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I costi del Pos

redazione

I costi del Pos

giovedì 26 Novembre 2015

Studio realizzato da Sostariffe.it: pesa circa il 2% sul ricavato annuo di un esercizio commerciale. Ormai sette italiani su dieci preferiscono pagare con carte di credito o di debito

ROMA – In Italia i pagamenti elettronici stentano a decollare. Rispetto ai Paesi del Nord Europa e agli Stati Uniti il gap nell’uso della moneta digitale è molto evidente. Uno dei motivi potrebbe essere legato alla mancanza di chiarezza sui costi dei POS.
Come confermano alcuni studi sull’utilizzo del mobile payment, fra circa un milione di esercenti dotati di sistema POS, il 90% non conosce i costi di questo sistema di pagamento a causa della scarsa chiarezza nelle condizioni dettate dalle banche che forniscono il servizio.
Sono infatti molti gli esercenti che non hanno attivato un POS per la propria attività rischiando di perdere una grossa fetta di clientela. Quasi il 15% degli italiani, infatti, rinuncia all’acquisto se non può pagare con carta, mentre il 16% cerca un altro esercizio dove è possibile comprare con uno strumento di pagamento elettronico .  In generale 7 italiani su 10 preferiscono pagare con carta piuttosto che contanti.
Questo non sembra interessare, tuttavia, i commercianti italiani. I POS al 31 dicembre 2014 sono in calo: secondo dati di Bankitalia infatti in tale data i punti di accesso POS erano 46.029 contro i 53.493 dell’anno precedente . Questa diminuzione di circa il 14% dei POS è sintomo che il sistema dei pagamenti elettronici è un mondo più attraente per i consumatori che per gli esercenti.
Ma quanto costa effettivamente il POS per un’attività appena aperta? SosTariffe.it ha cercato di capirlo individuando tutti i costi medi che si sostengono per offrire il pagamento elettronico ai propri clienti e calcolando quanto incide più o meno sul ricavato annuo per tre differenti e diffuse attività economiche.
Appena ci si inoltra nel variegato mondo delle offerte per attivare un POS si capisce subito che perdersi è molto facile. Le proposte sono pressoché differenziate e dunque la prima cosa da fare è quantificare il flusso di utenza che si pensa si avrà per capire quale tariffa è la più adatta alle esigenze.
Una prima importante differenziazione è nella scelta della tipologia di POS: quello tradizionale (collegato ad una linea fissa ADSL) o quello mobile (gestibile tramite smartphone). Il primo costo da analizzare è quanto si spende per ottenere il terminale. Secondo lo studio mediamente per un POS mobile si spendono quasi 76 euro mentre per uno tradizionale circa 82 euro. Questo costo è una tantum al quale bisogna aggiungere il canone mensile per il servizio. In media questo si aggira intorno ai 24 euro per il POS su linea fissa e quasi 10 euro per quello mobile.
La spesa maggiore per attivare il pagamento elettronico nel proprio esercizio, tuttavia, l’esercente lo sostiene dovendo versare una percentuale o una cifra fissa per ogni transazione elettronica effettuata. In questo caso i costi variano in base alla tipologia di carta scelta dall’acquirente. Se il cliente, infatti, pagherà con carta di credito per ogni transazione il commerciante dovrà versare circa il 2% di quanto transato. Se invece la carta scelta è un bancomat si aprono due strade in base alla tariffa con POS attivata: l’addebito con una percentuale per ogni transazione (1,29% se si è scelto un POS tradizionale e 1,84% con POS mobile) oppure si potrà anche sostenere il versamento di una cifra per ogni transazione più una percentuale dell’importo transato (1,95% per chi scelte il POS tradizionale più 29 centesimi di euro per ogni transazione e 1,79% più 0,21 euro per chi opta per quello mobile). Appare dunque chiaro che la scelta è molto varia ed è necessario prestare attenzione ad alcuni consigli per evitare il salasso.
Molti consumatori particolarmente affezionati alla comodità che offrono i pagamenti elettronici spesso se lo chiedono: come mai questo negozio non accetta il POS? La risposta potrebbe risiedere nel peso dei costi per attivare il servizio sul ricavato totale dell’esercizio stesso. Per capirlo SosTariffe.it ha calcolato tale incidenza (partendo dai costi medi individuati precedentemente) analizzando tre tipologie di esercizi pubblici: lo studio medico, il negozio di abbigliamento e il locale adibito alla ristorazione.
Come prima cosa sono stati, sulla base dei dati del Ministero delle Finanze, ipotizzati i ricavi annui delle tre tipologie di esercizi e il possibile numero di transazioni annue per ogni attività. Successivamente sono stati calcolati, per ogni esercizio, il costo totale annuo sostenuto per accogliere pagamenti con carta di credito e con bancomat e la conseguente percentuale di incidenza sul ricavato annuo per capire quanto veramente pesa tale costo sul fatturato di ogni attività. Il calcolo è stato eseguito ipotizzando che il totale dei ricavi dell’esercizio sia transato tramite pagamenti elettronici, in modo da stabilire l’incidenza massima dei costi per il POS che gravano sull’esercente.
Come si può notare per un POS si può arrivare a spendere oltre 5400 euro annui. Le carte di credito risultano mediamente le più costose, mentre accettare pagamenti con il bancomat è più conveniente dall’8% al 41% in base all’attività e al POS scelto.
Per quanto riguarda invece la tipologia di terminale utilizzato la differenza si nota riguardo la carta utilizzata: se, infatti, tutti i clienti degli esercizi presi in esame pagassero con bancomat il POS mobile sarebbe più oneroso fino al 23%, mentre per la carta di credito risulta più oneroso scegliere un POS tradizionale fino al 23%.

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