defenestramento permettendo considerata la voracità con cui in questa legislatura si succedono gli assessori nella giunta di Rosario Crocetta, ndr) prima della fine della legislatura, vale a dire l’agognata riforma del settore. Ovviamente il sostegno politico resta sempre al testo già varato dalla giunta regionale due anni fa ma che ancora non è approdato in aula.
Le linee guida della riforma punta essenzialmente sui voucher formativi e su un nuovo catalogo di corsi. La novità prevista è che i fondi non andranno agli enti ma agli studenti, che poi li spenderanno per frequentare i corsi. Ci vorranno due diversi bandi: col primo si chiederà agli enti di organizzare nuovi corsi associandosi obbligatoriamente con un’impresa e a scelta con una scuola o una università. In pratica verrà così costruito un pacchetto che punta su lezioni teoriche, pratiche e su approfondimenti in scuole e università.
Il secondo bando è destinato agli studenti. Chi vorrà frequentare un corso parteciperà e otterrà un voucher da 4 mila euro. Si tratta di una sorta di assegno spendibile per iscriversi a uno dei pacchetti inseriti nel catalogo. In poche parole sarà lo studente a finanziare gli enti in base all’offerta migliore e se alla fine l’azienda che ha lavorato con l’ente assumerà anche con contratto a termine lo studente, avrà il 30 per cento del voucher. Altrimenti questa quota tornerà alla Regione. Il testo di 32 articoli punta a prevenire la dispersione scolastica, rafforzare le possibilità occupazionali per i giovani siciliani con un sistema “duale”, prevedendo cioè formazione in aula e in azienda e valorizzando l’apprendistato.
Ad assicurare i corsi saranno scuole, università o privati senza fine di lucro, che per statuto svolgono in via esclusiva attività formative.
 


Tante altre le novità previste dalla riforma
 
Tra le novità, anche, il libretto formativo, i Poli formativi tecnico-professionali di filiera (dovrebbero essere 14, anche se il testo non indica il numero esatto, definendoli accordi di rete tra almeno due istituti tecnici e/o professionali, collegati con un’istituzione formativa accreditata e almeno due imprese) insieme a criteri di valutazione delle “performance”.
Il sistema assegna alla Regione compiti di vigilanza, controllo, programmazione. Sarà la giunta a dare l’ok al piano integrato della formazione professionale (Prif che di fatto sostituisce il vecchio Prof), che avrà durata triennale, finanziato con fondi dell’Unione Europea, nazionali e regionali. Novità anche per i formatori. Il ddl, infine, prevede due elenchi “separati ed autonomi” di formatori. Il personale attualmente in servizio negli enti in base alla legge regionale del 1976, sarà inserito in una sezione “speciale ad esaurimento”, alla quale dovranno attingere gli enti accreditati per svolgere i corsi.
A questo si affiancherà un altro elenco “parallelo”, composto da formatori selezionati in base ai titoli. Il modello a cui si ispira il governo regionale è quello adottato dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

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