Tari 2015, le tasche dei siciliani sono tra le più colpite in Italia - QdS

Tari 2015, le tasche dei siciliani sono tra le più colpite in Italia

Paola Giordano

Tari 2015, le tasche dei siciliani sono tra le più colpite in Italia

sabato 14 Novembre 2015

Studio del Sole 24 Ore su dati Ref: per un appartamento di 100 mq a Siracusa si pagano più di 500 euro. Caltanissetta la più economica tra le siciliane (297 euro). Il maggior incremento a Ragusa

CATANIA – I dati riportati dal Sole 24 Ore non lasciano dubbi: esiste un consistente divario tra le città italiane sul pagamento della Tari, vale a dire la tassa dei rifiuti che dal 1° gennaio 2014 ha sostituito i preesistenti tributi per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dovuti al Comune da cittadini, enti ed aziende.
A pagare di più sono in linea di massima i cittadini delle province meridionali. Le tasche dei cagliaritani sono le più colpite: una famiglia di tre componenti che vive in un appartamento di circa 100 mq sborsa per la Tari del 2015 la cifra record di 523 euro. In testa alla classifica c’è invece la marchigiana città di Fermo: qui la tassa dei rifiuti costerebbe a quella stessa famiglia solo 60 euro all’anno. Al secondo posto, con uno scarto di ben 100 euro dalla prima posizione, si piazza Isernia; terze con la stessa cifra Belluno e Udine (171 euro). Con una differenza: se la prima ha registrato una variazione di -5,8% rispetto al 2014, ad Udine la Tari ha subito un aumento del 2,7%.
La situazione delle città siciliane non è delle più rosee: Siracusa risulta la peggiore e, nonostante abbia ridotto l’importo della tassa sui rifiuti del 3,6%, si piazza al penultimo posto (103esima) con una cifra che sfora i 500 euro. In breve, la famiglia che a Fermo pagherebbe 60 euro a Siracusa ne pagherebbe 509 euro, vale a dire 8,5 volte in più. Nelle altre città siciliane le cifre sono più basse ma restano consistenti: si pagano più di 300 euro annui, ad eccezione di Caltanissetta, dove di euro se ne pagano pur sempre parecchi: in classifica si piazza infatti 51esima con un importo di 297 euro.
Se ad Enna e a Palermo l’importo per la tassa dei rifiuti non sfora i 400 euro (nella prima si pagheranno nel 2015 complessivamente 324 euro, nella seconda 351), ad Agrigento, a Ragusa e a Messina i cittadini nel 2015 verseranno nelle casse comunali per la Tari rispettivamente 407, 409 e 412 euro. «Non sono disponibili i dati relativi alla tassa sui rifiuti per i Comuni di Catania e Trapani – fa sapere Francesca Casarico del Laboratorio REF Ricerche – poiché le due municipalità non hanno ancora deliberato le aliquote Tari 2015».
Rispetto poi al 2014 l’aggravio a cui hanno dovuto far fronte le famiglie è in generale aumentato (la media nazionale ha subìto una variazione del 2%) e in alcuni casi anche in modo pesante: il dato più alto si riscontra ad esempio a Matera, dove la Tari è addirittura raddoppiata (+112,1%). Tra le siciliane, la città ad aver registrato il maggiore incremento è Ragusa (+13,4%); più moderato invece l’aumento a Caltanissetta (+3,8) e ad Enna (+0,2%). Una quarantina, invece, sono le città in cui si è rilevata una riduzione dell’onore sorretto dalle famiglie: a Carbonia la Tari è calata del 15,4% rispetto allo scorso anno. Tra le siciliane si è riscontrato un calo a Palermo (-7%), Messina (-1,5%) e Agrigento (-0,8%).
«Il differente impatto della tassa sui rifiuti tra i Capoluoghi di provincia dipende – spiega Casarico – da molteplici fattori, quali le caratteristiche urbane dei Comuni, le diverse soluzioni organizzative adottate, la qualità del servizio resa, nonché dal grado di efficienza delle gestioni. Sulla scorta di tali costi le amministrazioni comunali decidono la logica di ripartizione del carico tributario tra famiglie e imprese. Per valutare l’adeguatezza dei costi e dell’efficienza delle gestioni sarebbe necessario introdurre il concetto dei Costi Standard affidando ad un regolatore indipendente, che ad oggi è ancora assente nel settore dei rifiuti, la loro determinazione. Per quanto riguarda poi il finanziamento dei costi del servizio bisognerebbe uscire da logiche tributarie ormai datate, sostituendo la tariffa alla tassa».

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017