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Messina – La relazione del sindaco Accorinti in Aula dopo due anni di mandato

Lina Bruno

Messina – La relazione del sindaco Accorinti in Aula dopo due anni di mandato

venerdì 04 Dicembre 2015

Ben 169 pagine che parlano di Messina “laboratorio di democrazia” lette in un clima di silenzio assoluto. Il primo cittadino: “Ripreso il servizio scuolabus e regolarizzato gli stipendi”

MESSINA – Una relazione lunga oltre due ore mentre intorno andava in scena il vuoto. L’intervento del sindaco Renato Accorinti in aula consiliare per spiegare, con le sue 169 pagine, quello che ha fatto la sua Giunta in due anni e mezzo di attività amministrativa, non ha sortito nessun dibattito. Consiglieri distratti e annoiati hanno fatto da sfondo alla lunga elencazione fatta dal primo cittadino che tentava di dare rilevanza al lavoro dei suoi assessori.
Ma la parola d’ordine nel Civico Consesso, una volta terminato l’intervento di Renato Accorinti, è stata quella di lasciare l’aula senza avviare quel confronto che forse il primo cittadino si sarebbe aspettato visto che aveva esordito dicendo di essere pronto ad accogliere collaborazione e idee da chiunque tra i consiglieri avesse voluto, per il bene della città, contribuire a quella svolta nella gestione amministrativa che è stato alla base del progetto politico di Cambiamo Messina dal basso.
Per la prima volta forse si è visto un Consiglio compatto, quello stesso Civico Consesso che non è riuscito a presentare un’unica ipotesi di sfiducia perché ogni gruppo ne ha una sua da indicare come migliore. E chissà se a ricompattare tutti alla fine non siano state le recenti inchieste giudiziarie che vedono 29 consiglieri su 40 indagati per avere illegittimamente intascato gettoni di presenza nelle commissioni consiliari: di sei è stata stralciata la posizioni e per 12 c’è l’obbligo di firma prima e dopo i lavori d’aula.
E questo mentre all’orizzonte si profila un’altra indagine, quella sugli oneri riflessi, su cui si stanno cercando riscontri. La relazione che il sindaco ha presentato si apre con una lettera indirizzata alla città in cui si sottolinea la centralità della politica intesa innanzitutto come servizio reso alla cittadinanza e non come mero esercizio di potere e in questa visione l’esperienza Accorintiana viene posta come “un laboratorio vivo di democrazia” che ha bisogno di tempo per portare i suoi frutti perché implica un radicale cambio culturale.
Accorinti poi passa alle scelte operate intanto in campo finanziario con il Piano di riequilibrio, ancora al vaglio del ministero degli Interni, che vincola  economicamente la città per i prossimi dieci anni legandola ad impegni di rientro ben precisi anche se dilazionati. Un settore che rende particolarmente soddisfatto il sindaco è quello dei trasporti pubblici con un’Atm risanata dopo la nomina del direttore generale Giovanni Foti proveniente dalla Gtt di Torino.
“Si è passati da 15 autobus in servizio a 50 e in arrivo ce ne sono altri 17 euro 6, così per le vetture tramviarie siamo passati da cinque a nove mezzi in strada; abbiamo ripreso il servizio scuolabus, regolarizzato gli stipendi, aumentato gli introiti da biglietti e abbonamento e sbloccato i contributi regionali”.
Altri obiettivi che il primo cittadino dice di avere centrato riguardano la raccolta differenziata passata dal 4% al 13% e l’avvio del porta a porta, attivato per 12 mila utenze delle periferie nord e sud e pubblicata la gara per allargare il servizio ad altri quartieri della città. Ma molti problemi sulla gestione dei rifiuti restano, in attesa della Multiservizi, se la città continua ad essere sporca con discariche improvvisate non solo in periferia ma anche a due passi dal centro.
C’è un problema del controllo del territorio con pochi vigili disponibili su strada e troppi cittadini indisciplinati. Con la stabilizzazione dei contrattisti e l’arrivo di 50 agenti dalla mobilità provinciale qualcosa dovrebbe cambiare ma il piano delle nuove assunzioni per essere attivato ha bisogno del via libera ministeriale.
Conclusi alcuni iter progettuali, è stato ricordato, come quello per la via Don Blasco, per il secondo porto di Tremestieri, ma i soldi continuano a non arrivare e le grandi infrastrutture come le riqualificazioni, che attiverebbero nuova occupazione, restano ancora un miraggio.

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