Salvatore Abate: "Imprenditori uniti per il bene comune" - QdS

Salvatore Abate: “Imprenditori uniti per il bene comune”

Melania Tanteri

Salvatore Abate: “Imprenditori uniti per il bene comune”

sabato 21 Novembre 2015

Forum con Salvatore Abate, Presidente Compagnia delle Opere per la Sicilia orientale

Da quanto tempo lei è presidente della Compagnia delle Opere Sicilia Orientale?
“Sono stato nominato dall’assemblea dei soci nel marzo di questo anno, dopo la presidenza di Carlo Saggio. Ma sono parte integrante dell’associazione da parecchi anni. ”.
La CdO, da molti, è considerata la lobby del terzo millennio? Cosa è esattamente Compagnia delle Opere?
“Compagnia delle Opere è un’associazione di imprese che svolge la propria attività sia in Italia che all’estero.
Noi siamo una rete. Ritengo di poter affermare che sono attorniato da imprese oneste, volenterose, che hanno uno scopo comune. I nostri associati sono circa 350, di cui una cinquantina sono associazioni senza scopo di lucro.
Diversamente da altre simili realtà, infatti, la Cdo si presenta come punto di aggregazione di realtà estremamente diversificate per grandezza e per settore di attività: dalla grande industria agli enti non-profit, dalle società di servizi al singolo artigiano”.
Qual è il progetto del presidente Abate?
“Ho indicato alcune linee guida che ho portato avanti anche durante l’ultimo Expandere, l’evento di rete più importante di CdO. Tra i miei obiettivi c’è la valorizzazione del lavoro comune e del dialogo tra imprenditori. Come manager il mio obiettivo è quello di riunire più persone e risorse per creare un valore che nessun singolo individuo può ottenere da solo. Insieme possiamo fare tanto e possiamo farlo meglio. In questo senso si pone anche il dialogo con le istituzioni. Non bisogna guardare solo il proprio interesse ma lavorare anche per il bene comune. Bisogna aver chiaro il concetto che il bene del territorio passa dal benessere delle nostre imprese così come il benessere delle nostre imprese passa dallo sviluppo del territorio”.
Come intendete agire per il bene comune?
“Non vogliamo sostituirci alla politica o alle istituzioni. L’obiettivo è invece quello del dialogo. Ciò che chiediamo alla politica è di far la loro parte favorendo la costruzione di infrastrutture e servizi  in modo che le aziende possano sviluppare tutto il proprio potenziale. E questo possono farlo concedendo alle aziende che investono in prima persona per il bene pubblico degli sgravi di natura tributaria”.
Quali rapporti avete con le Istituzioni?
“Ci siamo fatti sentire, abbiamo incontrato i sindaci. Abbiamo costituito un consorzio di aziende che serve solo a promuovere iniziative utili alla crescita del territorio attraverso la collaborazione tra pubblico e privato.Bisogna ragionare per obiettivi e raggiungerli pian piano”.
Avete convenzioni con le banche?
“Le banche, devo dire, sono state favorevoli a recepire le nostre richieste. A Expandere hanno partecipato tanti rappresentanti del mondo creditizio, e non solo. Sono anche venuti il sindaco di Catania, Enzo Bianco, il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo e Mauro Mangano, sindaco di Paternò”.
Su cos’altro intende puntare?
“Sicuramente sulla formazione e sull’internazionalizzazione delle aziende. Compagnia delle Opere Sicilia Orientale ha avviato una Commissione sull’internazionalizzazione che ha scelto 20 aziende di vari settori merceologici divisi in tre tipologie: chi non ha mai internazionalizzato, chi ha appena iniziato e chi lo fa già da tempo ma ha bisogno di un supporto maggiore. Su queste aziende è iniziato un lavoro di monitoraggio, studio e analisi. Abbiamo poi creato un pacchetto formativo, pre e post formazione, per le aziende che vogliono investire all’estero che, in poche settimane, sei circa, potrebbero avviare l’impresa. Ma occorre uno studio preventivo per comprendere le possibilità di queste imprese".
Quali saranno le prossime tappe?
“Concretizzare i nostri obiettivi valorizzando meccanismi virtuosi: se funziona un’azienda, se si espande, se investe all’estero, ne guadagnano tutti. Ma bisogna fare”.
 
Che progetti avete per il futuro come Gruppo Abate?
“Abbiamo tanto terreno, quindi possiamo fare tanto. Ma adesso è il momento di consolidare tutto quello che abbiamo avviato”.
Come i negozi biologici San’è. Da dove nasce l’idea? Ce ne parli.
“San’è è il frutto paziente e laborioso di una parte di Sicilia che ha voglia di far crescere la propria terra, i propri uomini, le proprie aziende. Vuole essere promotrice, attiva e positiva di una Sicilia Sana, Autentica, Naturale. È il supermercato bio dei siciliani, un punto di riferimento per chi fa scelte alimentari precise”.
Per adesso i punti vendita sono pochi. Pensate di aprirne altri?
“Vogliamo creare il format e dare il marchio in franchising. La caratteristica è quella di vendere prodotti siciliani biologici che non si trovano nella grande distribuzione”.
Avete, poi, avviato un esperimento in alcuni supermercati: l’orario esteso alla mezzanotte. Come mai questa scelta?
“Abbiamo pensato a chi lavora, a chi esce dall’ufficio dopo l’orario di chiusura dei negozi, e ha bisogno di fare la spesa. Questa è un’esigenza che riguarda moltissime categorie di persone. Un po’ sul modello americano dove i negozi aperti h24 sono realtà da tempo, ma con l’orario esteso solo fino alle 24”.
Quanti negozi effettuano questo servizio?
“Al momento sono due i punti vendita aperti la notte uno, in via Giacomo Leopardi e l’altro al viale Ulisse”.
 


Etnapolis festeggia 10 anni, i dettagli chiave di successo

Etnapolis, la grande intuizione commerciale, quest’anno compie dieci anni. Qual è la chiave del successo?
“Questa grande opera è stata avviata nel 2003 e completata nella sua prima fase a dicembre 2005 – con l’apertura di oltre 130 negozi, un ipermercato e una grande superfice per il bricolage. Oggi siamo riusciti a festeggiare i due lustri, soddisfatti più che mai”.
Come siete arrivati a questo importante traguardo e qual è il vostro segreto?
“Il tutto nasce dalla struttura, dalla posizione e dalla logistica. La progettazione parte dalla mente di un grande architetto, e questo sicuramente fa la differenza. Quando si realizza un centro commerciale si deve pensare a chi darlo in gestione. E poi a tutti i dettagli, compresi l’estetica, i parcheggi, le comodità. Da non sottovalutare, poi, il bacino della zona, che conta quasi 300 mila abitanti.
Quali sono i numeri?
Abbiamo quasi dieci milioni di visitatori l’anno. Il fatturato, nel 2015, ha visto un incremento del 5 per cento. Non ci sono negozi sfitti, in netta controtendenza rispetto ad altri centri commerciali. Abbiamo 126 negozi, 10 ristoranti, il cinema multisala con 12 schermi e 2500 posti, e le grandi superfici esterne. Inoltre, c’è un impianto di distribuzione carburante, tre accessi di grande viabilità, 2 per gli utenti e 1 per le merci e più di 6000 posti auto tra parcheggio interrato coperto, parcheggio scoperto a livello e sul tetto.
Anche le fiere stanno lavorando bene nel nostro centro di settemila metri quadrati. Il sogno prima e il progetto poi, si sono fatti spazio nella creazione di un luogo capace di favorire e rendere piacevole la formazione dei ricordi”.

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