Patto per la Sicilia iniquo e scriteriato - QdS

Patto per la Sicilia iniquo e scriteriato

Raffaella Pessina

Patto per la Sicilia iniquo e scriteriato

sabato 30 Gennaio 2016

Il presidente della Regione Crocetta continua a non azzeccarne una. Polemiche e tutto da rifare per il governo regionale

PALERMO – Il patto per il Sud bocciato dalla commissione Bilancio dell’Ars ha scatenato non poche polemiche. I deputati del gruppo Movimento Cinquestelle, Giancarlo Cancelleri e Claudia la Rocca, hanno motivato la votazione della risoluzione approvata all’unanimità che impegna il Governo regionale a ritirare la delibera sul Patto per la Sicilia. “Così come era stata formulata la delibera presentava numerosi aspetti critici, – hanno detto – a cominciare dall’assenza dei criteri attraverso i quali si è proceduto all’individuazione dei nuovi interventi e delle rispettive dotazioni finanziarie. Le opere previste, inoltre, non risultavano equamente distribuite su tutto il territorio regionale. Ancora una volta questa delibera ha messo in evidenza la spaccatura tra Crocetta e la sua maggioranza”. Critico anche Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.
 
“Il presidente Crocetta – ha detto – continua a sottrarsi al confronto in commissione Bilancio sul Patto per il Sud, dibattito che lo vedrebbe soccombere, attesa l’inconsistenza degli interventi previsti della delibera. Purtroppo, ancora una volta, protagoniste sono solo le parole, di fronte ad una totale assenza di fatti. Abbiamo dunque avuto nuovamente ragione a contestare l’operato di Palazzo d’Orleans, un nulla di nulla che ha addirittura spinto la commissione ad una risoluzione con la quale si invita il governo regionale a ritirare la delibera”. Con la risoluzione approvata, la commissione in pratica chiede al Governatore Crocetta di emanare una nuova delibera che “proceda all’individuazione di nuovi interventi distribuiti equamente su tutto il territorio regionale”.
 
I provvedimenti criticati riguardano il fatto che siano state escluse alcune aree dell’Isola dai benefici. La dotazione finanziaria del Patto per la Sicilia è di 2 miliardi e 512 milioni che avrebbero interessato principalmente i territori di Trapani, Messina e Palermo. Una ripartizione che l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, davanti ai deputati, avrebbe detto di non conoscere, rimettendosi alla loro decisione. Sono stati poi inseriti i comuni di Gela e Termini Imerese, ma il contenuto risulta al momento in una tabella non finanziabile. “Chiediamo al governo di fermarsi e riflettere: dovrebbero avere la precedenza i progetti esecutivi rispetto a quelli che sono solo sulla carta e senza un analisi di fattibilità, senza la quale non possono ritenersi finanziabili – ha aggiunto – Non vogliamo fare alcuna polemica né pressione, ma richiamare il governo al rispetto di alcune regole, troppa confusione nel documento e questo non si addice ad una regione moderna e che vuole confrontarsi in maniera certa con il governo nazionale”.
“Lo Statuto, ad esempio – ha aggiunto Vinciullo – prevede che la programmazione passi dalla commissione Bilancio e questo non è avvenuto. Baccei non ha espresso parere sulla risoluzione e dice di non avere partecipato alla spartizione dei fondi, rimettendosi alla nostra decisione”.
Queste le voci che si evincono dall’allegato alla delibera che comunque dovrà essere ripresentata dal governo Crocetta: 473 milioni 229 mila euro sono i finanziamenti complessivi nel capitolo Ambiente e Territorio, 833 milioni 239 mila alle Infrastrutture, 240 milioni solo per il dissesto, 170 milioni allo sviluppo economico e produttivo, 104 milioni all’area di crisi di Termini Imerese, 605 milioni per la viabilità, 40 milioni per Welfare. La maggior parte delle opere del cosiddetto ‘Patto per la Sicilia’ riguarda il dissesto ambientale e idrogeologico, con interventi per il consolidamento e la messa insicurezza del Messinese.
Alla voce Infrastrutture vi sarebbero circa 894 milioni finanziabili per progetti non indicati. Nel capitolo Welfare e legalità oltre 60 milioni vanno in favore delle sedi degli organi giudiziari e del comando dei Carabinieri. Alla voce Attività produttive, 120 milioni per il credito di imposta e 102 milioni per il fondo di garanzia regionale, 90 milioni per la cantieristica navale. Alla voce turismo e cultura sono previsti 50 milioni. Soldi ai musei di Ragusa, Messina e al parco Archeologico delle Eolie. Tagliati i 4 centri ‘evoluti’ per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Previsti 20 milioni di euro per l’impianto di compostaggio da 20 milioni a Noto. Ora sarà tutto da rifare. 

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