Rifiuti tecnolocigi (Raee), accordo per ridurre illecito dal 70% al 30% in cinque anni - QdS

Rifiuti tecnolocigi (Raee), accordo per ridurre illecito dal 70% al 30% in cinque anni

Adriano Agatino Zuccaro

Rifiuti tecnolocigi (Raee), accordo per ridurre illecito dal 70% al 30% in cinque anni

sabato 13 Febbraio 2016

Lo scorso martedì si è svolto un incontro al Comune di Palermo per chiarirne bene i termini. Tra gli obiettivi: realizzazione di micro aree ecologiche a basso impatto ambientale

PALERMO – Il mondo ha fame di tecnologia. Smartphone e pc portatili nei Paesi industrializzati si acquistano e si gettano nella spazzatura nel giro di pochi anni, a volte mesi. Con questi ritmi forsennati i rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) sono in rapido aumento a livello mondiale con un tasso di crescita del 3-5% annuo, tre volte superiore ai rifiuti “normali”. L’Onu stima tra i 20 e i 50 milioni le tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici che ogni anno, nel mondo, devono essere smaltiti. Solo in Italia si producono almeno 1,5 milioni di tonnellate annue di Raee. In Europa appena il 35% (3,3 milioni di tonnellate) di tutti i Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è trattato e riciclato secondo le indicazioni della Direttiva2012/19/Eu. L’altro 65%, pari a 6,2 milioni di tonnellate, è esportato o riciclato in modo scorretto, oppure semplicemente gettato tra i rifiuti indifferenziati (Qds 24 ottobre 2015).
Il quadro desolante riguarda, naturalmente, anche i Comuni siciliani che, consci della gravità della situazione, stanno affrontando insieme il problema mediante la firma di un protocollo d’intesa. Martedì scorso si è svolto un incontro a Palazzo delle Aquile (Palermo) fra Anci Sicilia, Consorzio Nazionale per il recupero e il trattamento dei rifiuti Raee e Ancra Sicilia – Confcommercio Imprese per l’Italia durante il quale si sono chiariti i termini di un accordo che dovrebbe portare ad una migliore gestione di tali rifiuti. Gli obiettivi principali prefissati sono: diffondere tra i Comuni siciliani un modello integrato di gestione nella raccolta dei rifiuti Raee che può prevedere, in forma sperimentale, l’adozione e la realizzazione delle Micro Aree Ecologiche a basso impatto ambientale; organizzare e gestire iniziative di tipo informativo e formativo in favore dei comuni siciliani rivolte al personale ed agli amministratori; contribuire alla semplificazione delle procedure amministrative e all’elaborazione di linee guida operative e informative; progettare interventi a valere su risorse comunitarie, nazionali o regionali.
“La difficoltà di gestire il rifiuto Raee per i Comuni si intreccia con i fenomeni di illegalità che caratterizzano il settore dei rifiuti in Sicilia con conseguenti e inestimabili danni ambientali per la nostra regione e gravi rischi per la salute dei cittadini”, hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di Anci Sicilia.
“Quest’accordo nasce dalla necessità di dare alle comunità locali siciliane – continuano Orlando e Alvano – strumenti per una corretta gestione dei rifiuti Raee, fondata su una raccolta differenziata capillare ed efficace, finalizzata al riciclaggio delle materie, alla riduzione degli impatti della produzione e all’uso delle risorse naturali ed energetiche. Tale modalità di ritiro, in particolare, riferita ai Raee, potrà essere punto di riferimento anche per ‎la raccolta di rifiuti di altra natura, nel rispetto della normativa vigente e degli altri Comuni, anche con l’eventuale attività di monitoraggio da parte del Consorzio Co.Si. Raee”.
“Il nostro obiettivo – ha dichiarato Maurizio Calaciura, presidente dell’Ancra Sicilia – è quello di aiutare le imprese e coordinare il lavoro dei Comuni nella lotta al rilascio illecito dei rifiuti elettrici ed elettronici, portando la percentuale di illecito che oggi è pari al 70% al 30% nei prossimi 5 anni”.

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