Danno erariale, condannato Rudy Maira - QdS

Danno erariale, condannato Rudy Maira

Oriana Gionfriddo

Danno erariale, condannato Rudy Maira

venerdì 26 Febbraio 2016

Dopo Nicotra (Pd), un’altra condanna della Corte dei Conti: l’ex capogruppo Udc-Pid dovrà restituire 407 mila euro. Sentenza che scaturisce dall’indagine sulle spese pazze con i fondi del gruppo parlamentare

CATANIA – Sono passate appena 48 ore dalla condanna definitiva della Corte dei Conti nei confronti di Pippo Nicotra, deputato regionale del Pd, chiamato in causa per un danno erariale di 60 mila euro procurato, quando era sindaco al comune di Aci Catena, con il conferimento di cinque incarichi di consulenza.
Solo 48 ore, ed ecco un’altra condanna, sempre della Corte dei Conti, stavolta nei confronti di Raimondo Rudy Maira, ex capogruppo all’Ars di Udc e poi Pid nella scorsa legislatura.
Quest’ultimo dovrà risarcire la Regione per 407 mila euro per le cosiddette ‘spese pazze’ con i fondi del gruppo parlamentare. Il giudizio davanti ai giudici contabili è scattato dopo un’indagine del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo.
All’ex capogruppo Udc e Pid vengono contestate le spese che riguardano il noleggio per oltre 100 mila euro di tre Audi A6, utilizzate da lui e dall’ex deputato Fausto Maria Fagone; leasing bocciati dalla Procura della Corte dei Conti alla luce anche delle spese di indennità di trasporto su gomma ricevute dai due deputati, che avevano la residenza fuori dal territorio di Palermo, dove ha sede l’Assemblea regionale.
Solo per questa voce Maira dovrà restituire circa sessantacinque mila euro alla presidenza del Gruppo, somme spalmate dal 2008 al 2010. Così come i 200 mila euro dati ad alcuni parlamentari, durante la passata legislatura. Maira dovrà restituire anche il denaro usato per pagare i conti alla bouvette dell’Ars, circa sedici mila euro. 
Così come le spese telefoniche del gruppo non dovute visto che i deputati ricevevano un rimborso forfettario per le telefonare di 4.150 euro l’anno.
L’ultima voce, contestata dai giudici contabili, riguarda la spesa per cinque messe di suffragio in memoria del padre dell’allora presidente dell’Ars, Francesco Cascio, fatte celebrare nella parrocchia di Sant’Eugenio Papa.
“Per Rudy Maira tali spese – si legge nella sentenza – rientrano tra quelle di rappresentanza. Tale qualificazione non può essere condivisa: la celebrazione di una messa in suffragio ha un valore sul piano religioso ma non di certo una funzione a carattere istituzionale o di rappresentanza e come tale, può essere una scelta a carattere personale dell’individuo ma non una spesa di funzionamento del gruppo parlamentare”.
E non finisce qui, la lista è lunga anche se comprende una fascia temporale ristretta. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati condannati a risarcimento altri due ex capigruppo, Francesco Musotto (Mpa) per circa 600 mila euro e Cataldo Fiorenza (Misto) per 42 mila euro. Insomma da “mamma” Regione attingono tutti.
Una Sicilia, che appare spaccata in due: da un lato i cittadini e dall’altra la classe politica.
Da un lato il livello di povertà sempre più diffuso, accompagnato da una curva di occupazione in continua contrazione o con un minimo miglioramenti, e dall’altro chi usa e abusa dei soldi pubblici, pagati proprio a spese di quei cittadini che ogni fine mese devono fare i conti con quello che rimane in tasca.

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