Istituti penali per minorenni, al Sud si punta sulla formazione professionale - QdS

Istituti penali per minorenni, al Sud si punta sulla formazione professionale

Rossella Fallico

Istituti penali per minorenni, al Sud si punta sulla formazione professionale

mercoledì 02 Dicembre 2015

Rapporto Antigone: nel 2015 in tutta Italia risultano detenuti 449 ragazzi, perlopiù maschi. Al Nord sono in buona parte stranieri. Nelle quattro strutture della Sicilia sono presenti 124 ragazzi, quasi la metà si trovano a Catania

CATANIA – Nel 2015 i ragazzi detenuti sono 449, ovvero 20 volte di meno che nel 1940, quando erano 8.521, nel 1975 erano 858. I dati attuali indicano un numero stabile negli ultimi quindici anni: in particolare le ragazze sono 39 e i maschi sono 410; gli stranieri detenuti sono 204, di cui 31 femmine e 173 maschi. Questo quanto emerge dal terzo rapporto dell’associazione Antigone “Ragazzi fuori”, che ha analizzato gli istituti penali minorili italiani in collaborazione con l’Isfol.
 
Un dato che emerge dal rapporto è la notevole disomogeneità della popolazione detenuta nelle diverse strutture penitenziarie. Negli istituti del Nord e del Centro ci sono pochissimi ragazzi italiani, spesso peraltro trasferiti dagli istituti del Sud. Al contrario negli II.PP.MM. del Sud e delle Isole si trovano pochissimi stranieri, anche questi spesso trasferiti dagli istituti sovraffollati del Nord. Quanto agli italiani, si tratta quasi sempre di ragazzi che provengono dalla stessa regione in cui si trova l’istituto: in Sicilia, dove di II.PP.MM. ce ne sono ben 4, ciascuno finisce per servire aree diverse della stessa regione.
 
Le strutture dell’Isola si trovano a Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta. Ad Acireale al 17 marzo 2015 erano presenti 19 detenuti, di cui 3 stranieri (due del Gambia e uno dalla Romania) e 5 maggiorenni (solo uno di loro ha più di 21 anni); a Caltanissetta nel corso dell’anno 2014 (ultimo dato disponibile), nell’IPM sono entrati complessivamente 22 detenuti – di cui 18 di nazionalità italiana e 4 di nazionalità straniera (2 egiziani e 2 libici) – con una media di 12 presenze; a Catania i detenuti presenti al 16 marzo 2015 erano 50, tra di loro, 8 sono padri. I ragazzi stranieri erano 15; infine a Palermo al 16 settembre 2015, erano presenti in IPM 33 detenuti, di cui 21 definitivi e 12 in misura cautelare. Nel corso del 2015 si sono registrati 36 ingressi: 32 italiani (di cui 18 maggiorenni e 10 minori) e 4 stranieri (tutti minorenni).
Essere detenuti in un carcere non sempre equivale ad isolarsi in toto culturalmente e socialmente dal resto del mondo. Nel Belpaese ci sono tre ragazzi che frequentano l’università: uno a Potenza fa Scienze agrarie, uno a Catania fa Scienze infermieristiche e uno frequenta il Politecnico di Torino. Sono 175 i minori che frequentano la scuola, in particolare 60 ragazzi frequentano quella superiore e 115 fanno le medie. Non mancano le iniziative extracurriculari, ovvero corsi di sport, di lettura e scrittura creativa, musica ed informatica.
A Catania, e più in generale negli II.PP.MM. siciliani, molte attività sono organizzate da associazioni impegnate sul terreno del contrasto alle mafie. Sono moltissimi e vari in tutti gli II.PP.MM. i progetti di attività culturali promosse in collaborazione con diversi tipi di enti pubblici e privati presenti sul territorio.  Altri i progetti che puntano soprattutto all’educazione civica: il “Progetto “Ora tu cuntu” a Palermo ha promosso un ciclo di incontri con scrittori siciliani con l’obiettivo di consentire ai giovani detenuti di approfondire la conoscenza della cultura ed in particolare della letterature siciliana; nel 2014 si è attivato in IPM di Caltanissetta, grazie alla disponibilità di un docente di musica, un laboratorio musicale che si svolge settimanalmente; a Catania è stato attivato un protocollo d’intesa con una biblioteca comunale che, oltre ad offrire il servizio di prestito libri, organizza un laboratorio di scrittura creativa.
Al Sud c’è maggiore attenzione alla formazione professionale: per esempio a Nisida, in provincia di Napoli, si svolgono corsi per pizzaioli e corsi di panificazione; a Bari corsi di 600 ore per ebanista, cartapestaio e ceramista; a Catania corsi di 300 ore per informatici ed elettrotecnici, ma anche corsi di pasticceria siciliana, cucina e rosticceria siciliana. Al Nord invece i corsi svolti non sono riconosciuti e non danno diritti a nessun titolo professionale. Fa eccezione Milano, dove i ragazzi hanno la possibilità di frequentare corsi riconosciuti di formazione professionale anche all’esterno. Sono attivi 3 corsi di formazione professionale, tutti realizzati nell’ambito del Piano Straordinario per il lavoro in Sicilia – Opportunità Giovani: il corso per “Commis di cucina” o quello di “Espero in arti grafiche e computerizzate” gestiti dal Cesam di Palermo, il Corso per “Giardinaggio ed orticultura” gestito dall’associazione Euro di Palermo.

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