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Catania – La città prova ad attrarre turisti. Si punta su pulizia e servizi

Desiree Miranda

Catania – La città prova ad attrarre turisti. Si punta su pulizia e servizi

giovedì 18 Febbraio 2016

Continua ampliamento raccolta porta a porta e intanto si pensa a sede distaccata del Museo Egizio di Torino. Tante le proposte ma non mancano note dolenti, come la questione degli alloggi

CATANIA – Catania prova a innalzare il suo grado di attrattività cercando di migliorare in pulizia e servizi nell’offerta turistica e non solo. Se alcune scelte sono in senso sociale però, altre lo appaiono decisamente meno. È di pochi giorni fa infatti, la notizia lanciata dal sindaco etneo Enzo Bianco, della proposta di creare una sede distaccata del museo Egizio di Torino nel quasi pronto, dopo il restauro, collegio dei Gesuiti. Una proposta apprezzata da molti ma che è ancora una proposta appunto, quindi si dovrà aspettare per capire se l’operazione andrà in porto o meno. “Lavoreremo senza risparmiarci”, afferma l’assessore al turismo, Orazio Licandro. Dopo la mostre temporanee su Picasso e Gauguin, Catania potrebbe ospitarne una tra le più importanti del mondo in pianta stabile.
 
Continua inoltre la raccolta differenziata. Avviato il terzo step che coinvolge molte strade della zona del tribunale e limitrofe.
In particolare sono interessate le vie: corso delle Province, corso Italia fino a viale Vittorio Veneto, cortile Maurolico, largo Rosolino Pilo, piazza Trento lato Nord fino a via XX Settembre, piazza Giovanni Verga lato Nord fino all’asse viario viale XX Settembre-corso Italia, via Amore, via Aurelio Giuseppe Costanzo, via Bologna, via Cancellieri, Via Caronda da Via Monserrato a viale XX Settembre, via Carrata, via Dalmazia, via Nicola Fabrizi, via Fichera, via Firenze da largo Rosolino Pilo a viale Vittorio Veneto, via Vincenzo Giuffrida da via Gabriele D’Annunzio a viale XX Settembre, via Grotte Bianche da largo Rosolino Pilo a viale XX Settembre, via Guzzardi, via Matteo Renato Imbriani, via Milano fino a viale Vittorio Veneto, via Monaca Santa, via Musumeci da viale XX Settembre a via Gabriele D’Annunzio, via Guglielmo Oberdan da via D’Annunzio a piazza Trento, via Vittorio Emanuele Orlando, via Papale, via Perugia, via Pisa, via Ramondetta, via Rindone, via Francesco Riso, via Ruggero Settimo, via Oliveto Scammacca, via Verona, viale Regina Margherita da Via Etnea a via Caronda, Viale XX Settembre.
A queste proposte positive si aggiunge l’avvio in via sperimentale di un orto urbano a Librino con l’obiettivo di creare un parco urbano grazie al contributo dei cittadini a cui saranno assegnati i lotti da coltivare con durata quadriennale e possibilità di rinnovo. Ci sono anche delle note dolenti però. Tante le lamentele dei cittadini su più fronti e di certo il problema degli alloggi è uno dei più rilevanti. E proteste importanti si sono rinnovate martedì quando è stata sgomberata una intera palazzina in via Furnari.
“Era necessario garantire la sicurezza degli abitanti: le condizioni di inagibilità e di estrema pericolosità dello stabile di via Furnari sono certificate da tempo ed era necessario procedere subito. Certo non potevamo continuare a lasciare le famiglie in quel palazzo facendo correre gravissimi rischi in particolare ai bambini”, afferma il vice sindaco di Catania, Marco Consoli. Chi ne ha fatto richiesta, in 53, sarà ospitato la notte a spese del Comune per un massimo di un mese in quattro bed and breakfast di Catania e chi possiede i requisiti potrà successivamente usufruire del buono casa per un anno, prorogabile a due. L’assegnazione della casa popolare non è automatica, poche quelle disponibili che “saranno assegnate secondo le modalità previste dalla legge a coloro i quali sono inseriti nelle regolari graduatorie”, fanno sapere dal Comune. Sgombero necessario dunque secondo l’amministrazione, ma gli inquilini non solo non sono d’accordo si sono battuti contro le due ordinanze di sgombero del Comune fino a ricorrere al Tar. Il pronunciamento dovrebbe arrivare per fine marzo. Intanto le famiglie dovranno trovare dove stare e mangiare durante il giorno, la notte sarà, almeno per un mese, a spese del Comune.

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