Legge di Stabilità, la Sicilia perde altri 400 milioni - QdS

Legge di Stabilità, la Sicilia perde altri 400 milioni

Raffaella Pessina

Legge di Stabilità, la Sicilia perde altri 400 milioni

martedì 19 Gennaio 2016

Riforma delle Province: la Regione non ha recepito la normativa nazionale. Intanto all’Ars bocce ferme: seduta prevista martedì 26

PALERMO – I conti della Sicilia vanno sempre peggio. Soprattutto perché il governo nazionale continua a tagliare i fondi alla Regione. Stavolta è toccato ai fondi che sarebbero stati destinati alla risistemazione di scuole e di strade provinciali. I fondi, non verranno stanziati né quest’anno, né il prossimo 2017 e, stando a quanto scritto nella legge di Stabilità nazionale, non lo saranno probabilmente fino al 2021. 
La Regione avrebbe quantificato il danno che ne deriverebbe da tale decisione: fra i 400 milioni e il miliardo. La ragione di questo drastico taglio starebbe nel fatto che la Sicilia non recepito la normativa nazionale in materia di riforma delle Province.
“Prendiamo atto dell’ennesimo regalo che il governo Renzi e il Partito democratico hanno riservato alla Sicilia, lo scippo di 400 milioni di euro destinati alle strade e all’edilizia scolastica. Si tratta dell’ennesima riprova che il presidente del Consiglio e il Pd romano mal sopportano la nostra isola”. Lo dice Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars. “Prima gli attacchi a Crocetta, inviso a Renzi e a Faraone, oggi invece una battaglia senza maschera, a tutto campo, che umilia la nostra terra, sottraendole energie vitali per i prossimi cinque anni – conclude – Chiederemo ai gruppi parlamentari azzurri di Camera e Senato di presentare una mozione affinché la Sicilia venga reinserita nella ripartizione dei fondi su strade ed edilizia scolastica”.
Per la cronaca, vogliamo ricordare che già nel 2014 lo Stato con la legge di Stabilità aveva stabilito pesanti tagli per tutto il Sud e quindi anche per la Sicilia. L’altra volta si è trattato di un taglio per il Meridione di ben 3,5 miliardi di euro di risorse Pac (Piano di Azione e coesione), fondi nazionali ed europei che erano stati riprogrammati dall’ex ministro Fabrizio Barca per il Sud Italia. Tali fondi sarebbero stati stornati a favore di sgravi contributivi ad imprese allocate per lo più nel centro nord. Adesso arriva anche questa batosta e non c’è meraviglia che con continui tagli, la Regione non riesca a venire fuori dalla crisi. Diventerebbe plausibile la teoria dell’ex assessore all’economia Gaetano Armao secondo cui, l’attuale assessore al ramo, Alessandro Baccei, inviato da Roma, stia lavorando per convincere Crocetta e l’esecutivo alla rinuncia dell’Autonomia e per far rientrare la Sicilia tra le regioni a Statuto ordinario.
A questo punto, è probabile un ennesimo viaggio a Roma del Presidente della Regione Crocetta, per trovare una soluzione anche a questa matassa.
Bocce ferme, invece, all’Assemblea Regionale Siciliana, visto che i lavori sono stati aggiornati alla prossima settimana, quando si svolgerà anche la conferenza dei capigruppo per stabilire il calendario dei lavori. Intanto, i partiti si stanno cominciando ad organizzare per la prossima campagna elettorale. è il caso del Nuovo Centrodestra. Il suo leader, Angelino Alfano, ha riunito in questo fine settimana appena trascorso gli stati generali a Palermo. L’incontro è servito a definire il percorso del movimento nei futuri scenari in vista appunto delle elezioni regionali del 2017 e delle amministrative della prossima primavera.
Al centro del dibattito la proposta lanciata dall’Udc di formare un soggetto unico. Due giorni prima si è svolta una riunione del gruppo parlamentare Udc, alla presenza del leader Gianpiero D’Alia e del coordinatore regionale Gianluca Micciché. Anche in questo caso, è stata ribadita con forza l’ipotesi del soggetto unico da rilanciare anche a livello nazionale, in un programma che vedrebbe la Sicilia anticipatrice degli eventi. Ora l’Udc attende l’adesione definitiva di Alfano visto che vi sarebbe ufficiosamente già il consenso della deputazione regionale di Ncd per creare un gruppo federato. Tra le proposte dell’Udc, quella di passare subito a un coordinamento regionale e provinciale unico e di organizzare a febbraio la prima manifestazione del nuovo soggetto politico. Positivo il parere del capogruppo di Ncd all’Ars Nino D’Asero: “Sono certamente promotore di questa nuova realtà – ha detto D’Asero – con l’auspicio di ampliare la base e di rappresentare un’unica area popolare che sia offerta politica per coloro i quali, cattolici, liberali, democratici ritengano di potersi aggregare sotto un nuovo soggetto collegato col Partito popolare europeo”.
Ed ha aggiunto che “In questo momento  l’obiettivo è un ragionamento di tutti i soggetti di area moderata che confluisca in un rapporto diverso con il Pd. Non è del tutto chiuso il dialogo con il centrodestra, ma c’è un confronto avviato con il Pd, cerchiamo un riscontro che andremo a verificare nel concreto. Intendiamo scommettere sul piano delle riforme, è un momento di grande impegno, sul lavoro, sulle riforme, sulle linee programmatiche per lo sviluppo, sui rapporti Stato-Regione, nei servizi pubblici locali, nel riformare una burocrazia che funzioni”.

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