Energia dai rifiuti, è accordo nazionale - QdS

Energia dai rifiuti, è accordo nazionale

Rosario Battiato

Energia dai rifiuti, è accordo nazionale

venerdì 05 Febbraio 2016

La Conferenza Stato-Regioni ha espresso ieri il parere positivo allo schema di decreto della Presidenza del Consiglio. Il ministro Galletti: “Aggiornamento annuale che tenga conto dei piani di smaltimento regionali”

PALERMO – Alla fine l’accordo c’è stato. Ieri la Conferenza Stato-Regioni ha dato parere positivo, con le uniche eccezioni Lombardia e Campania, allo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri relativo alla “individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale” e  predisposto dall’articolo 35 dello Sblocca Italia, meglio conosciuto come decreto dei termovalorizzatori. Per la Sicilia resta ferma la proposta del governo di due impianti stabilita nel documento dettagliato dello scorso luglio, ma non si esclude la possibilità di ridiscutere il progetto sulla base del piano di aggiornamento regionale.
Incassato l’accordo, il ministro Galletti è stato più chiaro che mai. “L’applicazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia – ha spiegato – rompe di fatto il principio dell’autosufficienza, dello smaltimento dei rifiuti a livello regionale e si crea una rete di smaltimento dei rifiuti a livello nazionale. Questo ci aiuta molto ad impostare un lavoro serio per lo smaltimento dei rifiuti e ci serve anche per contrastare le infrazioni comunitarie a cui l’Italia è sottoposta in questo momento”. Infrazioni comunitarie sui rifiuti che, almeno in due casi, riguardano da vicino proprio la Sicilia: la procedura 2015_2165 (mancato aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti) e la 2003_2077 (Violazione dell’articolo 14 della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti in Italia).
Da tempo la Regione aveva proposto un piano alternativo di sei impianti più piccoli e distribuiti sul territorio regionale in modo da ridurre anche l’entità degli eventuali costi di trasporto in nome del principio di prossimità. Era stata la risposta al progetto governativo che prevede due grandi impianti per smaltire circa 700mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Non c’è stata nessuna conferma relativa al piano alternativo proposto dalla Regione, anche se Galletti ha lasciato una porta aperta. “Il piano prevede un aggiornamento annuale – ha aggiunto il ministro – che tenga conto, oltre ad altre cose, anche dei piani di smaltimento regionali”.
Gli impianti non esauriranno il problema, visto che la gerarchia del rifiuto sancita nella direttiva comunitaria esprime in maniera netta la necessità di ricorrere prioritariamente anche a prevenzione, riutilizzo, riciclaggio. “È chiaro, e lo voglio dire con molta previsione – ha proseguito –, che questo piano parte dal presupposto che tutte le regioni arrivino al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Europa, quindi che tutte le regioni arrivino al 65% di raccolta differenziata e che tutte colgano gli obiettivi di produzione dei rifiuti del 10%; fatto questo conteggio – ha concluso – si individua ancora la necessità, del Paese in questo caso, di incenerimento, che equivale a 8 termovalorizzatori”.
Per la Sicilia, si capisce bene, il percorso da compiere è ancora complicatissimo. L’ultimo rapporto Ispra sui rifiuti urbani riporta un dato isolano che oscilla intorno al 12% di differenziata (2014) che risulta addirittura in calo rispetto agli altri anni e di gran lunga inferiore a una media nazionale che supera il 45,2%.

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