Numerosi gli spunti di riflessione, ne abbiamo commentati alcuni con Maria Grazia Cinquegrani (nella foto), presidente e fondatrice di Aima Catania Onlus.
“Non esistono studi epidemiologici adeguati, da informazioni in mio possesso si stimano circa 200 mila malati di cui 50 mila a Catania e provincia, con una frequenza maggiore tra le donne rispetto agli uomini. Tale numerosità è destinata ad aumentare per i tanti fattori di rischio: età avanzata, scarso livello di alfabetizzazione, fattori di rischio metabolico – vascolari anestesie generali e nelle fasce di età più giovani (quarantenni) lo stress psicofisico prolungato, lo stato depressivo cronicizzato e naturalmente la familiarità e la genetica. In aumento i casi di Alzheimer nei quarantenni”.
Secondo il rapporto Aima all’aumentare della gravità della patologia diminuisce la percentuale di pazienti che si rivolge ai centri Uva (Unità valutazione Alzheimer: centri specialistici che hanno il compito di diagnosticare e valutare la gravità della malattia), che appaiono, inoltre, più frequentate al Nord e al Centro (rispettivamente il 59,3% e il 60,0%) piuttosto che al Sud e Isole (50,7%). Perché accade ciò?
“I centri Uva in generale non sono ben organizzati e lo sono ancora meno in Sicilia. Per il malato di Alzheimer occorre il neurologo specializzato nella fase iniziale e poi occorre anche il geriatra e lo psicologo sempre specializzati in Alzheimer e queste figure non sempre si trovano nei centri Uva”.
“I motivi possono essere tanti: mancanza di personale specializzato per la malattia di Alzheimer, problemi di natura economica e anche un problema culturale".
“Il sistema sanitario nazionale non tiene nella giusta considerazione le problematiche relative alla malattia di Alzheimer. Il demente Alzheimer è un demente ad intermittenza, l’andamento della malattia almeno nelle prime due fasi è fluttuante nel senso che nel malato si alternano, ad intervalli diversi, momenti di demenza a momenti di lucidità che portano il malato alla disperazione. Occorre quindi assistenza specializzata, centri Uva con supporto psicologico, centri diurni e centri residenziali specifici, personale specializzato presso i Ps e le strutture ospedaliere in genere, un forte supporto psicologico per il caregiver. Occorre rendere più semplice il reperimento delle medicine e degli ausili di cui il malato ha bisogno con sportelli riservati presso le Asp, e semplificare le pratiche per l’invalidità e l’accompagnamento”.
“Aima Ct agisce su due centri Uva: Garibaldi e Cannizzaro, con servizio di accoglienza in ospedale durante l’ambulatorio Alzheimer. Fornisce ad entrambi gli ambulatori uno psicologo per effettuare i test che necessitano alla prima diagnosi per evitare che il paziente debba recarsi in altro studio per effettuare tali test e poi tornare presso l’ambulatorio. Negli anni precedenti Aima Catania ha offerto consulenze neurologiche per le urgenze. Il servizio è stato sospeso per mancanza di fondi. Aima Ct organizza mensilmente gruppi di ‘auto mutuo aiuto’: incontri tra i familiari alla presenza di uno psicologo per confrontarsi e supportarsi vicendevolmente sulle problematiche della vita con un malato di Alzheimer che è devastante. Organizza mensilmente il training della memoria tenuto da Giuseppe Zappalà, una ‘palestra’ per la memoria per i familiari come prevenzione alla malattia di Alzheimer. Offre consulenza legale per le pratiche connesse con la malattia. Tutti i servizi sono gratuiti”.