Call center: nuovo terremoto. Niente contratti di solidarietà - QdS

Call center: nuovo terremoto. Niente contratti di solidarietà

Michele Giuliano

Call center: nuovo terremoto. Niente contratti di solidarietà

sabato 19 Dicembre 2015

In Sicilia è il primo settore produttivo, che dà lavoro ad oltre 20 mila persone, 10 mila solo a Palermo. Una novità che ha portato i dipendenti di Almaviva ad organizzare uno sciopero

CATANIA – È allarme licenziamenti al call center Almaviva, dopo che l’Inps in una nota ha comunicato lo stop a partire già dal mese di dicembre ai contratti di solidarietà, che tra Palermo e Catania interessano 5 mila lavoratori. Novità che ha già scatenato la reazione dei dipendenti dell’azienda che martedì prossimo, 22 dicembre, saranno in sciopero con corteo organizzato a Roma a partire dalle 10. L’istituto previdenziale ha comunicato che, a seguito di accertamenti ispettivi, ha provveduto alla variazione di classificazione aziendale di Almaviva dal settore industria al settore terziario, “corrispondente alla effettiva natura dell’attività svolta nell’ambito dei servizi”.
Alla luce di questa variazione, non sussiste più il diritto al contratto di solidarietà, usato in questi anni come antidoto ai licenziamenti. Una doccia fredda per i lavoratori del più grande call center siciliano, che adesso temono l’arrivo delle lettere di licenziamento. “E’ una situazione gravissima – commentano Simone Di Trapani, segretario provinciale di Sel Palermo, ed Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra Italiana – che rischia di sfociare nel licenziamento di gran parte degli operatori del call center. E’ un provvedimento che avrà conseguenze non solo su Almaviva, ma anche sulle centinaia di call center che in Sicilia, come in tutta Italia, fanno ricorso ai contratti di solidarietà per evitare gli esuberi”. I contratti di solidarietà sono quell’istituto che permette all’azienda di ridurre le ore ai lavoratori, evitando quindi licenziamenti, e la metà delle ore tagliate vengono pagate dall’Inps.
 
Nell’Isola quello dei call center è il primo settore produttivo, che dà lavoro a oltre 20 mila persone, 10 mila nella sola Palermo. “È necessario che l’azienda metta in moto politiche economiche per rilanciare i due siti siciliani, che hanno tutte le carte in regola per diventare produttivi e fare a meno di questo ammortizzatore sociale – continuano Di Trapani e Palazzotto. Allo stesso tempo, serve una deroga da parte di Inps e governo nazionale al provvedimento e un intervento deciso dell’esecutivo sul settore del call center: l’approvazione di una norma che impedisca le delocalizzazioni delle commesse, su cui già esiste un disegno di legge depositato da Sinistra Italiana in Parlamento, oltre che un provvedimento che permetta di salvare i lavoratori Almaviva ed evitare che, a cascata, siano privati del contratto di solidarietà tutti gli operatori dei call center del Paese”.
Questo provvedimento sarebbe l’effetto della riclassificazione dell’azienda da parte dell’Inps che passandola dal settore industria a quello terziario ha di fatto revocato un contratto di solidarietà che il ministero aveva concesso all’azienda dal primo giugno 2015 al 31 maggio 2016. I lavoratori di Almaviva a Palermo stanno preparando delle dure proteste e annunciano il loro "no" all’erosione di ulteriori diritti e salario. "O ci salviamo tutti o non si salva nessuno" si legge sulla pagina Almaviva di facebook.
 

 
Si attende ancora un incontro con la Regione
 
La Regione riguardo a questa vertenza occupazionale tutta siciliana è sempre stata abbastanza defilata. “E’ stato più volte chiesto un incontro dalla dirigenza dell’azienda e dagli stessi dipendenti con la Regione Siciliana, – afferma il deputato del Movimento 5 Stelle all’Ars, Salvatore Siragusa – ma né le varie giunte, né il presidente Crocetta hanno mai dato la possibilità di una interlocuzione con le istituzioni, fregandosene di quelle circa 6 mila persone che vi lavorano”. Il parlamentare Cinquestelle ha depositato un’interrogazione urgente con la quale chiede l’intervento del governo per cercare di dare ascolto all’azienda ed ai lavoratori. "L’accesso agli ex ammortizzatori sociali in deroga, confluiti nel fondo residuale, costituisce un’ulteriore incertezza per migliaia di famiglie coinvolte da tale processo -dicono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl. Non abbiamo alcuna certezza che Almaviva non abbia alcuna responsabilità nei confronti dell’intervento dell’Inps, dal momento che durante ogni incontro effettuato al Mise questo argomento è stato prontamente affrontato dall’azienda stessa".

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