Cinema e teatro in Sicilia, che sofferenza! - QdS

Cinema e teatro in Sicilia, che sofferenza!

Chiara Borzi

Cinema e teatro in Sicilia, che sofferenza!

sabato 21 Novembre 2015

Secondo l’annuario dello spettacolo redatto dalla Siae la nostra Isola non ha brillato in termini di profitti generati. Ingressi, presenze e numero di spettacoli col segno “più” al Centro e Nord Italia

CATANIA – Sono tempi duri per lo spettacolo siciliano. Se non bastassero gli scioperi dei lavoratori a dimostrarlo e il poco sostegno economico concesso dal governo regionale al settore, ecco le statistiche dell’Annuario dello spettacolo redatto da Siae a dare maggiore contezza delle nostre difficoltà regionali. Fioccano i segni più, ma soltanto in un computo complessivo di ingressi, presenze, numero di spettacoli, a livello nazionale. Ci sono poi profonde differenze tra le singole zone geografiche d’Italia e ancora di più tra i vari territori regionali. A far registrare dati migliori sono, come spesso accade, le zone del Nord ed in particolare del Nord-Ovest e del Nord-Est, seguite dal Centro Italia. Guardando alle singole regioni, stando al rapporto, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio sono invece i tre principali riferimenti per rintracciare una casistica positiva.
A saltare di più agli occhi sono i volumi di affari che i territori del Nord e Centro del Paese riescono a sviluppare tramite il comparto. In ambito cinematografico, nel 2014, la Lombardia ha prodotto 137.589.762,28 euro, il Lazio 96.920.243,40 euro, l’Emilia-Romagna oltre 37mln. Circa 50mln sono stati prodotti da Piemonte, Toscana e Campania. In questo contesto non si vede primeggiare la Sicilia, perché la nostra regione è stata in grado di alimentare solo un volume di affari nella cinematografia pari a 34.008.113,75 euro. Secondo l’annuario Siae peggio di noi fa la Puglia con 1 mln 409mila euro di differenza nel volume di affari.
Altre stime significative sono rappresentato poi dalla spesa al botteghino al cinema. Anche qui a fare la differenza in positivo sono le stesse regioni che si distinguono per il già citato volume di affari. Nel 2014 la Lombardia ha fatto registrare la spesa più alta d’Italia, pari a 116.588.518,07 euro, segue con oltre 2 mln di euro in meno il Lazio con 86.459.397,54 euro, terza stima più alta è invece quella dell’Emilia-Romagna con un esborso al botteghino di 62.394.759,63 euro. Anche in questo caso la Sicilia è ben lontana dagli standard più rappresentativi. Fanno registrare spese maggiori regioni come Piemonte e Veneto (oltre 46mln di euro), la Toscana (con oltre 42milioni) e la Campania (ferma a 41mln).
 
Mancano 10milioni di euro per far sì che la nostra regione si adegui agli standard più alti di spesa al botteghino del Paese: secondo il rapporto Siae siamo infatti fermi ad una somma pari a 30.617.716,94 euro (anno 2014). Spesso al centro della cronaca, neppure i teatri sono fonte di affari e incasso in Sicilia. è un patrimonio che potrebbe essere gestito sicuramente meglio. Anche nell’attività teatrale è la Lombardia a primeggiare per volume di affari e, in questo caso, le differenze economiche con il resto delle altre regioni d’Italia sono assolutamente notevoli. Il fatturato del 2014 parla di 110.023.943,40 euro ottenuti e 106.665.585,68 euro arrivati tramite la spesa del pubblico. Il Veneto si ferma a un volume superiore a 63milioni di euro e il Lazio vicino ai 60milioni.
Le rispettive spese del pubblico sono pari a quasi 60 milioni e a oltre 54 milioni di euro. Mai come in questo caso la Sicilia è ferma al palo: il volume di affari che si è aggirato attorno ai nostri teatri è stato inferiore ai 20 milioni di euro (19.887.170,23 euro) e la spesa del pubblico ferma a 19.429.165,18 euro.
 

 
Solo 34.000 siciliani hanno assistito a un concerto nel 2014
 
CATANIA – Stando ai dati diffusi dall’Annuario statistico dello Spettacolo della Siae, a livello regionale non rendiamo giustizia neppure a ambiti in cui la tradizione siciliana della musica ha dei crediti. è un caso quello della concertistica. Nel 2014 solo 34mila siciliani hanno assistito ad un concerto di musica classica, jazz o di musica leggera, in Lombardia sono stati invece oltre 301 mila i cittadini che hanno affollato gli eventi.
In Sicilia gli spettacoli sono stati appena 1.795, in Lombardia 6.800. Le spese al botteghino sono state magre, poco più che 11milioni di euro rispetto gli oltre 78milioni della Lombardia, e lo stesso può dirsi delle spese fatte dal pubblico: 12 milioni quelle siciliane, 94milioni quelle lombarde. Il volume d’affari espresso dalle due regioni non può che essere differente. La Lombardia supera i 97milioni di euro d’incasso dai concerti, mentre la Sicilia si ferma ad appena 13 milioni di euro. In questo confronto pur volendo considerare la presenza di un grande riferimento della musica classica come il Teatro alla Scala di Milano, o di uno per la musica leggera come San Siro, di certo non manca in Sicilia la possibilità di poter meglio intaccare il primato della Lombardia, sfruttando i propri riferimenti artistici d’eccellenza e altre risorse strutturali che aspettano solo di essere potenziate.

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