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Messina – Masterplan Città Metropolitane, difficile dialogo tra primi cittadini

Lina Bruno

Messina – Masterplan Città Metropolitane, difficile dialogo tra primi cittadini

venerdì 11 Dicembre 2015

Le riunioni volute dagli amministratori locali hanno prodotto la nascita di un coordinamento di sindaci. Prevista la redazione di schede con interventi di sviluppo strategico del territorio

MESSINA – I sindaci della provincia di Messina rivendicano la titolarità delle decisioni che investono i territori che amministrano. I rappresentanti delle 108 municipalità però, di fronte al vuoto legislativo che caratterizza ancora le Città Metropolitane siciliane e pressati dalla sfida del Masterplan con la scadenza del 31 dicembre, faticano a fare squadra e in più non riconoscono nessuna leadership al sindaco Renato Accorinti che per il Governo centrale però rimane l’unico referente per la progettazione da inserire nel patto per il Sud.
Le riunioni volute dagli amministratori locali che continuano a susseguirsi, promosse dal commissario dell’ex Provincia Filippo Romano, hanno prodotto finora la nascita di un coordinamento formato da sindaci delle diverse aree comprensoriali che si avvarrà del supporto dell’Università, degli ordini professionali e delle categorie produttive, per la redazione delle schede con gli interventi che preveda una visione di sviluppo strategica del territorio.
Quanto elaborato sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei sindaci che individueranno il loro rappresentante per gli adempimenti previsti dalle linee guida del Masterplan.
Una linea questa emersa durante l’ultimo incontro dove era assente però Renato Accorinti, convocato il giorno dopo a Roma per parlare proprio di Masterplan.
In quel contesto Giovanni Lazzari, presidente dell’Ordine degli Architetti, aveva suggerito all’Assemblea di indicare una delegazione che accompagnasse il sindaco di Messina all’incontro con il sottosegretario Claudio De Vincenti. Ma la proposta è stata respinta malgrado Giovanni Formica, sindaco di Milazzo avesse sottolineato come potesse essere controproducente in questa fase di necessario raccordo ignorare che gli unici referenti delle città metropolitane sono per il Governo i sindaci dei capoluoghi.
Il rischio resta quindi quello che si proceda su due strade parallele, da una parte i sindaci della provincia con le loro peculiarità e differenze che fanno il loro percorso, dall’altra il primo cittadino della città dello Stretto che con il suo vice Guido Signorino ha già monitorato la disponibilità di un parco di progettazione per oltre 700 milioni di euro e tutto questo in contrasto con  quello che si continua a dire da più parti e che cioè le scelte operate devono essere strategiche e di sistema.
Lo ribadiscono gli Ordini professionali, Confindustria, i sindacati.
Secondo Carmelo Catania segretario provinciale della Uil non si può a due settimane dalla scadenza “rischiare di fare fallire una così grande opportunità per il nostro territorio per il mancato riconoscimento di una leadership così come non si può pensare di portare avanti una ipotesi di sviluppo con  l’esclusioni di soggetti portatori di interesse. Vanno banditi particolarismi ed egoismi mettendo al centro di ogni ragionamento interessi e speranze di intere comunità”.
Guido Signorino fa riferimento a progetti rientranti nel Programma Innovativo in Ambito Urbano come la Piastra logistica di Tremestieri, o nel Prusst come gli insediamenti produttivi a Larderia. A questi si aggiungono gli interventi di prevenzione del rischio idrogeologico insieme a quelli condivisi con l’Autorità portuale, in particolare il porto di Tremestieri, l’ approdo per navi da crociera nella cittadella fieristica e il collegamento veloce con l’Aeroporto dello Stretto.
“I temi delle infrastrutture, dei trasporti, delle politiche ambientali, della salvaguardia del territorio, non possono essere affrontati attraverso la semplice sommatoria dei piani comunali e dei sistemi strategici locali, dice Michele Limosani docente di Politica economica all’Università di Messina, chiamato a dare un supporto tecnico scientifico alla redazione del Masterplan. Senza una cabina di regia nazionale, – dice Limosani – che verifichi la coerenza, la compatibilità tra obiettivi locali, regionali, nazionali e comunitari, questo sforzo è con buona probabilità destinato a fallire”.

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