Rifiuti in Sicilia, più rifiuti e meno differenziata - QdS

Rifiuti in Sicilia, più rifiuti e meno differenziata

Roberto Pelos

Rifiuti in Sicilia, più rifiuti e meno differenziata

martedì 17 Novembre 2015

I dati del recente rapporto Ispra fanno emergere le negatività consolidate di raccolta e gestione. Riciclo, finora falliti tutti i tentativi di portare l’Isola al livello della media nazionale

ROMA – Il recente “Rapporto Rifiuti Urbani 2015”, realizzato dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (Ispra), ha confermato quanto di negativo si sapesse sulla produzione e gestione dei rifiuti nell’Isola.
Tanti i dati. La Sicilia risulta tra le regioni italiane dove la produzione pro capite dei rifiuti urbani oscilla tra i 450 e i 500 kg per abitante, superando realtà come Molise, Basilicata e Calabria, mentre la produzione più alta si registra in Toscana ed Emilia-Romagna. Come emerge dall’indagine, l’Italia ha raggiunto nel 2014, l’obiettivo del 45,2% di raccolta differenziata, segnando un aumento del 3% rispetto al 2013, anche se con sei anni di ritardo.
 
La Sicilia però è una delle due regioni italiane dove le percentuali di raccolta differenziata di rifiuti urbani, dal 2010 al 2014, sono inferiori al 20%. Nella nostra terra, infatti, la raccolta si attesta al 12,5% con una contrazione rispetto al 2013, anno in cui in Sicilia la percentuale era del 13,3%. L’altra regione è la Calabria dove si registra il 18,6%, in crescita comunque rispetto al 2013 quando la percentuale si attestava al 14,8%. La regione con la più alta percentuale di raccolta differenziata risulta il Veneto con il 67,6%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 67%. Nel Meridione, il tasso di raccolta dal 2013 all’anno successivo, è aumentato in Campania (dal 44% al 47,6%) e in Abruzzo (dal 42,9% al 46,1%).
Su scala provinciale, sempre per la raccolta differenziata, le cose per la Sicilia non vanno meglio: infatti si registrano proprio da noi i livelli più bassi, inferiori al 10% e soprattutto nelle province di Enna (6,1%), Palermo e Siracusa (entrambe al 7,8%) e Messina (8,4%); sempre inferiori al 10% sono i livelli di Catania (9,3%), Palermo (8,3%) e Messina (7,6%), riguardo alla raccolta differenziata nei comuni con maggiore popolazione residente. La Sicilia va male nella gestione dei rifiuti, per impiantistica carente o inadeguata; nella nostra terra infatti, l’84% dei rifiuti viene smaltito in discarica.
C’è comunque da precisare il fatto che l’indicatore relativo alla percentuale dello smaltimento in discarica sul totale dei rifiuti urbani prodotti a livello regionale, a causa dei  flussi di rifiuti smaltiti in regioni diverse da quelle di produzione, risulta in alcuni casi poco significativo in particolar modo per Campania, Lazio e Calabria.
Tornando alla Sicilia, c’è da sottolineare come sia purtroppo ben lontana, con 233 kg per abitante, dal raggiungere l’obiettivo di riduzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili (81 kg l’anno entro il 2018).
Otto, invece, sono state le regioni che hanno raggiunto in anticipo l’obiettivo (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Abruzzo e Campania).
Il rapporto di Ispra riporta tra l’altro i dati, aggiornati a settembre 2015, dello stato di attuazione della pianificazione regionale sulla gestione dei rifiuti e il monitoraggio dell’adozione da parte di Regioni o Province autonome, di piani o programmi di prevenzione. Sia l’ultimo piano di gestione che quello di prevenzione in Sicilia sono stati predisposti nel 2012. Nella gestione dei rifiuti la nostra terra si trova alla pari di Friuli, Lazio, Campania e Basilicata; più avanti rispetto alla Calabria, alla Sardegna e alla provincia autonoma di Bolzano. Riguardo alla prevenzione, la Sicilia è allo stesso livello di Friuli e Umbria, superando la Val d’Aosta, la provincia autonoma di Bolzano, l’Abruzzo e la Sardegna.

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