Consorzi di bonifica, sedotti e abbandonati - QdS

Consorzi di bonifica, sedotti e abbandonati

Michele Giuliano

Consorzi di bonifica, sedotti e abbandonati

martedì 05 Gennaio 2016

Gli enti sono in dissesto economico, la Regione li sta “scaricando” e per gli agricoltori si preannunciano tempi duri. Da anni si parla di una riforma del settore per abbattere i costi

PALERMO – I fondi che mano a mano sono stati tagliati dalla Regione, in uno scenario da crisi finanziaria, rischiano di affossare un altro apparato siciliano: quello dei Consorzi di bonifica, gli enti che gestiscono le dighe ed erogano l’acque per l’agricoltura.
Il crack di queste 11 strutture, di cui si parla da tempo immemorabile di una riforma che ad oggi non si è mai concretizzata, sembra decisamente essere dietro l’angolo. Già le avvisaglie da tempo sono state colte da molti addetti ai lavori: basti pensare che da circa 6 mesi i lavoratori dei Consorzi non ricevono lo stipendio. Il motivo è abbastanza semplice: la Regione non ha soldi e considerando che questi enti vengono finanziati per il 95 per cento proprio dalle casse di palazzo d’Orleans (il restante 5 per cento dagli incassi delle quote di prenotazione dell’acqua degli agricoltori, ndr) si intuisce chiaramente la radici di ogni male.
Nei giorni scorsi un centinaio di lavoratori dei Consorzi di bonifica ha manifestando a piazza Indipendenza davanti la sede della Presidenza della Regione per protestare contro il governo Crocetta accusato di “cecità e di aver abbandonato gli agricoltori siciliani”. Il traffico è stato rallentato perché i manifestanti sono passati continuamente sulle strisce pedonali con i cartelli per esprimere il loro malcontento. Un primo effetto a questa crisi finanziaria è già arrivato: il Consorzio di bonifica “Trapani 1” ha modificato le tariffe aumentando i compensi a carico degli agricoltori del 500 per cento. Tutto si trova in una recente delibera approvata dal Consorzio e che porta da 16 e a 93,94 euro ad ettaro il contributo dovuto dai produttori olivicoli per avere l’acqua nelle terre servite dallo stesso consorzio.
Un aumento spaventoso che viene motivato dalle solite esigenze di bilancio da rispettare in ragione dei recenti provvedimenti adottati dalla Regione siciliana.
Non si sta ovviamente meglio negli altri Consorzi siciliani. Ad esempio in quello di Ragusa dove si fa sempre più precaria la situazione economica. La deputata regionale Vanessa Ferreri ha depositato un’interpellanza all’Ars mentre, in passato, ben 4 interrogazioni sono rimaste senza risposta. “Si intervenga per evitare il dissesto economico – afferma la parlamentare Cinquestelle – e vengano tutelati prima di tutti i lavoratori del Consorzio”.
Il 14 dicembre scorso il direttore generale del Consorzio, a causa della grave crisi economica in cui versa l’ente, ha disposto la sospensione di tutti i lavoratori di cui alle garanzie occupazionali attualmente avviati al lavoro, nonché la sospensione delle procedure di riassunzione per i lavoratori attualmente non in forza per cui era previsto il riavvio.
II direttore generale, poi, ha anche diffuso una nota in cui annuncia l’imminente tracollo economico dell’ente, a causa sia dei mancati trasferimenti da parte della Regione, sia delle condanne giurisdizionali subite e relative al riconoscimento del rapporto a tempo indeterminato o al pagamento di rilevanti somme a titolo indennitario e risarcitorio (pari a circa 9 milioni).
 

 
Le reazioni ad una situazione così delicata
 
La decisione adottata dal Consorzio “Trapani 1”, che coinvolge migliaia di produttori agricoli della provincia di Trapani, ha fatto scattare la reazione dei sindacati: “è inaccettabile – commenta Maurizio Etiopia dell’Ugl – chiedere di pagare un contributo così elevato agli agricoltori già colpiti dall’attuale crisi economica”. Questa situazione è frutto delle scelte scellerate del passato dove si è assistito ad assunzioni clientelari e sprechi di ogni tipo: “Ci si chiede quanto, tutte quelle assunzioni nominative degli anni passati, abbiano contribuito a creare l’ormai certo tracollo economico del consorzio – aggiunge la deputata Ferreri -. Assunzioni che hanno innalzato oltremodo le spese per l’organico, per non parlare delle promozioni non proprio trasparenti di tanti dipendenti, delle indennità chilometriche o degli straordinari elargiti allegramente. Magari su questo sarà la Corte dei Conti a darci una risposta”. Intanto ancora non si è ancora dato attuazione all’articolo 13 della legge regionale del 2014, la n.15 che istitutiva il Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale ed orientale. Nella stessa interpellanza, Ferreri chiede anche un controllo dell’operato dei commissari straordinari.

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