Formaggi siciliani, lontani dai mercati esteri - QdS

Formaggi siciliani, lontani dai mercati esteri

Adriano Agatino Zuccaro

Formaggi siciliani, lontani dai mercati esteri

mercoledì 10 Febbraio 2016

Successo internazionale per il Pecorino Dop ma la produzione siciliana ferma all'uno per mille del comparto. La Sicilia è largamente importatrice di prodotti lattiero caseari: 85 mln di euro a fronte di 15 mln esportati

PALERMO – Il made in Italy nel mondo è notoriamente legato principalmente al cibo e alla moda. Nel 2015 il prodotto che ha fatto registrare la maggiore crescita delle esportazioni italiane è il formaggio Pecorino: +23% delle vendite sui mercati stranieri. Un successo da incorniciare determinato dalla produzione di qualità proveniente dalle otto realtà Dop sparse per il Paese: il pecorino Crotonese, quello delle Balze Volterrane (Toscana), di Filiano (Basilicata), di Picinisco (Lazio), Romano, Sardo, Siciliano e Toscano.
A ben guardare i numeri siciliani, però, c’è poco da stare allegri.
“La produzione di pecorini Dop in Italia è di circa 30.000 tonnellate l’anno – dichiara durante una nostra intervista la presidente della Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia (Cia), Rosa Giovanna Castagna –  il pecorino siciliano Dop, però, con le sue 40-50 tonnellate di produzione annua rappresenta poco più dell’1 per mille del comparto; a fronte di 7000 tonnellate di pecorino prodotto in Sicilia solo 50 tonnellate possono fregiarsi del marchio Dop”. “Lo stesso ragionamento – prosegue Castagna – vale per gli altri formaggi dop siciliani, il piacentinu ennese e la vastedda del Belice. Quest’ultimo formaggio che ha la caratteristica di essere uno dei pochi formaggi di pecora a pasta filata si aggira sulle 25 tonnellate. Una maggiore produzione attorno alle 200 tonnellate la registra il ragusano dop, quest’ultimo però prodotto con latte di vacca”.
Parlando di prodotti lattiero-caseari in genere, ad uso del consumo interno, “la Sicilia è largamente importatrice netta, circa 85 milioni di Euro di prodotti lattiero-caseari importati a fronte di circa 15 milioni di Euro venduti fuori dall’isola” conclude la presidente della Cia Sicilia.
Se è vero che il Pecorino è stato quest’anno la star dei formaggi italiani, bisogna ricordare che non è l’unico prodotto di qualità made in Italy. Nell’elenco delle denominazioni italiane, iscritte nel Registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite (aggiornato il 26 gennaio scorso sul sito del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali), troviamo, infatti, ben 49 formaggi Dop e un Igp in Basilicata.
La regione leader di tale speciale classifica è la Lombardia con ben 14 formaggi Dop, seguono Piemonte e Veneto con 8 Dop ciascuno e l’Emilia Romagna (5). Buona performance per l’Isola che può vantare quattro formaggi Dop: il citato pecorino siciliano, il Piacentinu ennese, il Ragusano, la Vastedda della Valle del Belice. Si segnala, inoltre, che alcuni formaggi vengono prodotti contemporaneamente in più regioni e dunque accade che il Gorgonzola (ad esempio) accresca la classifica di Piemonte e Lombardia.
“L’agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero Made in Italy che svolge però anche un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
 


Straordinarie performance in Usa e Gran Bretagna
 
Un’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2015 sottolinea “le straordinarie performance realizzate negli Stati Uniti (+28%) che sono il principale mercato di sbocco del pecorino italiano ma risultati estremamente positivi si hanno anche sul mercato europeo con una crescita del 22% in Gran Bretagna e del 16% in Francia nonostante la storica rivalità”. Ed un successo importante – precisa la Coldiretti – si registra in Giappone con un incremento delle vendite del 9% mentre in Cina l’aumento è addirittura del 500% anche se le quantità sono ancora ridotte.
In Italia – sottolinea la Coldiretti – ci sono 6,2 milioni di pecore allevati e circa 700mila capre, che pascolano soprattutto in Sardegna dove si allevano 3,2 milioni di pecore, in Sicilia (770mila), nel Lazio (630.000) e Toscana (420.000) anche se allevamenti sono presenti lungo tutta la penisola. La produzione di latte ovino in Italia è di 400mila tonnellate (28mila quello caprino) mentre quella di formaggi di pecora è di 67 mila tonnellate all’anno. Incrementare la produzione di formaggi Dop, vista la richiesta internazionale, diventa un must per tutte le regioni italiane.

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