La guerra delle tasse in Sicilia e un buco da quasi sei miliardi - QdS

La guerra delle tasse in Sicilia e un buco da quasi sei miliardi

Raffaella Pessina

La guerra delle tasse in Sicilia e un buco da quasi sei miliardi

sabato 16 Gennaio 2016

Resi noti i verbali dell’audizione in commissione bilancio di Antonio Fiumefreddo. Riscossione Sicilia: clientelismo, sprechi e consulenze d’oro

Sono stati resi noti, ma non ancora visibili sul sito ufficiale dell’Ars, i verbali  dell’audizione in commissione Bilancio di Antonio Fiumefreddo, presidente della partecipata regionale (per oltre il 90%) Riscossione Sicilia.
Secondo l’Agi, che ha visionato i verbali, si tratta di una testimonianza che rivela una vera e propria guerra delle tasse e di una possibile convenzione con Equitalia, discussa a Roma. Una ipotesi che il Presidente  Crocetta aveva già bollato come un “errore fatale”. “La storia di Riscossione Sicilia è per lo più una storia criminale – avrebbe dichiarato Fiumefreddo, fedelissimo di Rosario Crocetta – che negli anni ha risentito di una forte impostazione clientelare, alla quale evidentemente faceva riferimento il quadro politico che gestiva e che rappresentava la Regione”.
 
Fiumefreddo avrebbe fatto la fotografia della situazione della riscossione delle tasse in merito a coloro che, cittadini siciliani, dichiaravano redditi per oltre mezzo milione di euro l’anno. Parrebbe che solo il 3,66% di questi pagasse il dovuto in tasse. Per il resto sarebbe stata riscontrata “una media di riscossione pari all’8%, con migliaia di evasori, per miliardi di euro”. Il deficit di riscossione per mancati incassi denunciato da Fiumefreddo al momento dell’audizione sarebbe di 5 miliardi e 700 milioni.
Al 31 dicembre 2014 erano stati riscossi solo 481 milioni di euro. Appunto l’8%.
La società Riscossione Sicilia, secondo quanto riportato nei verbali della commissione riportati dall’Agi, avrebbe avuto troppe e costose consulenze, così come erano costosi gli affitti delle sedi.

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